mercoledì 28 marzo 2012

Messaggio in bottiglia 2012

Fai naufragio nel 2012? 
 Ecco il gadget tecnologico di cui hai bisogno:


L'ERRORE DEL BRUCO

(da La Repubblica, articolo di Barbara Spinelli)


C'È QUALCOSA che zoppica molto, nel giudizio che il Premier dà dell'Italia, della sua preparazione ad accettare le volontà del governo. Sostiene Mario Monti che "se il Paese non è pronto" lui se ne va, non sta aggrappato alla poltrona come i vecchi politici. Ma lo vede, il Paese? E sullo sfondo vede davvero l'Europa, come promette, o percepisce solo l'austerità sollecitata in agosto dall'Unione? 
In realtà l'Italia sarebbe più che pronta, se solo le si dicesse la direzione in cui si va, l'Europa diversa che si vuol costruire, la democrazia da rifondare a casa ma anche fuori: lì dove si sta decidendo, ben poco democraticamente, la mutazione delle nostre economie, delle nostre tutele sociali, del lavoro. È qui che manca prontezza: nei governi, non nei Paesi. Che manca il riformismo autentico: quello che non cambia le cose con rivoluzioni, ma le cambia pur sempre. La modifica dell'articolo 18 e altre misure d'austerità hanno senso se inserite in una mutazione al tempo stesso economica, democratica, geopolitica. Se non son parte di un New Deal nazionale ed europeo, secernono solo recessione, regressione, e quei chicchi di furore che secondo Steinbeck marchiarono la Depressione negli anni '30. Al Premier vorrei domandare: è per un New Deal che sta a Palazzo Chigi, o per certificare che la crisi economico-democratica è gestibile da platoniche, oligarchiche Repubbliche di esperti-filosofi che la sanno più lunga?

Riforma elettorale: trovata la quadra...

Riforma elettorale: trovata la quadra. Ci è voluto un doppio salto mortale carpiato con avvitamento a destra per mettersi d'accordo ma tutto cambierà, tranne le liste bloccate. Durante le riunioni, i partecipanti hanno consultato un testo fondamentale, il Gattopardo di Giuseppe Tommasi di Lampedusa.

LA PAURA di perdere le prossime elezioni. Sembra questo l'architrave su cui poggia l'accordo trovato ieri dai tre partiti della maggioranza che sostiene il governo "tecnico". Sull'idea che nessuna forza politica  -  a cominciare da Pdl, Pd e Udc  -  sia in grado di scommettere sul risultato delle prossime elezioni politiche. Tutti sperano di tenersi le mani libere e ognuno punta a limitare i danni. Lasciando aperta la porta ad ogni soluzione per il dopo-voto.


E lo dimostra l'idea di tornare a un sistema sostanzialmente proporzionale, cancellando il vincolo di coalizione e assegnando un premio che non determina la maggioranza. Una convergenza di interessi che consente al Pdl di limitare la probabile  -  almeno al momento  -  sconfitta senza precludere la possibilità di ricomporre l'alleanza con la Lega dopo il voto. Nella consapevolezza, peraltro, di non avere un candidato premier sufficientemente forte e autorevole.
I centristi, invece, non saranno obbligati ad una scelta di campo preventiva, potranno confidare nel ruolo di ago della bilancia che i sondaggi gli assegnano sempre più e di coltivare il progetto di mantenere Mario Monti a Palazzo Chigi anche nella prossima legislatura (l'indicazione del premier non è prevista in Costituzione e quindi non sarà obbligatorio rispettare le designazioni dei partiti). Senza dimenticare che subito dopo il voto, le Camere dovranno eleggere anche il nuovo presidente della Repubblica e nel gioco delle trattative chi  -  come il Terzo Polo  -  sarà determinante negli equilibri parlamentari potrà avere più carte da spendere nella corsa al Quirinale. Insomma, tutti potranno fare la campagna elettorale in solitaria senza compromettere nulla. Perché tutto si gioca solo a urne chiuse.

lunedì 26 marzo 2012

Modello tedesco? Guadagnare il doppio

Gli operai pagati 2600 euro al mese:
Marta Cevasco e Jurgen Schmitt sono due operai metalmeccanici. Hanno quasi la stessa età: 52 anni la signora italiana e 50 il suo collega tedesco, un’anzianità di servizio simile, entrambi tengono famiglia (coniuge e un figlio) e fanno più o meno lo stesso lavoro non specializzato. Qual è la differenza tra i due colleghi? Semplice: lo stipendio. Jurgen guadagna molto di più. A fine mese l’operaia italiana arriva a 1.436 euro, quasi la metà rispetto al metalmeccanico tedesco, che porta a casa una retribuzione 2.685 euro. A conti fatti, Marta e Jurgen sono divisi da 1. 250 euro. Chiamatelo, se volete, lo spread del lavoro. E anche qui, come succede per la finanza pubblica, vince la Germania. O meglio vince Volkswagen e perde Fiat, perché i due operai che abbiamo scelto per questo confronto sono dipendenti delle due più importanti aziende automobilistiche dei rispettivi Paesi  

La Cucina di Rosacceso: 2° Puntata

I ragu’
IL RAGU’ DI ROBERTA
Ingredienti: 1 cipolla, 1 stacco di sedano, un ciuffo di prezzemolo un po’ di carota, mezzo spicchio di aglio, una scorza di limone. Carne, pomodori.
Faccio soffriggere il battuto con calma, aggiungo la carne senza abbondare e la amalgamo, poi metto mezzo bicchiere di vino rosso ed infine i pomodori. Faccio cuocere lentamente per almeno 1 ora e mezzo.

IL RAGU’ DI PATRIZIA
Ingredienti:  300 gr, carne di manzo macinata, 200 gr, macinata di maiale o salsiccia, cipolla, sedano, carota, spicchio d’aglio, pomodori, vino rosso, sale e pepe.
Fare soffriggere tutti gli odori tritati a fuoco lento in abbondante olio. Mettere la carne tritata e far rosolare a fuoco vivace fino a che la carne si attacca, buttare un bicchiere di vino rosso e far sfumare. Salare pepare  e aggiungere il pomodoro. Cuocere a fuoco lento per 3 ore.

IL RAGU’ DI GIULIANA
Fare un battuto con tutti gli odori. Soffriggere, aggiungere un po’ di vino e farlo evaporare, poi aggiungere la carne, lasciarla soffriggere ed aggiungere ancora un po’ di vino. Una volta evaporato il vino mettere i pomodori un po’ di brodo e lasciar bollire per 3 – 4 ore.