sabato 23 febbraio 2013

Dieci scenari per il dopo elezioni

(Interessante articolo tratto da La Repubblica di oggi)
ROMA - Circa 50 milioni di italiani alle urne: 47.011.378 alla Camera (22.569.310 uomini e 24.442.068 donne) e 43.071.340 al Senato (20.547.247 uomini e 22.524.093 donne) ai quali vanno sommati 3.438.670 residenti all'estero che hanno già votato nelle quattro ripartizioni ad essi riservate (America del Nord, America del Sud, Europa, Asia-Oceania-Africa). Votano domenica (dalle 8 alle 22) e lunedì dalle 7 alle 15 nei 61.445 seggi sparsi sul territorio nazionale. Abbiamo snocciolato tutti questi dati perché sono gli unici certi. Gli altri li sapremo lunedì pomeriggio con gli istant poll (da dubitare che ci azzecchino subito, sono prevedibili "forchette" molto ampie) e, poi, con le proiezioni. Solo a tarda sera (ricordiamo che si scrutina prima il Senato) il quadro dei voti veri comincerà a delinearsi e, probabilmente, fino all'ultima scheda (a tarda notte) sarà difficile capire chi avrà vinto o se, addirittura, ci sarà un vincitore.


Gli scenari, dunque, sono numerosi e piuttosto complessi. Per provare a delinearli, è necessario fissare (arbitrariamente) alcune variabili. ...CONTINUATE A LEGGERE!
LA CAMERA. La legge elettorale, qui, è semplice. Il partito o la coalizione che vince (nel senso che prende almeno un voto più degli altri) prende 340 seggi (cioé il 55% del totale), ad essi se ne sommeranno altri 6/8 (la quota dei 12 eletti nelle ripartizioni estere). L'opposizione, dunque, ne avrà 278 (più 4-6 dall'estero). Le soglie di sbarramento sono:il 10% per le coalizioni, il 4% per i singoli partiti e il 2% per i singoli partiti all'interno delle coalizioni). Montecitorio, dunque, consegnerà a un partito o a un gruppo di partiti coalizzati, un ticket che vale il 50% della possibilità di governare il Paese. Solo quel partito o quella coalizione potranno averlo, gli altri, anche coalizzati, (almeno all'inizio) non potranno farci niente.

Alla Camera, ragionevolmente e in base ai sondaggi di 12 giorni fa (e alle voci su quelli "coperti" e vietati che circolano dappertutto) solo tre forze politiche hanno la possibilità di vincere: il Centrosinistra (Pd-Sel) che risultava in testa con margini diversi in tutti i sondaggi, il Centrodestra (Pdl-Lega) e il M5S che risultava attorno al 15% ma in decisa rimonta. Una vittoria grillina, però, viene ritenuta davvero molto difficile e sarebbe una grossa sorpresa.

IL SENATO. Come è ormai stato scritto e detto in tutte le salse, la vicenda del Senato è assai più complicata. Il premio di maggioranza viene attribuito regione per regione. Chi vince nelle singole regioni, dunque, si porta a casa il 55% dei seggi (a meno che non superi questa soglia da solo); gli altri si dividono proporzionalmente il restante 45%. Gli sbarramenti sono: 20% (regionale) per le coalizioni, 8% per i singoli partiti e 3% per i partiti coalizzati. Per vincere, insomma, e garantirsi una maggioranza decente e sufficiente a governare, bisogna vincere in molte regioni e conquistare molti premi di maggioranza. In passato, ad esempio, nel 2008, solo due coalizioni e un partito presero seggi: il centrodestra arrivò a 174 senatori (dei 309 eletti in Italia), il centrosinistra ne ottenne 132 e l'Udc tre. Tutti gli altri rimasero fuori. Questa volta, in Senato, dovrebbero entrare Centrosinistra, Centrodestra, M5S, Monti (Scelta Civica per l'Italia) e, ma non è certo, Rivoluzione Civile. Il che vuol dire una decina di partiti.   

Per una governabilità sufficiente/buona ci vogliono almeno 165/175 senatori. E, qui, entrano in gioco le famose regioni "in bilico". Indicativamente sono: Lombardia, Veneto, Puglia, Campania, Calabria, Sicilia. Nella peggiore (per il centrosinistra) delle ipotesi, se, cioé Bersani perdesse in tutte queste regioni, la sua coalizione arriverebbe a 143 senatori, il centrodestra dovrebbe averne circa 125, Grillo poco più di 20 e Monti poco meno di 20. Un quadro di quasi ingovernabilità. Da lì in poi, gli scenari sono molti, tutti progressivamente, più favorevoli al centrosinistra che (abbiamo supposto) dovrebbe essere il più probabile detentore del ticket derivante da un successo alla Camera. Qui ne individuiamo addirittura dieci, a seconda di chi vince alla Camera.

GLI SCENARI POSSIBILI: Un primo gruppo di scenari parte dalla possibilità che il centrosinistra vinca alla Camera.

1) LA VITTORIA PIENA DEL CENTROSINISTRA AL SENATO: Bersani porta a casa una buona parte delle regioni in bilico e conquista una maggioranza numericamente sufficiente (165-172 senatori). Il centrosinistra governa e, come il suo segretario ha più volte detto, si apre a possibili alleanze da posizioni di forza. Accetta Monti? O si muove qualcosa tra i grillini? O si fa avanti Ingroia (sempre se riuscirà a prendere qualche senatore?). Durata della legislatura: potenzialmente lunga.

2) LA VITTORIA A META' DEL CENTROSINISTRA AL SENATO: Il centrosinistra ottiene un risultato buono ma non eccezionale. Conquista una maggioranza risicata (158-165 senatori). Bersani si comporta come nello scenario appena descritto ma è praticamente costretto a farlo e, ovviamente, il suo potere contrattuale è più basso. A questo punto molto dipende da quanti senatori avrà Monti: sotto i 20 la sua posizione è debole; al di sopra cresce la sua capacità di ottenere contropartite in cambio della governabilità E la prima delle sue contropartite, si sa, è mettere in un angolo Vendola. Cosa non facile da ottenere perché in questo scenario Vendola potrebbe avere più seggi di Monti. Altri possibili movimenti potrebbero essere quelli di Rivoluzione Civile (sempre che entri in Senato) o dei grillini (o di una parte di essi). Durata della legislatura: media.

3) LA NON VITTORIA DEL CENTROSINISTRA AL SENATO: E' quello descritto. Con meno di 150 senatori, il centrosinistra è la prima forza a Palazzo Madama ma non fa molta strada. Ha una sola possibilità: allearsi con Monti che, però, dovrebbe arrivare almeno a quota 20 seggi. Nascerebbe un governo frutto di due debolezze. E neppure l'opposizione starebbe molto meglio: a sua volta insufficiente a definire una qualsiasi alternativa e decisamente divisa. Durata della legislatura: probabilmente breve. A meno che, come qualcuno va dicendo in questi giorni, non si apra la strada per la "strana alleanza" Centrosinistra-Grillo.

4) GOVERNISSIMO O NUOVE ELEZIONI: Indipendentemente da chi vincerà alla Camera, si potrebbe ipotizzare una situazione in cui le tre forze maggiori finiscono, se non alla pari, abbastanza vicine in un "range" tale da impedire la formazione di un governo. A quel punto non resterebbero che due strade: nuove elezioni o governo di unità nazionale. Di nuovo con Monti? E se si dovesse tornare a votare? C'è chi ipotizza un trionfo di Grillo, c'è chi vede rimescolamenti importanti nei due campi del centrosinistra e del centrodestra con cambi di leader e, per esempio, il  possibile ritorno di Renzi. C'è chi vede strane alleanze di tutti i tipi farsi avanti per fermare il M5S.

Altri tre scenari sono ipotizzabili a partire da una vittoria del Centrodestra alla Camera. 

1) LA VITTORIA PIENA DEL CENTRODESTRA AL SENATO: Se il Centrodestra trionfa anche al Senato, è pure probabile che Berlusconi si rimangi tutto e vada a sedersi a Palazzo Chigi. Nell'euforia del momento è possibile che la Lega chiuda un occhio. In questo scenario, infatti, Maroni diventerebbe quasi certamente governatore della Lombardia e le questioni nazionali per i padani passerebbero in secondo piano. Unico problema, i maldipancia interni al Pdl che sarebbero però facilmente leniti dalla gioia per la vittoria. Un governo così potrebbe durare abbastanza a lungo, salvo possibili futuri dissapori con la Lega.

2) LA VITTORIA A META' DEL CENTRODESTRA AL SENATO: Se Berlusconi vince con un margine risicato, le sue possibilità di trovare alleati sono probabilmente inferiori a quelle del centrosinistra. Nel senso che la frattura con Monti, allo stato (ma in politica, mai dire mai) appare insanabile e un'alleanza pura e semplice non sembra nelle cose. Il leader del Pdl dovrebbe aprire la caccia ai delusi (finiani, centristi) per rimpolpare il suo pacchetto di senatori. Poco da fare con Grillo (salvo campagna acquisti) e niente con Rivoluzione Civile. Non è detto che ci riesca. Possibilità di riuscita: basse.

3) LA NON VITTORIA DEL CENTRODESTRA AL SENATO. Paradossalmente, da una posizione di maggiore debolezza e senza i numeri per la maggioranza a Palazzo Madama, Berlusconi potrebbe trovare più udienza da Monti. Il quale, però, novanta su cento, gli chiederebbe di andare lui a Palazzo Chigi, o, in alternativa, di rinunciare a favore di Alfano o di qualcun altro più "presentabile" a livello Ue. Insomma, anche qui, possibilità bassine. Le due ultime ipotesi, dunque, finirebbero per aprire la strada al ritorno alle urne o al governissimo.

Ed ecco le stesse tre ipotesi in caso di vittoria di Grillo alla Camera.

1) LA VITTORIA PIENA DEL M5S AL SENATO. Scenario poco probabile, ma da tenere in considerazione. Se Grillo vince, chi farà il premier? Forse lo stesso comico genovese anche se il movimento non ha ufficialmente un candidato. Tempi della legislatura: tecnicamente lunghi. Politicamente c'è da verificare la tenuta di una compagine che si annuncia piena di entusiasmo ma non si sa quanto omogenea.

2) LA VITTORIA A META' DEL M5S AL SENATO: Teoricamente, l'M5S non ha alleati e non li cerca. L'unico a cui, in qualche momento il movimento grillino è stato avvicinato, risulta Ingroia. Tutto sta a vedere come evolverebbero le cose qualora l'M5S si trovasse con la Camera in mano, una maggioranza risicata al Senato e la caccia aperta ai suoi uomini da parte delle altre forze. Potrebbe cambiare idea sulle allaenze o forse no. In questi giorni è stata ventilata una possibile apertura del Pd. ma, allo stato, è poco più che fantascienza.

3) LA NON VITTORIA DEL M5S AL SENATO: E' uno scenario che, probabilmente, porta diritto a un nuovo voto. Difficile che Grillo cerchi alleati da posizione di debolezza. Più probabile che l'M5S sceglierebbe di rilanciare tornando al voto e chiedendo agli italiani una chance piena di governo.

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