lunedì 5 dicembre 2011

Il ministro Fornero in lacrime

”Se piange il ministro, figuriamoci i lavoratori e i pensionati”, dice il presidente del Comitato Centrale della Fiom Giorgio Cremaschi a commento della manovra presentata dal governo Monti.

TUTTO PENSIONI


Pensioni, uomini via dal lavoro a 42 anni
fino a sei anni di attesa obbligata
Si chiude l'era del sistema retributivo, da gennaio 2012 tutti i lavoratori avranno il contributivo. Finisce anche la lunga stagione dell'anzianità, un'anomalia con effetti pesanti sulla spesa corrente. Salvi gli assegni sotto i mille euro


SI CHIUDE un'epoca per il sistema previdenziale italiano: quello del sistema retributivo e delle disparità di trattamento. L'estensione a tutti del sistema di calcolo contributivo rappresenta una novità importante e un passo decisivo verso l'armonizzazione delle regole. Saremo tutti uguali davanti alla pensione e i nostri assegni dipenderanno dal livello dei versamenti accantonati e non dal livello delle retribuzioni degli ultimi anni di lavoro.

E finisce anche la lunga stagione delle pensioni di anzianità. Anomalia tutta italiana nel sistema pensionistico, con effetti molto pesanti sulla spesa corrente, dove la previdenza rappresenta oltre il 40 per cento. Perché chi andava in pensione con 57 o 58 anni finiva per ricevere una pensione per un periodo molto lungo (venti o più anni) visto che le aspettative di vita si sono molto allungate, oltre gli ottanta anni sia per le donne sia per gli uomini.
Chi lascerà il lavoro prima dell´età per la pensione di vecchiaia subirà una penalizzazione sul trattamento. Ma potrà lasciare in una fascia di età flessibile: 62-70 per le donne; 66-70 per gli uomini. Spariscono dal sistema pensionistico le cosiddette "finestre mobili" e le complicate "quote", cioè la somma tra anni di contribuzione e età anagrafica, che, insieme, rappresentavano una via soft al superamento della pensione di anzianità.

Il governo - ed è significativo che l'abbia deciso un ministro donna - ha scelto di accelerare l'equiparazione dell´età pensionabile di uomini e donne. Obiettivo: 67 anni di età media effettiva del pensionamento. Già dal prossimo anno quella della donne salirà a 63 contro i 66 degli uomini. (continua sotto)

giovedì 1 dicembre 2011

C'era una volta la pensione


E LUNEDI' SAPREMO DI CHE MORTE CI FARANNO MORIRE



Un bello spettacolo, gratuito!

Il Capitan Fracassa
(Ombre che camminano. L'avventura del Capitan Fracassa tra vita e scena)

- AL CANTIERE TEATRO FLORIDA – via Pisana 111r -
Mercoledì 7 Dicembre ore 21:00
Giovedì 8 Dicembre ore 16:00

Il giovane Jean Luc, barone della decaduta casata di Sigognac, si trova ad affrontare il viaggio alla volta di Parigi con una compagnia di attori di strada. A Parigi Jean spera di trovare il favore di re Luigi XIII in grazia del fatto che il proprio padre salvò la vita al padre del re durante un assedio. La “Primaria Compagnia Viaggiante di Melphòmene e Talìa” confida invece di potersi esibire a corte.
Ma la via è lunga e molte cose sono destinate a cambiare…“Ahi, l’Amore!… rose e spine”.
Come sottotesto il passaggio dalla commedia dell’arte alla commedia d’autore.
Lo spettacolo si avvale delle meravigliose scenografie e maschere degli studenti dell’Accademia di Belle Arti e sarà accompagnato da interventi di musica dal vivo, con sei canzoni appositamente realizzate dalla Compagnia dell’Atto Comico.

L’ingresso è gratuito (fino a esaurimento posti) e non potete mancare!

Personaggi e interpreti
  • Il Barone di Sigognac: Andrea Stiaccini
  • Pietro, vecchio servitore del Barone: Alessandro Sistemi
  • Il Tiranno, capocomico: Filippo Di Gennaro
  • Scapino, il Servo: Marco Caolosi
  • Leandro, il Bello: Matteo Palazzini
  • Matamoro: Matteo De Filippis
  • Serafina, la Bella: Giulia Marini
  • Isabella, l’Ingenua: Olivia Guardi
  • Zerbina, la Serva: Caterina Poggesi
  • Agostino, il Brigante: Ludovico Fededegni
  • Juanita, giovanissima complice di Agostino: Marina Bambi
  • Il Marchese di Bruyers: Marco Meucci
  • Il Duca di Vallombrosa: Alessandro Smorlesi
  • Il Cavaliere di Vidalinc: Luca Gnani/Martino Bartalesi


Il Piano Socio Sanitario della Toscana


Lettera di don Paolo Farinella


Paolo Farinella, biblista, scrittore e saggista, è parroco nel centro storico di Genova in una parrocchia senza parrocchiani e senza territorio. Dal 1998 al 2003 ha vissuto a Gerusalemme "per risciacquare i panni nel Giordano" e visitare in lungo e in largo la Palestina. Qui ha vissuto per intero la seconda intifada. Ha conseguito due licenze: in Teologia Biblica e in Scienze Bibliche e Archeologia. Biblista di professione con studi specifici nelle lingue bilbiche (ebraico, aramaico, greco), collabora da anni con la rivista "Missioni Consolata" di Torino (65.000 copie mensili) su cui tiene un'apprezzata rubrica mensile di Scrittura. Con Gabrielli editori ha già pubblicato: "Crocifisso tra potere e grazia" (2006), "Ritorno all'antica messa" (2007), "Bibbia. Parole, segreti, misteri" (2008) 
VALE LA PENA DI LEGGERLA TUTTA:
Da anni dico, e nel 150° anniversario dell’unità di Italia ho proposto, di sciogliere il parlamento, abolire il governo e «annettere l’Italia la Vaticano». Avremmo il papa re d’Italia come ai bei tempi e molti vantaggi: saremo clericali evidenti e non sottobanco. Leggi e decreti verranno stilate direttamente in latino preconciliare, come la Messa concessa ai lefebvriani. In tutti i luoghi pubblici, oltre al crocifisso, sarà obbligatorio avere il quadro del Sacro Cuore di Maria, la statua di Padre Pio e quella di Wojtyła. Tre volte al giorno in tutti gli uffici e luoghi pubblici e parapubblici (chiese, oratori, conventi, casa di Vespa, sede della Cei, ecc.) bisognerà cantare l’Alleluja in gregoriano. I funzionari pubblici maschi avranno il titolo di «Monsignore», le funzionarie donne si chiameranno «Madonna mia bella».
  1. Il Vaticano è una ipoteca eterna sull’Italia. Non ce ne libereremo mai. Ciò premesso:
  2. Risparmieremmo alla grande, sapendo che mangerebbero solo i preti e i laici clericali.
  3. Avremmo il vantaggio di sapere dove siamo e con chi avremmo da fare.
  4. In caso di necessità, un’assoluzione e via!
Il governo Monti nasce non targato Vaticano, ma in Vaticano: tutta l’impostazione ministeriale sembra pensata al di là del Tevere. La prima uscita, infatti, è stata quella del segretario di Stato Bertone Tarcisio. Dichiara: «E’ un bel governo!» che tradotto in dal liturgico al popolare significa: vi abbiamo fregato tutti. Con questa benedizione, Monti e colline andranno «per pascoli erbosi e acque tranquille» perché Berlusconi potrà fare il gradasso ma non è stupido e non si metterà di traverso contro il Vaticano.... SEGUE