(di DARIO FO)
Cosa succede? E' il 2 giugno, Festa della Repubblica e Giorgio  Napolitano, il nostro Capo dello Stato, ha dato una gran festa. Ci sono  fra gli invitati Ministri e Presidenti venuti da molti paesi del mondo,  ci stanno anche capi di governo arabi abbigliati come rajà e perfino  qualche Re. 
Fra tutti quegli uomini di potere si intravvede anche il nostro  Berlusconi che vaga fra quella folla spaesato, stordito: con i risultati  di queste ultime elezioni ha proprio preso una botta pesante! Ogni  tanto si ferma come imbesuito. Ma ecco che all’istante Silvio spalanca  gli occhi: ha scoperto seduto fra i notabili il Re di Spagna. «Oh,  quello è mio!». Subito lo raggiunge, gli si siede vicino, lo ag- guanta  ad un braccio e lo scuote come si fa con un vecchio amico. «Ma che fa?  È fuori dal protocollo!» esclama indignato qualcuno. «Non si toccano i  Re. E neanche le Regine!». 
Napolitano, che sta accanto all’importuno, gli fa cenno di non insistere  con quel gesto confidenziale: «È un insulto all’etichetta!». Lui non  capisce subito. Poi s’allontana. Qualcuno sta avvertendo i presenti che  fra poco ci sarà la cerimonia davanti al Milite Ignoto. C’è una gran  folla che applaude fe-stosa Napolitano. Adesso tocca anche a lui, a  Berlusconi, godersi il tripudio della gente. Ma il Presidente del  Consiglio ottiene solo un modesto battimani seguito da qualche fischio e  due pernacchi. Poi esplodono in coro molte grida di rifiuto tipo  «vattene! Non c’è festa per te!».
Silvio si guarda intorno incredulo: «Ma con chi ce l’hanno? Ma perché  invitano i comunisti?». Anche una suora sollevando le braccia lo  dileggia. «Sarà un travestito!». Berlusconi si fa da parte e cerca di  nascondersi dietro due imponenti corazzieri. Ma questi con calma si  scostano e lo rifanno apparire imbranato come si trova. Il piccol’uomo  è frastornato: «Ma cosa sta succedendo?». All’istante, come in un  refrain grottesco si ricorda di qualche sbragata commessa qualche giorno  fa durante i soliti interventi televisivi prima del fatidico voto:  «Sì, È vero... ho gridato: questa non è una normale consultazione  amministrativa, ma politica! O Silvio o il caos! La gente viene a  votare, per me e sarà come in una ovazione, un tripudio! Potrete  sfottermi a pernacchi se il mio gradimento non sarà doppio rispetto a  quello che ho guadagnato l’ultima volta! Per Dio! E invece guarda tu che  catastrofe! Nelle ultime elezioni ha sempre funzionato ‘sto trucco del  terrore! Ma stavolta che è successo? Dove ho toppato? Non ho fatto  altro che ripetere il bau bau dell’apocalisse delle invasioni  barbariche, come sempre. Attenti gente! Se vincono i rossi vedrete  straripare da ogni lato i rom, gli zingari che vi ruberanno i bambini. E  appariranno musulmani a frotte. Spunteranno enormi moschee e torri con i  muezzin che urlano incitando alla guerra santa. A sto punto m’aspettavo  che questi miei sudditi allocchiti abboccassero in massa e si  precipitassero ai seggi elettorali gridando: «Alle urne! Alle urne!  Fermiamo gli invasori!». E invece per tutta risposta mi han gridato:  «Piantala, bugiardaccio! Non ci freghi più con ‘ste panzane! E anzi sai  cosa c’è di nuovo... che per te non andremo più a votare, piuttosto  daremo la nostra preferenza agli estremisti, tiè». 
«Ma perchè? Che ho fatto?» «O niente, ci hai solo promesso bu- fale  infinite! Farò questo e quello! Basta con le tasse! In galera gli  evasori e i politici corrotti! Dimezzerò gli stipendi a Ministri,  Sottosegretari, Senatori e Manager! Darò lavoro a tutti i meritevoli!  Scuole ai giovani! Sistemazioni ai disperati! Pensioni dignitose! E  questa solfa ce l’hai cantata per un sacco di volte e noi come pecore  allocchite «Grazie Silvio! Come sei buono tu! Tu con noi sei come il  Buon Pastore! Tu ci tieni nel gregge al calduccio, ci coccoli! Ci fai  tosare di dosso la lana! Ci sgozzi i piccoli per farne abbacchi  succulenti! Ci assicuri che ci proteggerai dai lupi», ma poi scopriamo  che quelli son parenti tuoi e tuoi amici coi quali fai a mezzo del  bottino! Ma sai che succede? Che da tosati si resta nudi e ci si accorge  della fregatura! Così accade che dai e dai le pecore allocchite si  svegliano e dicono: «Ma Vaffanculo!». 
«Oh pecore triviali!» «Eh sì, quando ce vò, ce vò! Ma non è finita,  caro tirabidoni!», urlano dal gregge. «Il bello, t’accorgerai, arriverà  proprio adesso che si va a votare per i quattro referendum!» «No, non  son quattro, son solo tre, perché ho richiesto alla Consulta che venga  dichiarata nulla la sentenza della Cassazione!» «Eccolo lì, un altro  dei tuoi trucchi!» «Il referendum sul nucleare non conta nulla?» «E  invece conterà eccome, insieme a quello dell’acqua e sul legittimo  impedimento!» 
«Ma illusi cari! Non ce la farete mai col quorum! Quella diga sarà come  una montagna contro la quale andrete a sbattere tutti!» «No! Hai fatto  male i conti! Hai sbagliato a farci arrabbiare! Guai a far incazzar le  pecore e i montoni imbesuiti! Diventiamo delle bestie! Ti faremo franare  tutto addosso, compresi tutti i tuoi tirapiedi, i servi e i ruffiani!»  «E no, cazzo!» «Ecco questa imprecazione la puoi anche urlare! È  l’ultimo diritto che rimane al Principe abbattuto!».              
Nessun commento:
Posta un commento