giovedì 15 settembre 2011

TUTTI A FIRMARE I REFERENDUM ANTI PORCELLUM!




IL REFERENDUM ELETTORALE “ANTI-PORCELLUM” E “ANTI-CASTA” .
GLI ULTIMI GIORNI PER LA RACCOLTA DELLE FIRME

Attenzione, i Referendum proposti sono due, non uno: in uno (quello sostenuto da Idv, Sel e una parte del PD) sarebbe abrogata tutta la legge; nell’altra (quello proposto da Passigli e altri professori indipendenti) solo quelle norme che regolano il procedimento elettorale.

Il sistema elettorale attuale può essere così sintetizzato:
1. L’elettore esprime il voto tracciando sulla scheda un solo segno nel rettangolo contenente il contrassegno della lista prescelta (art. 1, comma 10, lettera b) per la Camera; art. 4, comma 6,per il Senato).
Per effetto di tali disposizioni, insomma, il voto è espresso per la lista, e non esiste la preferenza per l’uno o l’altro candidato.
2. I soggetti inseriti nella lista sono eletti secondo il numero di seggi assegnato alla lista, e nell’ordine nel quale sono inseriti (art. 1, comma 13 per la Camera; art. 4, comma 8, per il Senato).
Per essere eletti, pertanto, bisogna essere collocati più in alto possibile nelle liste, secondo la decisione dei partiti che le presentano.
3. Sono previsti sbarramenti affinché le liste votate siano contemplate per l’attribuzione dei seggi: per la Camera il 4% dei voti a livello nazionale (art. 1 comma 12); per il Senato l’8% dei voti a livello regionale, perché l’elezione per quest’ultimo è organizzata a base regionale (art. 4, comma 6).
Se una lista consegue meno voti, non partecipa alla ripartizione dei seggi ed i voti che ha preso non contano nulla, perché non sono previsti sistemi di recupero.
4.  E’ previsto un premio di maggioranza per la lista o la coalizione di liste, che consegue la maggioranza relativa: vengono attribuiti tanti seggi quanto ne bastano per raggiungere 340 per la Camera (sempre art. 1, comma 12); oppure quanti ne bastano per raggiungere il 55 % di quelli spettanti a ciascuna Regione, per il Senato (sempre art. 4, comma 8).
Quindi chi vince, anche di pochissimo, prende tutto.

Le due iniziative referendarie per cercare di superare, contro la volontà della maggioranza parlamentare, l'attuale legge elettorale voluta da Calderoli e Berlusconi nel 2005 (legge n. 270/05), procedono senza il minimo coordinamento e con obiettivi contrastanti. Stefano Passigli e Giovanni Sartori hanno depositato tre quesiti referendari per abrogare in parte il "Porcellum",  eliminando premio di maggioranza, designazione del premier e liste bloccate, generando così un sistema proporzionale con sbarramento al 4%, subito utilizzabile e quindi ammissibile da Parte della Corte Costituzionale. L’intento era ed è quello di ottenere un sistema elettorale “decente” con cui andare ad elezioni anticipate il prima possibile; il nuovo governo avrebbe poi il tempo ed i numeri per introdurre una nuova legge elettorale articolata e ben studiata, senza pregiudizi preconcetti.
Subito dopo sono arrivati i due quesiti di Arturo Parisi e Andrea Morrone che mirano a cancellare integralmente il Porcellum, dichiarando che così tornerebbe in vigore il sistema elettorale precedente, ovvero la legge Mattarella approvata nel 1993.
Nel merito però il Mattarellum mantiene lo strapotere delle segreterie dei partiti che decidono i candidati dei collegi uninominali e le liste bloccate della quota proporzionale; inoltre, siccome nei collegi uninominali passa un solo candidato, si produce un effetto distorsivo della volontà degli elettori simile al premio di maggioranza.

Non possiamo inoltre tacere che, se entrambi i referendum dichiarano di voler superare il porcellum, quello di “Parisi”, pur se dovesse raggiungere le 500.000 firme necessarie, non intaccherebbe realmente il Porcellum, perché con ragionevole grado di certezza sarebbe bloccato dalla Corte Costituzionale: Parisi e company pretendono infatti, con la cancellazione del Porcellum, di far "rivivere" il Mattarellum, tacendo il fatto che la "riviviscenza" di una legge già abrogata può essere operata solo con legge approvata dal Parlamento e non da un referendum, che può solo abrogare, non esprimere altre volontà; e la Corte Costituzionale ha stabilito che può essere ammesso un referendum in materia di leggi elettorali solo se "ne risulti una coerente normativa residua, immediatamente applicabile, in guisa da garantire, pur nell'eventualità di inerzia legislativa, la costante operatività dell'organo" (sent. 32/1993).

I quesiti del referendum proposto da Passigli - di abrogazione parziale e per singoli punti della legge del 2005 - sono di ragionevole ammissione e, una volta indetto, giungerebbero al voto popolare o, realisticamente, spingerebbero il Parlamento ad approvare una legge di modifica per evitare il referendum.

Invito pertanto chi abbia come obiettivo prioritario il superamento del Porcellum anzitutto a firmare per i tre quesiti di Passigli perché ammissibili; in specie quello inteso all'abrogazione del mostruoso premio di maggioranza; in ogni caso è possibile firmare per tutti i quesiti referendari, di Parisi e di Passigli, sapendo che i secondi non danneggiano i primi e viceversa.

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