Mentre lo Stato carica sulla benzina i costi
della ricostruzione post terremoto in Emilia, due decreti del governo
Berlusconi fanno piovere cifre da capogiro sulle società che gestiscono
le "macchinette" dell'azzardo. Motivo, un "premio produttività" per il
2011 e il "raggiungimento del livello di servizio". Massima beneficiaria
la Bplus di Corallo, latitante per associazione a delinquere
Ci sono 285 milioni di euro che potrebbero essere destinati alla ricostruzione dell’Emilia.
Sono lì nelle casse del governo, e potrebbero essere usati per aiutare
le popolazioni colpite dal doppio sisma di martedì scorso e del 20
maggio. E invece il tesoretto sarà distribuito ai concessionari delle slot machine mentre il conto del terremoto sarà pagato dai soliti grazie all’aumento delle accise sui carburanti.
Il primo tesoretto da 62 milioni. Proprio il giorno dopo la prima scossa in Emilia, l’associazione di categoria delle imprese del settore slot, l’Assotrattenimento,
ha emesso un comunicato entusiasta sintetizzato così dalle agenzie di
stampa: “I gestori delle slot machine avranno un rimborso da 133 milioni
di euro, grazie agli oltre 29,7 miliardi di euro raccolti dalle
‘macchinette’ nel 2011”. Il decreto anti-crisi del governo Berlusconi
del novembre 2008 prevede, infatti , un meccanismo diabolico che riduce
l’aliquota delle tasse sugli introiti delle slot machine, quando la
raccolta aumenta. Il tesoretto deriva quindi dalla riduzione
dell’aliquota dal 12,6 per cento al 12,15 della raccolta grazie al boom
del gettito del 2011, più 8,3 miliardi rispetto al dato di riferimento
del 2008.
In realtà, secondo i calcoli dell’Azienda Autonoma dei Monopoli di Stato, il rimborso per i gestori sarebbe pari alla metà. Il direttore dell’Aams, Raffaele Ferrara, è in partenza. Per lui è pronta la poltrona di amministratore di Fintecna Immobiliare. Ma i tecnici dell’Aams raggiunti dal Fatto
in questo clima di smobilitazione, spiegano che “la differenza tra gli
acconti versati finora e quella dovuta sulla base dell’aliquota ridotta
non è di 133 milioni ma solo di 61 milioni e 922 mila”. Una montagna di
soldi comunque che dovrà essere girata dai concessionari delle slot alle
imprese dei gestori che installano le slot nei bar e raccolgono le
monetine. Ma non c’è alcuna ragione logica per attribuire i benefici
della crescita delle giocate a chi già ha guadagnato tanto in questi
anni grazie al boom del gioco mentre le conseguenze negative sul piano
sociale ricadono sulla comunità.
Il secondo tesoretto da 233 milioni di euro. Sempre
dall’Aams però fanno notare che ai 62 milioni bisogna aggiungere un
secondo tesoretto ben più consistente che sta per essere restituito
proprio ai concessionari delle slot: 223 milioni di
euro (poco meno dei danni strutturali in Emilia della prima scossa del
20 maggio) che lo Stato pagherà per il raggiungimento dei livelli di
servizio da parte dei concessionari .
La somma è attribuita grazie a un decreto del precedente governo Berlusconi del dicembre 2005 che premiava con lo 0,5 per cento della raccolta le concessionarie che investivano sulla rete telematica attraverso la quale devono controllare le slot sparse nei bar della penisola. Grazie a questa norma, modificata nel 2008, sempre da Berlusconi, in seguito alle rimostranze dell’Unione europea, se le slot sono collegate correttamente alla rete dei concessionari e trasmettono i dati al cervellone della Sogei, cioè se fanno semplicemente il loro dovere rispettando gli obblighi della convenzione con i Monopoli, ai concessionari spetta un premio pari fino allo allo 0,5% della raccolta dell’anno. Questa somma per l’anno 2011 dovrebbe essere pari a 223 milioni.
La somma è attribuita grazie a un decreto del precedente governo Berlusconi del dicembre 2005 che premiava con lo 0,5 per cento della raccolta le concessionarie che investivano sulla rete telematica attraverso la quale devono controllare le slot sparse nei bar della penisola. Grazie a questa norma, modificata nel 2008, sempre da Berlusconi, in seguito alle rimostranze dell’Unione europea, se le slot sono collegate correttamente alla rete dei concessionari e trasmettono i dati al cervellone della Sogei, cioè se fanno semplicemente il loro dovere rispettando gli obblighi della convenzione con i Monopoli, ai concessionari spetta un premio pari fino allo allo 0,5% della raccolta dell’anno. Questa somma per l’anno 2011 dovrebbe essere pari a 223 milioni.
Entrambi i tesoretti dovranno essere divisi tra i concessionari pro quota: alla BPlus di Francesco Corallo andrà il 24,3 per cento delle somme; a Lottomatica il 15 per cento; alla Hbg il 9,6 per cento; alla Gamenet il 12,8 per cento; alla Cogetech il 9,6 per cento; alla Snai il 7,1 per cento. Alla Gmatica il 5,3 per cento; a Codere il 2,6 per cento.
La condanna da 2,5 miliardi. Il paradosso è che la Corte dei conti
nel febbraio scorso ha condannato i medesimi concessionari a pagare 2,5
miliardi perché molte slot non hanno trasmesso i dati alla rete
controllata dalla Sogei per mesi, talvolta per anni, impedendo il
controllo di legalità sulle giocate dalla fine del 2004 fino al 2006. Il leader del mercato delle slot, la Bplus di Francesco Corallo, inseguito da un mandato di cattura emesso lunedì scorso dal Gip di Milano per associazione a delinquere,
è stata condannata in primo grado a pagare 845 milioni di euro. La
sentenza è stata impugnata e la sua efficacia è sospesa, ma un’eventuale
conferma del verdetto in via definitiva porterebbe probabilmente al
dissesto di Bplus e di molti concessionari. Per la Corte dei conti,
Cogetech deve 255 milioni; Sisal 245 milioni; Gamenet 23 milioni; Snai
210 milioni; Hbg 200milioni; Gmatica 150 milioni; Cirsa 120 milioni;
Codere 115 milioni e Lottomatica 100 milioni.
Le stesse dieci
concessionarie che incasseranno tra breve dall’Aams 223 milioni per
l’assolvimento dei livelli di servizio nel 2011 devono ancora pagare –
per i giudici contabili di primo grado – una somma dieci volte maggiore
per l’inadempimento del periodo 2004-2006. Per fare un esempio, Bplus ha
già incassato un centinaio di milioni di euro per il riconoscimento da
parte di Aams dei livelli di servizio negli anni passati (secondo i
bilanci, 51 milioni per il 2007-2008 e 37 milioni per il solo 2009) e
potrebbe incassare altri 55 milioni di euro per il 2011 mentre – per la
Corte dei conti – deve pagare 845 milioni per i suoi inadempimenti
passati.
Compensazione per le slot. Il governo Monti – dopo aver fatto propria l’idea di Angelino Alfano
della compensazione dei crediti tra Stato e imprese a favore delle
imprese – potrebbe proporre ai concessionari una compensazione a favore
stavolta dell’erario e quindi dei terremotati. Per chiudere la vertenza
sulle maxi-multe che si trascina da cinque anni (la Procura chiedeva
inizialmente 90 miliardi di euro) i re delle slot dovrebbero rinunciare
ai loro crediti verso l’Aams destinando i 223 milioni di euro dei
livelli di servizio all’aiuto dei terremotati. In cambio lo Stato
rinuncerebbe alla sua pretesa sui 2,5 miliardi. D’altro canto, proprio
con la scusa del reperimento di somme in occasione del terremoto in
Abruzzo i concessionari delle slot machine hanno ottenuto il via libera
al grande affare delle videolottery, le slot, simili a quelle dei casinò, che permettono di vincere fino a 500 mila euro con una giocata. E in Abruzzo stanno ancora aspettando i soldi promessi per la ricostruzione.
da Il Fatto Quotidiano del 2 giugno 2012
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