giovedì 27 dicembre 2012

PRIMARIE PER I PARLAMENTARI DEL PD

Con lo scioglimento delle camere ci avviamo verso le elezioni politiche del febbraio 2013. 

L'ostruzionismo della maggioranza di centrodestra ha impedito al Parlamento di cancellare il “porcellum” per fare scegliere ad ognuno di noi i propri rappresentanti a Camera e Senato. Anche per questo il Partito Democratico ha scelto di individuare i propri candidati tramite elezioni primarie, in Toscana si voterà 


domenica 30 dicembre 
dalle 8:00 alle 21:00.

Può partecipare al voto chi è iscritto al PD almeno dal 2011 e chi ha partecipato alle primarie di coalizione del 25 novembre 2012 e si dichiara elettore PD.

A Tavarnuzze si voterà presso la Casa del Popolo in via Gramsci 5

Per votare occorre presentarsi al seggio con un documento d'identità e la tessera elettorale.

La scheda è in bianco, non riporta i nomi dei candidati.  E’ necessario scrivere a mano il nominativo del candidato/a

Si può esprimere una doppia preferenza votando sia  una donna che un uomo. Non è ammesso votare due uomini o due donne.

    I CANDIDATI
Inizio modulo
TEA
ALBINI
LORENZO
BECATTINI
GIACOMO
BILLI
ROSA
DE PASQUALE
ROSA MARIA
DI GIORGI
DAVID
ERMINI
FILIPPO
FOSSATI
VITTORIA
FRANCO
DARIO
NARDELLA
ACHILLE
PASSONI
ELISA
SIMONI


Ogni altra informazione è disponibile sul sito internet http://www.primarieparlamentaripd.it


martedì 18 dicembre 2012

IMPRUNETA BENE COMUNE

Ieri sera ad Impruneta la firma dello storico accordo di Coalizione tra PD, SEL, PSI e Indignamoci (Volontari della Politica)

da sinistra: Baliga, Lotti, Venturi, Bisignano

lunedì 3 dicembre 2012

Un buon articolo

"da La Repubblica: Massimo Giannini"

UN LEADER FORTE

"Se facciamo le cose per bene non ci ammazza più nessuno", aveva detto Bersani all'inizio di questa avventura rischiosa e "strepitosa". Non tutto è andato alla perfezione, nel ruvido duello per la premiership del centrosinistra. La rissa sulle regole è stata rancorosa, e a tratti indecorosa. Ma adesso che ha stravinto, per il segretario del Pd comincia un'altra vita. La più dura. Quella che lo può portare da Largo del Nazareno a Palazzo Chigi.

Da queste primarie esce un leader forte, legittimato dal voto di tre milioni di italiani che credono nella democrazia e chiedono buona politica. Un leader che ottiene un quasi plebiscito e prevale nel fuoco di una battaglia finalmente vera, dove al contrario delle vecchie primarie di Prodi l'esito è stato davvero incerto e l'offerta è stata davvero plurale.

Da queste primarie esce un partito nuovo, già cambiato nell'articolazione interna e nella proiezione esterna. Un partito che si è scopre aperto, scalabile e comunque contendibile, dove al contrario della tradizione Ds-Pds-Pci non funzionano più i veti incrociati dalemian-veltroniani né i blocchi imposti dai comitati centrali. C'è ancora molta strada da compiere, alla ricerca di una chiara identità politica. Il problema di cosa sia oggi un Pd nato per fondere le culture del cattolicesimo ex democristiano e del socialismo ex comunista, e tuttora costretto a federarsi con Sel e Udc per "unire progressisti e moderati", resta tuttora irrisolto. E sta lì a dimostrare che il progetto è tuttora incompiuto.

Primarie, Bersani sopra il 60%


Bersani sopra il 60%, sarà candidato premier
"Spazio ai giovani, niente favole"


Primarie, Bersani spilla la birra per i volontari

Il vero risultato è l'affluenza, a conferma della disponibilità degli elettori alla democrazia. Renzi è stato l'apriscatole di sistema e questa spinta non si può esaurire con la sua sconfitta. Il segretario del Pd, che si è messo in gioco con primarie che lo Statuto non prevedeva, adesso ha l'obbligo di portare fino in fondo il cambiamento, senza farsi riacchiappare dagli "elefanti" del partito. 


"La meglio" del giorno