sabato 28 giugno 2014

FESTA dell'UNITA' 2014 a Tavarnuzze

Piccola, di un solo giorno, ma anche nel 2014 il Circolo PD di Tavarnuzze ha tenuto la sua FESTA dell'UNITA', con un Apericena seguito da un interessante incontro tra giovani ed anziani iscritti sul tema appunto del cambiamento della militanza del partito allo scorrere del tempo. 

Era stato preparato un filmato di circa venti minuti basato sul trailer del film di Veltroni "Quando c'era Berlinguer" seguito da una serie di interviste, ma problemi tecnici ne hanno impedito la proiezione. Al suo posto abbiamo visto scorrere sullo schermo le immagini delle Feste dell'Unità di Tavarnuzze del decennio passato, accompagnate da Giorgio Gaber con la sua canzone "parlata" "Qualcuno era comunista perchè..." 
A seguire, alcune immagini della serata e la canzone di Gaber.






CLICCA QUI PER VEDERE E ASCOLTARE GABER


venerdì 23 maggio 2014

MATTEO RENZI CHIUDE LA CAMPAGNA ELETTORALE IN PIAZZA SIGNORIA

L'ITALIA CAMBIA VERSO ALL'EUROPA

Stasera venerdì 23 maggio Matteo Renzi sarà a Firenze alle 20:30 in Piazza Signoria per chiudere la campagna elettorale. Il PD ti aspetta!


Inutile discutere con i grillini...


COME SI VOTA ALLE EUROPEE


I seggi saranno aperti dalle ore 7:00 alle ore 23:00 di domenica 25 maggio 2014. Per poter votare servono la tessera elettorale e un documento valido di riconoscimento.

Per votare l'elettore deve tracciare un segno con la matita copiativa che gli viene consegnata insieme alla scheda. E' valido qualsiasi segno che renda esplicita la volontà dell'elettore. Non sono, evidentemente, valide scritte che possano far presupporre la volontà dell'elettore di farsi riconoscere.

E' importante esprimere sempre il voto di lista, tracciando una croce sul contrassegno del "PARTITO DEMOCRATICO".


voto

Si possono esprimere fino a tre preferenze, scrivendo a fianco del contrassegno il cognome del candidato o dei candidati prescelti.
Si ricorda che l'espressione di tre preferenze deve includere le quote di genere (esprimendone 2 possono essere dello stesso genere, la terza deve essere necessariamente di genere diverso pena l'annullamento della terza preferenza) LEGGE 22 aprile 2014, n. 65. È vietato indicare la preferenza con un numero.

voto_PREFERENZE


Il sistema proporzionale può prevedere o meno la possibilità per l'elettore di esprimere una o più preferenze per un candidato all'interno della lista votata.

In questo caso, vengono eletti nell'ambito di ogni listai candidati che hanno ottenuto il numero maggiore di preferenze.

Le schede saranno distinte nel colore, per ognuna delle cinque circoscrizioni italiane, che verrà deciso dal Ministero dell'Interno.

Il voto dei cittadini italiani residenti all'estero
Gli elettori italiani residenti nei Paesi membri dell'Unione Europea possono votare per l'elezione dei rappresentanti del Paese dove risiedono, o per l'elezione dei rappresentanti italiani. Anche chi si trova in un Paese UE per motivi di studio o di lavoro può votare per i rappresentanti italiani, presentando all'Ufficio consolare di riferimento, entro l'ottantesimo giorno antecedente la data delle elezioni, apposita domanda al proprio Comune italiano di residenza.

Il voto dei cittadini dell'Ue residenti In Italia 
I cittadini dell'Unione europea residenti in Italia, compresi i cittadini dei Paesi di recente adesione, possono votare nel nostro Paese in occasione delle elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia, pur non avendo la cittadinanza italiana presentando regolare domanda presso il proprio Consolato ed il Comune di residenza in Italia entro il novantesimo giorno antecedente la data delle elezioni.

venerdì 9 maggio 2014

IL GENDER GAP in ITALIA: palla al piede anche per l'economia


Questa volta il balzo in avanti ce l’ha fatto fare il parlamento: le donne elette a Camera e Senato, per la precisione. Nel 2013 sono passate al 31% (dal 22% della precedente legislatura) e l’Italia ha guadagnato 9 posizioni nella classifica che misura la disparità di genere, il Global Gender Gap Report redatto ogni anno dal World Economic Forum di Ginevra. Eppure le pari opportunità nel nostro Paese rimangono un miraggio: siamo ancora al 71esimo posto su 136 Paesi.
Al primo c’è per il quinto anno l’Islanda, seguita da Finlandia, Norvegia, Svezia e Filippine. In altri termini, se nasci uomo o donna fa molta meno differenza, in termini di possibilità economiche e di carriera politica o dirigenziale, in Scandinavia e anche nelle Filippine che in Italia (l’indice misura le differenze di opportunità tra i generi, non il loro livello assoluto, in modo tra l’altro da non penalizzare i Paesi più poveri).
«In generale l’Italia si colloca più in basso dei Paesi Scandinavi per tutti i quattro sotto-indici che compongono il Global Gender Gap Report: su 136 Paesi, è al 65 posto per quanto riguarda la scolarizzazione, 72esima per la salute, 44 per l’accesso al potere politico e al 97esimo per la partecipazione alla vita economica», spiega Yasmina Bekhouche,  co-autrice del rapporto del World Economic Forum.
Il problema viene soprattutto dal mondo del lavoro. «Il posizionamento generale dell’Italia può essere spiegato principalmente con il basso risultato nella classifica della partecipazione e opportunità economiche – dice Bekhouche – Solo il 51% delle donne lavora, mentre lo fa il 74% degli uomini». Ma l’elemento chiave è la disparità salariale: una italiana in media guadagna 0,47 centesimi per ogni euro guadagnato da un uomo. «La posizione dell’Italia nella classifica che misura l’eguaglianza salariale percepita è molto bassa: 124esima su 136 paesi, e al di sotto della media mondiale», chiarisce Bekhouche . La percezione misurata dall’indice, per altro, è quella dei dirigenti d’azienda: gente che ha voce in capitolo su carriere e promozioni.
«Il fattore determinante più importante per la competitività di un Paese è il talento umano. Le donne costituiscono la metà de talento potenziale – ricorda Bekhouche  –. Se il governo ha un ruolo importante nel sostenere le politiche giuste (congedo di paternità, asili, etc.), sta anche alle aziende creare posti di lavoro (con processi di reclutamento innovativi, nuovi percorsi per le carriere, politiche salariali trasparenti) che permettano ai migliori talenti di svilupparsi».
Aumentare la presenza delle donne nei luoghi di lavoro è importante, ma non basta se non porta anche a nuove politiche di conciliazione e a un modo nuovo di lavorare – da cui possono trarre beneficio tutti, anche gli uomini. Altrimenti quelle stesse donne rimarranno ai livelli più bassi o saranno costrette alla scelta penosa tra carriera o famiglia.
 Che i numeri di per se non garantiscano la parità si vede anche dall’analisi nel dettaglio della situazione politica: in parlamento ci sono più senatrici e deputate (siamo al 28esimo posto della classifica), ma non sono aumentate significativamente le donne in «posizione ministeriali»(qui il nostro Paese si piazza solo 60esimo, e migliora soltanto di una posizione), nei luoghi cioè in cui si decidono le priorità del Paese.
E se si guarda un altro indice, quello della Banca Mondiale che misura l’efficacia dei governi, salta agli occhi che i governi italiani hanno davvero bisogno di energie nuove*


 *Il grafico è una rielaborazione di Amedeo Panci 

9 MAGGIO, FESTA DELL'EUROPA

Il giorno europeo o festa dell'Europa si celebra il 9 maggio di ogni anno.
Questa data ricorda il giorno del 1950 in cui vi fu la presentazione da parte di Robert Schuman del piano di cooperazione economica, ideato da Jean Monnet (cosiddetta Dichiarazione Schuman), che segna l'inizio del processo d'integrazione europea con l'obiettivo di una futura unione federale. La Comunità Economica Europea adottò  come "Giorno dell'Europa" il 9 maggio in occasione del summit tenutosi a Milano nel 1985,

 

CRONISTORIA DALLA NASCITA AD OGGI

1940-1941

Confinati all'isola di Ventotene, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi fra l'inverno fra il 1940 e la primavera 1941 scrivono Il Manifesto per un'Europa libera e unita.

 

1950

9 maggio Dichiarazione di Schuman, che porterà alla costituzione Comunità europea del carbone e dell'acciaio (Ceca).

1951

18 aprile - Belgio, Francia, Repubblica Federale Tedesca, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi firmano a Parigi il Trattato istituivo della Comunità europea del carbone e dell'acciaio che entra in vigore dal 23 luglio 1952 e scade il 23 luglio 2002

 

1957

25 marzo - Belgio, Francia, Repubblica Federale Tedesca, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi firmano a Roma i Trattati istitutivi della Comunità economica europea
.

1968

1º luglio - Grazie alla lunga fase di espansione economica degli anni sessanta, il periodo transitorio di 12 anni previsto dal trattato CEE si conclude con 18 mesi di anticipo.  Con l'abolizione delle ultime barriere doganali tra gli Stati membri e lo stabilimento di una tariffa esterna comune nasce il Mercato Europeo Comune (MEC).

 

1973

01 gennaio - Con l'adesione di Danimarca, Irlanda e Regno Unito gli Stati membri delle Comunità europee diventano 9

1979

07-10 giugno - In Belgio, in Danimarca, in Francia, in Germania, in Irlanda, in Italia, in Lussemburgo, nei Paesi Bassi e nel Regno Unito si svolgono le prime elezioni a suffragio universale diretto del Parlamento europeo.


1981

01 gennaio - Con l'adesione della Grecia gli Stati membri delle Comunità europee diventano 10.

 

1985

14 giugno - A Schengen il Belgio, la Francia, la Germania, il Lussemburgo ed i Paesi Bassi firmano gli Accordi di Schengen che aboliscono i controlli sistematici delle persone alle frontiere interne delle CE aderendovi dal 26 marzo 1995

1986

01 gennaio - Con l'adesione di Portogallo e Spagna gli Stati membri della Comunità europea diventano 12
28 febbraio - a L'Aia viene firmato l'Atto Unico Europeo che entra in vigore il 1º luglio 1987.

 

1989


09 novembre - Cade il Muro di Berlino
03 ottobre - In Germania avviene la riunificazione tedesca. La Comunità europea si allarga all'ex Germania Est.

1992/93

07 febbraio - I 12 firmano il Trattato di Maastricht, formalmente Trattato sull'Unione europea, in vigore dal 1º novembre 1993.
01 novembre - Nasce l'Unione europea.
L'espressione Cee viene sostituita con Comunità europea (Ce).
A fianco di questa nasce la Politica estera e di sicurezza comune (Prsc) e la Cooperazione nei settori della giustizia e degli affari interni (Cgai) che assieme alle comunità europee formano i Tre pilastri dell'Unione europea.

1995

01 gennaio - Con l'adesione di Austria, Finlandia e Svezia gli Stati membri dell'Unione europea diventano 15

1997

.

2000

23 marzo - Il Consiglio europeo straordinario fissa, in un documento detto Agenda di Lisbona, gli obiettivi comuni da raggiungersi entro il 2010.
07 dicembre - Il Parlamento, la Commissione e il Consiglio proclamano la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.

2002

01 gennaio - In Austria, in Belgio, in Finlandia, in Francia, in Germania, in Irlanda, in Italia, in Lussemburgo, nei Paesi Bassi, in Portogallo e in Spagna entra in circolazione l'euro

2004

10 maggio - Con l'adesione di Cipro, Estonia, Malta, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria gli Stati membri dell'Unione europea diventano 25.
18 giugno - Il Consiglio europeo adotta il testo della Costituzione europea
29 ottobre - Viene firmata a Roma la Costituzione europea accantonata però dopo che i francesi e gli olandesi ne bocciano la ratifica mediante referendum popolari.
aprile 2009[104]

2007

01 gennaio - Con l'adesione di Bulgaria e Romania gli Stati membri dell'Unione europea diventano 27
13 dicembre -  I Ventisette firmano a Lisbona il Trattato di Lisbona,.

 

2012

02 febbraio - Viene firmato il Trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità, in vigore dal 27 settembre 2012
2 marzo - Venticinque dei ventisette membri dell'Unione europea, con l'eccezione del Regno Unito e della Repubblica Ceca, firmano il Patto di bilancio europeo, formalmente Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell'unione economica e monetaria, in vigore dal 1º gennaio 2013
12 ottobre - L'Unione europea viene insignita del Premio Nobel per la pace

2013

01 luglio - Con l'adesione della Croazia gli Stati membri dell'Unione europea diventano 28



La bandiera europea
Adottata dal Consiglio d’Europa a Parigi il 7-9 dicembre 1955 con queste parole:






«Sullo sfondo blu del cielo del Mondo occidentale, le stelle rappresentano i popoli dell'Europa in un cerchio, simbolo di unità. proprio come i dodici segni dello zodiaco rappresentano l'intero universo, le dodici stelle d'oro rappresentano tutti i popoli d'Europa - compresi quelli che non possono ancora partecipare alla costruzione dell'Europa nell'unità e nella pace.»


Infine l'Unione europea, istituita con il Trattato di Maastricht nel 1992 dai medesimi membri della Comunità europea, adottò contestualmente la bandiera europea con le dodici stelle dorate su campo blu.

Da allora la bandiera rappresenta congiuntamente sia il Consiglio d'Europa, che l'Unione europea.



ELEZIONI EUROPEE 2014: come si vota, orari, preferenze



Le Elezioni Europee 2014 si svolgeranno domenica 25 maggio. I seggi si apriranno alle ore 7 e chiuderanno alle ore 23.
Si vota tracciando una croce sul simbolo del partito prescelto. E’ possibile esprimere la propria preferenza per un massimo di tre nominativi presenti nella lista elettorale del partito; nel caso in cui si intendano scegliere tre nominativi occorre tenere conto del meccanismo della “tripla preferenza di genere”, le preferenze, cioè, dovranno riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della terza preferenza. 
Il Parlamento europeo è l’unica istituzione dell’Unione europea eletta direttamente e a suffragio universale dai 500 milioni di cittadini europei. Attualmente i suoi membri  sono 766, ma dopo una riorganizzazione è stato deciso che i componenti del prossimo Parlamento Europeo saranno 751. Ogni Paese può decidere il metodo attraverso il quale eleggere i propri rappresentanti; l’unico paletto imposto dall’Europa è quello di votare con un sistema elettorale basato sul sistema proporzionale.

I seggi vengono assegnati tra gli Stati membri con la cosiddetta ”proporzionalità decrescente”. I seggi che sono stati assegnati all’Italia saranno 73 come quelli della Gran Bretagna. La nazione che avrà più parlamentari europei sarà la Germania con 96 deputati, seguita dalla Francia, con 74. Mentre le nazioni che hanno meno deputati saranno Lussemburgo, Cipro, Malta ed Estonia con solamente 6 seggi ciascuno.

mercoledì 23 aprile 2014

Teatro Moderno, via Gramsci 5,Tavarnuzze  


Lunedì 28 Aprile ore 21,15

Campagna elettorale del PD per le Elezioni Europee del 25 Maggio 2014

Una campagna elettorale non facile, in cui dobbiamo dare un messaggio di cambiamento, affinché il successo delle forze progressiste e democratiche sia punto di partenza per un Parlamento europeo che possa davvero modificare le politiche volute dai conservatori  in questi anni. 
Per un’Europa  più trasparente, più democratica, più sociale e con una politica più autonoma dai sistemi finanziari.

Ne parliamo con Leonardo Domenici, candidato alle elezioni europee del 25 maggio, attraverso la presentazione del libro che ripercorre il suo impegno nell'attuale legislatura:


"La nostra Europa… non è la loro" 

Ennesima bufala dei Grillini d'Impruneta

Ecco la risposta dell'Arch. Breschi responsabile dei lavori della Piazza di Tavarnuzze all'attacco lanciato a mezzo stampa dal rappresentante dei 5 Stelle nell'Osservatorio sui lavori.  Anziché chiedere e informarsi, il signor Toti ha pensato bene di sparare subito la piazzata... tanto, qualcuno ci crederà!


Firenze 22 Aprile 2014.

Lavori di riqualificazione della piazza di Tavarnuzze e delle aree
adiacenti.

In merito alla richiesta di chiarimenti sulla nuova fondazione stradale in
via della Resistenza, si dichiara che il parziale utilizzo dei materiali non
inquinanti derivanti dalle demolizioni della copertura, ha carattere
provvisorio ed è stato effettuato per allargare il piano carrabile dell’area
di cantiere, allo scopo di creare uno spazio per lo stoccaggio dei materiali
necessari alla formazione dei nuovi marciapiedi.

Tale utilizzo, espressamente richiesto dalla Ditta Ge.co., non sostituisce
in alcun modo la massicciata stradale che verrà eseguita con i materiali e
le modalità del capitolato speciale di appalto, dopo che saranno terminate
le opere di completamento dei marciapiedi e sarà eseguito lo scavo
necessario alla posa della fondazione stradale.

Questa mia precisazione sarebbe stata fornita direttamente al Sig. Riccardo
Toti se avesse avuto la premura di chiederlo, anche in considerazione del
fatto che, nell’ultimo incontro con l’Osservatorio, ho dato la più ampia
disponibilità ad ogni chiarimento, così come ho sempre fatto sin dal 2006
quando è cominciato questo progetto che mi ha portato, in molteplici
occasioni,  a confrontarmi  con la comunità locale, ad incontrare tecnici,
amministratori, categorie e cittadini in genere, al solo fine di ottenere il
miglior risultato, andando ben oltre il semplice dovere professionale.

Il sottoscritto è stato informato di questa vicenda il giorno17, mentre il
18,  il giornale “La Nazione”  riportava le osservazioni del rappresentante
del Movimento 5 Stelle, senza che nessuno si sia curato, per correttezza e
completezza d’informazione, di chiedere un chiarimento al Responsabile del
Procedimento del Comune di Impruneta, al Direttore dei Lavori o al
responsabile dell’impresa, ognuno dei quali avrebbe dato ampie delucidazioni
su questo davvero marginale evento, evitando inutili polemiche.

Nel rinnovare la mia disponibilità a rispondere ad ogni quesito
dell’Osservatorio, porgo i miei più distinti saluti,


                              Arch. Alberto Breschi

martedì 8 aprile 2014

Il pasticcio delle riforme

Il pasticcio delle riforme
8 aprile 2014 - la Repubblica
Stefano Rodotà


fotoRodotà
Ho scoperto in questi giorni di detenere da anni un potere immenso. Faccio parte di un “manipolo di professoroni” (così veniamo graziosamente apostrofati) che è riuscito nell’impresa di sconfiggere le velleità riformatrici di Craxi e Cossiga, di D’Alema e Berlusconi, e oggi intralcia di nuovo ogni innovazione. Usiamo un’arma impropria — “la Costituzione più bella del mondo” — per terrorizzare politici pavidi e cittadini timorati.
So bene che al grottesco, alla mancanza di senso delle proporzioni, all’assenza di informazioni accurate è difficile porre ragionevoli limiti. Ma qualche chiarimento può essere utile, per evitare che venga inquinata una discussione che si vorrebbe seria. Comincio proprio da quel riferimento alla Costituzione più bella del mondo, che viene usato con toni di dileggio e per accusare di testardaggine conservatrice chi critica questa o quella proposta di riforma, o meglio i tentativi di stravolgimento del testo costituzionale. Ora, quelle parole vengono da una fantasiosa uscita di Roberto Benigni, ma non sono mai state la bandiera di chi ha riflettuto sulla Costituzione con la guida di Costantino Mortati e Carlo Esposito, di Massimo Severo Giannini e Leopoldo Elia. Ed è falso che vi sia stato un irragionevole arroccamento intorno all’intoccabilità della Costituzione. È notissimo, invece, che si è insistito sull’obbligo di rispettarne principi e diritti, mentre si avanzavano proposte per una “buona manutenzione” della sua seconda parte. Mi limito a ricordare solo quello che io stesso e molti altri suggerimmo quando il governo Letta si imbarcò nella rischiosa, e fallita, impresa di modificare l’articolo sulla revisione costituzionale. Si disse che sarebbe stato opportuno cominciare subito, senza forzare quell’articolo, dai punti sui quali già si era formato un largo consenso — dunque dalla riduzione del numero dei parlamentari e dal superamento del bicameralismo perfetto, per il quale esistevano proposte ragionevoli, ben lontane da quelle sgrammaticate che circolano in questi giorni. Se quel suggerimento fosse stato seguito, oggi molto probabilmente già avremmo portato a compimento questa significativa riforma.
Facendo una veloce ricerca in rete, non sarebbe stato difficile trovare le molte riforme proposte anche dal mondo di chi critica le riforme costituzionali della fase cominciata con il governo Letta. Invece, tutta l’acribia filologica è stata impiegata per cogliere in flagrante peccato di contraddizione il noto Rodotà, reo di aver firmato nel 1985 una proposta di riforma in senso monocamerale. Purtroppo il ricorso a questo argomento è, all’opposto, la prova evidente di quanto profonda sia ormai la regressione culturale nella quale sono caduti molti che intervengono nella discussione pubblica. Quella proposta veniva fatta in un tempo in cui il sistema elettorale era quello proporzionale, i deputati erano scelti con il voto di preferenza, i regolamenti parlamentari rispettavano i diritti delle minoranze, non prevedevano “ghigliottine”, costrittivi contingentamenti dei tempi, limiti alla presentazione degli emendamenti. Erano i tempi in cui l’ostruzionismo della sinistra fece cadere in prima battuta il decreto con il quale Craxi tagliava i punti di contingenza e il Parlamento svolgeva grandi inchieste come quella sulla loggia P2. Quella proposta (n. 2452 della IX legislatura) era stata scritta da un costituzionalista di valore come Gianni Ferrara e andava nella direzione assolutamente opposta rispetto alla linea attuale. Voleva riaffermare nella sua pienezza la funzione rappresentativa del sistema parlamentare, assicurata da una forte Camera dei deputati che garantiva gli equilibri costituzionali e si opponeva alle emergenti derive autoritarie, alla concentrazione del potere nel governo. Nasceva dall’idea della centralità del Parlamento, rispondeva all’ineludibile diritto dei cittadini di essere rappresentati, che è alla base della sentenza con la quale quest’anno la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità del Porcellum. Oggi, invece, l’Italicum deprime la rappresentanza, le proposte relative al Senato sono un pasticcio, e tutto confluisce in un sostanziale antiparlamentarismo, alimentato da artifici ipermaggioritari che fanno correre il rischio di una nuova dichiarazione di incostituzionalità.
Chi cerca proposte sulla riforma del Senato, com’è giusto che sia, può attingerne alla bella intervista su questo giornale di Gustavo Zagrebelsky o al disegno di legge presentato dai senatori Walter Tocci e Vannino Chiti, entrambi del Pd. La verità è che non sono le proposte ad essere mancate. Non si vuol riconoscere che da anni si fronteggiano due linee di riforma costituzionale, una neoautoritaria e una volta a mantenere ferma la logica democratica della Costituzione, senza ignorare i punti dove le modifiche sono necessarie. Ora il confronto è giunto ad un punto critico, ed è bene che tutti ne siano consapevoli.
Chi sinceramente vuole una Costituzione all’altezza dei tempi, e delle nuove domande dei cittadini, non deve cercare consensi con appelli populisti. Deve essere consapevole della necessità di ricostruire le garanzie e gli equilibri costituzionali alterati dal passaggio ad un sistema già sostanzialmente maggioritario. Deve riaprire i canali di comunicazione tra istituzioni e cittadini, abbandonando la logica che riduce le elezioni a investitura di un governo che risponderà ai cittadini solo cinque anni dopo, alle successive elezioni. Ricordate la critica estrema di Rousseau? “Il popolo inglese ritiene di essere libero: si sbaglia di molto; lo è soltanto durante l’elezione dei membri del parlamento. Appena quelli sono eletti, esso è schiavo, non è nulla”. Rousseau è lontano, è impossibile ridurre i cittadini al silenzio tra una elezione e l’altra, perché troppi sono ormai gli strumenti per prendere la parola. Se si vuole sfuggire alla suggestione che la Rete sia tutto, alle ingannevoli contrapposizioni tra democrazia rappresentativa e democrazia diretta, bisogna lavorare per creare le condizioni costituzionali perché queste due dimensioni possano essere integrate, come già cerca di fare il Trattato europeo di Lisbona. Le proposte non mancano, a partire da quelle sulle leggi d’iniziativa popolare (ne parlo dal 1997, e ora sono arrivate in Parlamento).
Le semplificazioni autoritarie sono ingannevoli, la concentrazioni del potere nelle mani del solo governo, o di una sola persona, produce l’illusione dell’efficienza e il rischio della riduzione della democrazia. Si sta creando una pericolosa congiunzione tra disincanto democratico e pulsioni populiste. Vogliamo parlarne, prima che sia troppo tardi, e agire di conseguenza?
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lunedì 7 aprile 2014

Cordoglio per la morte di Nicoletta Livi Bacci


Dalla Libreria delle Donne all'Associazione Artemisia,dalle case rifugio per donne e bambini alla costituzione della rete DI.Re al premio Nazionale della Solidariteà  Nicoletta Livi Bacci  è stata ed è punto di riferimento per la lotta dei Diritti delle Donne. 


La sua improvvisa scomparsa lascia un grande vuoto nel panorama nazionale delle femministe e di tutte quelle associazioni che operano nel sociale contro la violenza sui minori e sulle donne.

Ci rimane la sua passione, il suo impegno, il suo coraggio, la sua tenacia ,la sua generosità ,il suo grande lavoro per le donne. 

Le donne del PD sono accanto al cordoglio della famiglia.

Portavoce Donne PD FI Metropolitano
Maria Grazia Pugliese



E’ morta a Firenze Nicoletta Livi Bacci, fondatrice, con Catia Franci, dell’associazione Artemisia che si batte da anni contro la violenza sulle donne. A Nicoletta Livi Bacci è stato assegnato anche la massima onorificenza cittadina, il Fiorino d’oro. “Ci ha lasciato una donna intelligente ed appassionata, da sempre impegnata nell’associazionismo in difesa dei più deboli, che ha legato la sua vita alla difesa delle donne”, ha detto il vicesindaco Dario Nardella, esprimendo il suo cordoglio al marito della scomparsa, Massimo Livi Bacci, professore di demografia all’Università di Firenze e senatore Pd nella scorsa legislatura, e ai figli Lorenzo e Caterina. Il presidente della Regione, in rappresentanza di tutta la giunta, esprime il suo profondo cordoglio per la scomparsa di Nicoletta Livi Bacci, una donna che si è intensamente impegnata sul fronte dei diritti delle donne vittime di violenza. Proprio di recente nella sala Pegaso della sede della presidenza regionale si è svolta una importante riunione a cui Nicoletta aveva partecipato. Per mettere a fuoco i problemi e per concordare strategie di contrasto alla violenza e di prevenzione diffuse sul territorio regionale. La scomparsa di Nicoletta Livi Bacci lascia un vuoto che gli impegni presi con lei e con la rete dei Centri antiviolenza sono impegnati a colmare. LE ARTEMISIE “Nicoletta Livi Bacci, socia fondatrice e presidente dell’Associazione Artemisia, ci ha lasciato in eredità la sua forza, passione, determinazione e la sua grande benevolenza”: cosi’ le socie dell’associazione che si batte da anni contro la violenza sulle donne ricordano la loro presidente scomparsa ieri. “E’ stata un punto di riferimento attivo a livello locale e nazionale per tutti i movimenti femministi e le associazioni in difesa dei diritti delle donne, dei bambini e delle bambine e per la lotta contro ogni forma di violenza. Abbiamo condiviso con lei l’impegno nella protezione delle donne e dei loro figli e figlie e l’impegno nella diffusione di una cultura dell’accoglienza, del rispetto e dell’empowerment”, aggiungono le “Artemisie, come ci chiamava lei”, annotano le socie di Artemisia. “La sua esperienza quotidiana nelle case rifugio che Artemisia gestisce, dove sono ospitate donne con i loro figli e figlie che si trovano in estremo pericolo, è diventata per tutte un patrimonio di saperi. Con il suo entusiasmo ha scosso e trascinato le coscienze, tante persone e le istituzioni verso politiche concrete di contrasto alle discriminazioni e per il riconoscimento della libertà e inviolabilità del corpo femminile. Porteremo sempre con noi – concludono – il suo meraviglioso sorriso, la sua seria leggerezza e il suo rigore”. La Vice Presidente del Senato Valeria Fedeli ”Le sue battaglie hanno reso le donne più consapevoli” “Sono davvero addolorata per la morte di Nicoletta Livi Bacci, una donna che si è sempre battuta per i diritti delle donne e la diffusione e l’ affermazione della cultura della parità di genere. Un impegno che, insieme a quello per la difesa e la tutela dei minori, e’ stato sempre al centro della sua vita e delle sue battaglie. Alla sua passione si deve la nascita dell’Associazione Artemisia, che si occupa di donne e minori che subiscono violenza, e ancor prima della Libreria delle Donne di Frenze. Il suo lavoro serio e rigoroso, con il quale ha contribuito a far si che le donne fossero più consapevoli dei propri diritti, le e’ valso il Premio nazionale per la solidarietà. Oggi sento di doverla ringraziare per le tante battaglie che ha portato avanti con dedizione e coraggio”. Associazione Nazionale Legalità e Giustizia: “Una grave perdita, una grande eredità morale” “Apprendiamo con dolore della prematura e improvvisa scomparsa di Nicoletta Livi Bacci, fondatrice dell’associazione Artemisia e membro del Comitato Scientifico della ANLG. Nicoletta Livi Bacci, punto di riferimento di tante associazioni e movimenti per la difesa dei diritti delle donne, ci lascia una grande eredità di impegno, cultura e solidarietà. Grazie all’associazione Artemisia e alle case rifugio create dalla Livi Bacci, sono tantissime le donne in grave pericolo che hanno trovato un rifugio sicuro e un’assistenza per loro stesse e per i loro figli. L’Associazione Nazionale Legalità e Giustizia si unisce al cordoglio per questa grande perdita e vuole esprimere alla famiglia le più sentite condoglianze.” Il cordoglio del presidente Consiglio comunale di Firenze Eugenio Giani Dolore e cordoglio per la morte di Nicoletta Livi Bacci è stato espresso dal presidente del Consiglio comunale Eugenio Giani che ha voluto sottolinerae. “il grande impegno contro la violenza sulle donne portato avanti con determinazione, passione e coraggio. Ad Artemisia – aggiunge Giani- l’associazione dal lei fondata insieme a Catia Franci, Nicoletta lascia una grande eredità e un esempio da portare avanti. Siamo orgogliosi di averle attribuito il Fiorino d’oro, la massima onorificenza della città ”

Leggi questo articolo su: http://www.gonews.it/2014/04/05/si-e-spenta-nicoletta-livi-bacci-fondo-artemisia-il-cordoglio-di-nardella-e-rossi/#.U0Kiz_bTmyo
E’ morta a Firenze Nicoletta Livi Bacci, fondatrice, con Catia Franci, dell’associazione Artemisia che si batte da anni contro la violenza sulle donne. A Nicoletta Livi Bacci è stato assegnato anche la massima onorificenza cittadina, il Fiorino d’oro.

LE ARTEMISIE
“Nicoletta Livi Bacci, socia fondatrice e presidente dell’Associazione Artemisia, ci ha lasciato in eredità la sua forza, passione, determinazione e la sua grande benevolenza”: cosi’ le socie dell’associazione che si batte da anni contro la violenza sulle donne ricordano la loro presidente scomparsa ieri. “E’ stata un punto di riferimento attivo a livello locale e nazionale per tutti i movimenti femministi e le associazioni in difesa dei diritti delle donne, dei bambini e delle bambine e per la lotta contro ogni forma di violenza. Abbiamo condiviso con lei l’impegno nella protezione delle donne e dei loro figli e figlie e l’impegno nella diffusione di una cultura dell’accoglienza, del rispetto e dell’empowerment”, aggiungono le “Artemisie, come ci chiamava lei”, annotano le socie di Artemisia. “La sua esperienza quotidiana nelle case rifugio che Artemisia gestisce, dove sono ospitate donne con i loro figli e figlie che si trovano in estremo pericolo, è diventata per tutte un patrimonio di saperi. Con il suo entusiasmo ha scosso e trascinato le coscienze, tante persone e le istituzioni verso politiche concrete di contrasto alle discriminazioni e per il riconoscimento della libertà e inviolabilità del corpo femminile. Porteremo sempre con noi – concludono – il suo meraviglioso sorriso, la sua seria leggerezza e il suo rigore”.