(Interessante articolo tratto da La Repubblica di oggi)
ROMA - Circa 50 milioni di italiani alle urne:
47.011.378 alla Camera (22.569.310 uomini e 24.442.068 donne) e
43.071.340 al Senato (20.547.247 uomini e 22.524.093 donne) ai quali
vanno sommati 3.438.670 residenti all'estero che hanno già votato nelle
quattro ripartizioni ad essi riservate (America del Nord, America del
Sud, Europa, Asia-Oceania-Africa). Votano domenica (dalle 8 alle 22) e
lunedì dalle 7 alle 15 nei 61.445 seggi sparsi sul territorio nazionale.
Abbiamo snocciolato tutti questi dati perché sono gli unici certi. Gli
altri li sapremo lunedì pomeriggio con gli istant poll (da dubitare che
ci azzecchino subito, sono prevedibili "forchette" molto ampie) e, poi,
con le proiezioni. Solo a tarda sera (ricordiamo che si scrutina prima
il Senato) il quadro dei voti veri comincerà a delinearsi e,
probabilmente, fino all'ultima scheda (a tarda notte) sarà difficile
capire chi avrà vinto o se, addirittura, ci sarà un vincitore.
Gli
scenari, dunque, sono numerosi e piuttosto complessi. Per provare a
delinearli, è necessario fissare (arbitrariamente) alcune variabili. ...CONTINUATE A LEGGERE!
LA CAMERA.
La legge elettorale, qui, è semplice. Il partito o la coalizione che
vince (nel senso che prende almeno un voto più degli altri) prende 340
seggi (cioé il 55% del totale), ad essi se ne sommeranno altri 6/8 (la
quota dei 12 eletti nelle ripartizioni estere). L'opposizione, dunque,
ne avrà 278 (più 4-6 dall'estero). Le soglie di sbarramento sono:il 10%
per le coalizioni, il 4% per i singoli partiti e il 2% per i singoli
partiti all'interno delle coalizioni). Montecitorio, dunque, consegnerà a
un partito o a un gruppo di partiti coalizzati, un ticket che vale il
50% della possibilità di governare il Paese. Solo quel partito o quella
coalizione potranno averlo, gli altri, anche coalizzati, (almeno
all'inizio) non potranno farci niente.
Alla Camera,
ragionevolmente e in base ai sondaggi di 12 giorni fa (e alle voci su
quelli "coperti" e vietati che circolano dappertutto) solo tre forze
politiche hanno la possibilità di vincere: il Centrosinistra (Pd-Sel)
che risultava in testa con margini diversi in tutti i sondaggi, il
Centrodestra (Pdl-Lega) e il M5S che risultava attorno al 15% ma in
decisa rimonta. Una vittoria grillina, però, viene ritenuta davvero
molto difficile e sarebbe una grossa sorpresa.
IL SENATO. Come
è ormai stato scritto e detto in tutte le salse, la vicenda del Senato è
assai più complicata. Il premio di maggioranza viene attribuito regione
per regione. Chi vince nelle singole regioni, dunque, si porta a casa
il 55% dei seggi (a meno che non superi questa soglia da solo); gli
altri si dividono proporzionalmente il restante 45%. Gli sbarramenti
sono: 20% (regionale) per le coalizioni, 8% per i singoli partiti e 3%
per i partiti coalizzati. Per vincere, insomma, e garantirsi una
maggioranza decente e sufficiente a governare, bisogna vincere in molte
regioni e conquistare molti premi di maggioranza. In passato, ad
esempio, nel 2008, solo due coalizioni e un partito presero seggi: il
centrodestra arrivò a 174 senatori (dei 309 eletti in Italia), il
centrosinistra ne ottenne 132 e l'Udc tre. Tutti gli altri rimasero
fuori. Questa volta, in Senato, dovrebbero entrare Centrosinistra,
Centrodestra, M5S, Monti (Scelta Civica per l'Italia) e, ma non è certo,
Rivoluzione Civile. Il che vuol dire una decina di partiti.
Per
una governabilità sufficiente/buona ci vogliono almeno 165/175
senatori. E, qui, entrano in gioco le famose regioni "in bilico".
Indicativamente sono: Lombardia, Veneto, Puglia, Campania, Calabria,
Sicilia. Nella peggiore (per il centrosinistra) delle ipotesi, se, cioé
Bersani perdesse in tutte queste regioni, la sua coalizione arriverebbe a
143 senatori, il centrodestra dovrebbe averne circa 125, Grillo poco
più di 20 e Monti poco meno di 20. Un quadro di quasi ingovernabilità.
Da lì in poi, gli scenari sono molti, tutti progressivamente, più
favorevoli al centrosinistra che (abbiamo supposto) dovrebbe essere il
più probabile detentore del ticket derivante da un successo alla Camera.
Qui ne individuiamo addirittura dieci, a seconda di chi vince alla
Camera.
GLI SCENARI POSSIBILI: Un primo gruppo di scenari parte dalla possibilità che il centrosinistra vinca alla Camera.
1) LA VITTORIA PIENA DEL CENTROSINISTRA AL SENATO: Bersani
porta a casa una buona parte delle regioni in bilico e conquista una
maggioranza numericamente sufficiente (165-172 senatori). Il
centrosinistra governa e, come il suo segretario ha più volte detto, si
apre a possibili alleanze da posizioni di forza. Accetta Monti? O si
muove qualcosa tra i grillini? O si fa avanti Ingroia (sempre se
riuscirà a prendere qualche senatore?). Durata della legislatura:
potenzialmente lunga.
2) LA VITTORIA A META' DEL CENTROSINISTRA AL SENATO:
Il centrosinistra ottiene un risultato buono ma non eccezionale.
Conquista una maggioranza risicata (158-165 senatori). Bersani si
comporta come nello scenario appena descritto ma è praticamente
costretto a farlo e, ovviamente, il suo potere contrattuale è più basso.
A questo punto molto dipende da quanti senatori avrà Monti: sotto i 20
la sua posizione è debole; al di sopra cresce la sua capacità di
ottenere contropartite in cambio della governabilità E la prima delle
sue contropartite, si sa, è mettere in un angolo Vendola. Cosa non
facile da ottenere perché in questo scenario Vendola potrebbe avere più
seggi di Monti. Altri possibili movimenti potrebbero essere quelli di
Rivoluzione Civile (sempre che entri in Senato) o dei grillini (o di una
parte di essi). Durata della legislatura: media.
3) LA NON VITTORIA DEL CENTROSINISTRA AL SENATO:
E' quello descritto. Con meno di 150 senatori, il centrosinistra è la
prima forza a Palazzo Madama ma non fa molta strada. Ha una sola
possibilità: allearsi con Monti che, però, dovrebbe arrivare almeno a
quota 20 seggi. Nascerebbe un governo frutto di due debolezze. E
neppure l'opposizione starebbe molto meglio: a sua volta insufficiente a
definire una qualsiasi alternativa e decisamente divisa. Durata della
legislatura: probabilmente breve. A meno che, come qualcuno va dicendo
in questi giorni, non si apra la strada per la "strana alleanza"
Centrosinistra-Grillo.
4) GOVERNISSIMO O NUOVE ELEZIONI: Indipendentemente
da chi vincerà alla Camera, si potrebbe ipotizzare una situazione in
cui le tre forze maggiori finiscono, se non alla pari, abbastanza vicine
in un "range" tale da impedire la formazione di un governo. A quel
punto non resterebbero che due strade: nuove elezioni o governo di unità
nazionale. Di nuovo con Monti? E se si dovesse tornare a votare? C'è
chi ipotizza un trionfo di Grillo, c'è chi vede rimescolamenti
importanti nei due campi del centrosinistra e del centrodestra con cambi
di leader e, per esempio, il possibile ritorno di Renzi. C'è chi vede
strane alleanze di tutti i tipi farsi avanti per fermare il M5S.
Altri tre scenari sono ipotizzabili a partire da una vittoria del Centrodestra alla Camera.
1) LA VITTORIA PIENA DEL CENTRODESTRA AL SENATO:
Se il Centrodestra trionfa anche al Senato, è pure probabile che
Berlusconi si rimangi tutto e vada a sedersi a Palazzo Chigi.
Nell'euforia del momento è possibile che la Lega chiuda un occhio. In
questo scenario, infatti, Maroni diventerebbe quasi certamente
governatore della Lombardia e le questioni nazionali per i padani
passerebbero in secondo piano. Unico problema, i maldipancia interni al
Pdl che sarebbero però facilmente leniti dalla gioia per la vittoria. Un
governo così potrebbe durare abbastanza a lungo, salvo possibili futuri
dissapori con la Lega.
2) LA VITTORIA A META' DEL CENTRODESTRA AL SENATO:
Se Berlusconi vince con un margine risicato, le sue possibilità di
trovare alleati sono probabilmente inferiori a quelle del
centrosinistra. Nel senso che la frattura con Monti, allo stato (ma in
politica, mai dire mai) appare insanabile e un'alleanza pura e semplice
non sembra nelle cose. Il leader del Pdl dovrebbe aprire la caccia ai
delusi (finiani, centristi) per rimpolpare il suo pacchetto di senatori.
Poco da fare con Grillo (salvo campagna acquisti) e niente con
Rivoluzione Civile. Non è detto che ci riesca. Possibilità di riuscita:
basse.
3) LA NON VITTORIA DEL CENTRODESTRA AL SENATO.
Paradossalmente, da una posizione di maggiore debolezza e senza i
numeri per la maggioranza a Palazzo Madama, Berlusconi potrebbe trovare
più udienza da Monti. Il quale, però, novanta su cento, gli chiederebbe
di andare lui a Palazzo Chigi, o, in alternativa, di rinunciare a favore
di Alfano o di qualcun altro più "presentabile" a livello Ue. Insomma,
anche qui, possibilità bassine. Le due ultime ipotesi, dunque,
finirebbero per aprire la strada al ritorno alle urne o al governissimo.
Ed ecco le stesse tre ipotesi in caso di vittoria di Grillo alla Camera.
1) LA VITTORIA PIENA DEL M5S AL SENATO.
Scenario poco probabile, ma da tenere in considerazione. Se Grillo
vince, chi farà il premier? Forse lo stesso comico genovese anche se il
movimento non ha ufficialmente un candidato. Tempi della legislatura:
tecnicamente lunghi. Politicamente c'è da verificare la tenuta di una
compagine che si annuncia piena di entusiasmo ma non si sa quanto
omogenea.
2) LA VITTORIA A META' DEL M5S AL SENATO: Teoricamente,
l'M5S non ha alleati e non li cerca. L'unico a cui, in qualche momento
il movimento grillino è stato avvicinato, risulta Ingroia. Tutto sta a
vedere come evolverebbero le cose qualora l'M5S si trovasse con la
Camera in mano, una maggioranza risicata al Senato e la caccia aperta ai
suoi uomini da parte delle altre forze. Potrebbe cambiare idea sulle
allaenze o forse no. In questi giorni è stata ventilata una possibile
apertura del Pd. ma, allo stato, è poco più che fantascienza.
3) LA NON VITTORIA DEL M5S AL SENATO: E'
uno scenario che, probabilmente, porta diritto a un nuovo voto.
Difficile che Grillo cerchi alleati da posizione di debolezza. Più
probabile che l'M5S sceglierebbe di rilanciare tornando al voto e
chiedendo agli italiani una chance piena di governo.
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