IL REFERENDUM ELETTORALE “ANTI-PORCELLUM” E “ANTI-CASTA”
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GLI ULTIMI GIORNI PER LA RACCOLTA DELLE FIRME
Attenzione, i Referendum proposti sono due, non uno: in uno
(quello sostenuto da Idv, Sel e una parte del PD) sarebbe abrogata tutta la
legge; nell’altra (quello proposto da Passigli e altri professori indipendenti)
solo quelle norme che regolano il procedimento elettorale.
Il
sistema elettorale attuale può essere così
sintetizzato:
1. L’elettore esprime il voto tracciando sulla scheda un solo segno
nel rettangolo contenente il contrassegno della lista prescelta (art. 1, comma
10, lettera b) per la Camera; art. 4, comma 6,per il Senato).
Per
effetto di tali disposizioni, insomma, il voto è espresso per la lista, e non
esiste la preferenza per l’uno o l’altro candidato.
2. I soggetti inseriti nella lista sono eletti secondo il
numero di seggi assegnato alla lista, e nell’ordine nel quale sono inseriti
(art. 1, comma 13 per la Camera; art. 4, comma 8, per il Senato).
Per
essere eletti, pertanto, bisogna essere collocati più in alto possibile nelle
liste, secondo la decisione dei partiti che le presentano.
3. Sono previsti sbarramenti affinché le liste votate siano
contemplate per l’attribuzione dei seggi: per la Camera il 4% dei voti a
livello nazionale (art. 1 comma 12); per il Senato l’8% dei voti a livello
regionale, perché l’elezione per quest’ultimo è organizzata a base regionale
(art. 4, comma 6).
Se una
lista consegue meno voti, non partecipa alla ripartizione dei seggi ed i voti
che ha preso non contano nulla, perché non sono previsti sistemi di recupero.
4. E’ previsto un premio di maggioranza per la lista o la
coalizione di liste, che consegue la maggioranza relativa: vengono attribuiti
tanti seggi quanto ne bastano per raggiungere 340 per la Camera (sempre art. 1,
comma 12); oppure quanti ne bastano per raggiungere il 55 % di quelli spettanti
a ciascuna Regione, per il Senato (sempre art. 4, comma 8).
Quindi
chi vince, anche di pochissimo, prende tutto.
Le due iniziative referendarie per
cercare di superare, contro la volontà della maggioranza parlamentare,
l'attuale legge elettorale voluta da Calderoli e Berlusconi nel 2005 (legge n.
270/05), procedono senza il minimo coordinamento e con obiettivi contrastanti.
Stefano Passigli e Giovanni Sartori hanno depositato tre quesiti referendari
per abrogare in parte il "Porcellum", eliminando premio di
maggioranza, designazione del premier e liste bloccate, generando così un
sistema proporzionale con sbarramento al 4%, subito utilizzabile e quindi
ammissibile da Parte della Corte Costituzionale. L’intento era ed è quello di
ottenere un sistema elettorale “decente” con cui andare ad elezioni anticipate
il prima possibile; il nuovo governo avrebbe poi il tempo ed i numeri per
introdurre una nuova legge elettorale articolata e ben studiata, senza
pregiudizi preconcetti.
Subito dopo sono arrivati i due quesiti di Arturo Parisi e
Andrea Morrone che mirano a cancellare integralmente il Porcellum, dichiarando
che così tornerebbe in vigore il sistema elettorale precedente, ovvero la legge
Mattarella approvata nel 1993.
Nel merito però il Mattarellum mantiene lo strapotere delle
segreterie dei partiti che decidono i candidati dei collegi uninominali e le
liste bloccate della quota proporzionale; inoltre, siccome nei collegi
uninominali passa un solo candidato, si produce un effetto distorsivo della
volontà degli elettori simile al premio di maggioranza.
Non possiamo inoltre tacere che, se entrambi i referendum
dichiarano di voler superare il porcellum, quello di “Parisi”, pur se dovesse
raggiungere le 500.000 firme necessarie, non intaccherebbe realmente il
Porcellum, perché con ragionevole grado di certezza sarebbe bloccato dalla
Corte Costituzionale: Parisi e company pretendono infatti, con la cancellazione
del Porcellum, di far "rivivere" il Mattarellum, tacendo il fatto che
la "riviviscenza" di una legge già abrogata può essere operata solo
con legge approvata dal Parlamento e non da un referendum, che può solo
abrogare, non esprimere altre volontà; e la Corte Costituzionale ha stabilito
che può essere ammesso un referendum in materia di leggi elettorali solo se
"ne risulti una coerente normativa residua, immediatamente applicabile,
in guisa da garantire, pur nell'eventualità di inerzia legislativa, la costante
operatività dell'organo" (sent. 32/1993).
I quesiti del referendum proposto da Passigli - di abrogazione
parziale e per singoli punti della legge del 2005 - sono di ragionevole
ammissione e, una volta indetto, giungerebbero al voto popolare o,
realisticamente, spingerebbero il Parlamento ad approvare una legge di modifica
per evitare il referendum.
Invito pertanto chi abbia come
obiettivo prioritario il superamento del Porcellum anzitutto a firmare per i
tre quesiti di Passigli perché ammissibili; in specie quello inteso
all'abrogazione del mostruoso premio di maggioranza; in ogni caso è
possibile firmare per tutti i quesiti referendari, di Parisi e di Passigli,
sapendo che i secondi non danneggiano i primi e viceversa.
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