martedì 30 luglio 2013
lunedì 29 luglio 2013
domenica 28 luglio 2013
TUTTI CON CÉCILE, CATENA UMANA DI SOLIDARIETÀ ANTIRAZZISTA
(Gad Lerner, La Repubblica)
Adesso basta. Le offese e le minacce contro la ministra Cécile Kyenge
non sono più sopportabili. Disonorano il nostro paese e necessitano di
una ferma risposta collettiva. E se non ci riescono i vertici dello
Stato a espellere i razzisti dalle istituzioni –come purtroppo ha
confermato l’inamovibilità del vicepresidente del Senato, Roberto
Calderoli, protetto dal suo partito- ciascuno di noi è chiamato a
farsene carico.
Il lancio di banane contro una concittadina dalla
pelle nera, chiamata dal governo a occuparsi dell’integrazione di
milioni di immigrati, ha un nesso inequivocabile con la violenza verbale
di chi l’aveva paragonata a un orango. Altri le hanno augurato di
subire uno stupro. Hanno appeso manichini insanguinati nei luoghi in cui
lei doveva intervenire. Hanno messo in dubbio il suo diritto alla
cittadinanza italiana per il fatto di essere nata in Congo. Insinuano
che la sua laurea in oculistica la renderebbe inadeguata alla funzione
ministeriale. Si lamentano che usufruisca di una scorta di polizia.
Di fronte a queste infamie esprimiamo, certo, ammirazione per il self
control mostrato da Cécile Kyenge; e consideriamo elegante il suo sforzo
di minimizzare nonostante le continue umiliazioni cui viene sottoposta
insieme alla sua famiglia e a tanti altri cittadini che ne condividono
il faticoso percorso di vita. Ma se anche lei minimizza, noi non
possiamo permettercelo. Mi spiace dissentire da Mara Carfagna: per
quanto felice sia la battuta sullo spreco di cibo con cui la ministra ha
avuto la prontezza di liquidare a Cervia quel lancio di banane,
l’ironia non sarà mai grimaldello sufficiente a controbattere un’azione
sistematica d’inciviltà. Illudersi che si tratti solo di pochi “stolti”,
parola di Carfagna, è una falsa consolazione. Per favore, non chiudiamo
gli occhi di fronte all’evidenza: la pazzesca campagna razzista
scatenata contro Kyenge è il condensato di un odio che in Italia si è
diffuso anche usufruendo di una prolungata, non più tollerabile,
legittimazione dall’alto. Gli “stolti” hanno goduto di comprensione, se
non di giustificazione, e così si sono moltiplicati.
sabato 27 luglio 2013
martedì 23 luglio 2013
TENERSI QUESTO GOVERNO E' UNA QUESTIONE DI INCENTIVI
di Elisabetta Addis sull’Huffington Post 22 luglio 2013
Noi
economisti ragioniamo spesso in termini di incentivi. Cioè di
convenienze: andiamo a vedere cosa, a un dato soggetto, conviene fare.
Scopriremo che, di solito, lo fa. Quindi, se vogliamo che un dato
soggetto faccia una cosa, dobbiamo “allineare gli incentivi”: cioè,
fare in modo che gli incentivi che ha corrispondano con quello che
vogliamo che faccia. Gli incentivi devono essere allineati
all’obiettivo, se no non si ottiene il risultato. Esempio brutale: ai
pompieri bisogna dare contratti a tempo indeterminato, perché, se li
paghi per ogni incendio che spengono, qualcuno sarà tentato di fare il
piromane.
Questo governo era nato come un governo anomalo, di emergenza, per
eliminare il porcellum e darci una legge elettorale da paese civile.
Però, fintanto che non fa una nuova legge elettorale, resta a governare e
quindi ha potere di decidere su lavoro, IMU, industria, università,
dissidenti kazhaki e quant’altro.
Qual è il contenuto di queste decisioni, è variabile, non lo possiamo
sapere prima, perché il governo è composto da forze politiche che, su
quasi tutto, si sono presentate agli elettori proponendo di fare cose
diverse. Il governo non avrebbe mandato per fare null’altro che la legge
elettorale. Non ha mandato politico. Però avere il potere, come è noto,
piace: i siciliani dicono, “commannare è meglio di futtire”. E il paese
ha bisogno di governo: senza governo lo spread cresce! E quindi, ci si è
divisi la torta: il Pdl decide sui kazhaki, laddove il ministro è
Alfano. Il Pd deciderà su qualcos’altro, laddove i ministri sono suoi.
Questo governo ha tutti gli incentivi a non fare la legge elettorale,
perché dopo che la fa, muore. E stessa cosa questo parlamento. Non la
si farà fino a che si potrà. Forse si farà dopo il congresso del PD,
dopo le elezioni tedesche, quando qualcuno nello schieramento politico
penserà, a ragione o a torto, di poter avere un po’ di potere in più. Ma
solo forse: perché è duro lasciare il certo per l’incerto. Nel
frattempo, chi è ministro e addirittura vicepremier può fare quello che
vuole. A meno che naturalmente non si chiami Idem, voglia dare diritti
civili ai gay, si mostri indisciplinata rifiutando la sottosegretaria
Biancofiore, incappi nella macchina del fango Berlusconiana e voglia
fare seriamente il ministro delle Pari Opportunità. Due pesi e due
misure.
Caro Letta, le donne della sinistra non hanno abbastanza incentivi a
tenersi questo governo. Dovresti darci almeno una buona legge sul
cognome della madre, che aspettiamo dai tempi della Finocchiaro alle
Pari Opportunità. Degli sgravi per chi assume donne, anche se non
giovani, che Monti aveva dato e Giovannini non ha confermato. Un bel
portafoglio alla nuova viceministra delle Pari Opportunità, o magari
anche una ministra…perché in queste condizioni, non c’è da stupirsi che
una noi, la presidente del PD sardo, Valentina Sanna, se ne vada
sbattendo la porta. Sono gli incentivi.
lunedì 22 luglio 2013
domenica 21 luglio 2013
venerdì 19 luglio 2013
mercoledì 17 luglio 2013
PD Tavarnuzze - Iniziativa sulla Cooperazione internazionale
...con cena a sottoscrizione a favore Comitato Selma per il Popolo Saharawi - Progetto di accoglienza dei bambini
domenica 14 luglio 2013
Le proposte di modifica per il prossimo Congresso
Via l'automatismo fra segretario e candidato premier. Congressi dei
circoli, di federazione e regionali solo fra gli iscritti e prima di
quello nazionale. Elezione del segretario nazionale attraverso l'albo
degli «aderenti», non più degli «elettori» del Pd. Dimezzamento
dell'assemblea nazionale (da mille a 500 persone) che sarà in parte
scelta dai territori. In estrema sintesi è questa la proposta che il
responsabile organizzazione del Pd, Davide Zoggia, ha in mente per il
prossimo congresso. Una riforma, rispetto ai congressi di Veltroni e
Bersani, che necessariamente dovrà passare attraverso la modifica di
varie norme statutarie. E quindi dal voto a maggioranza assoluta dei
componenti l'assemblea nazionale.
sabato 13 luglio 2013
NON SI FA Più IL TERMOVALORIZZATORE DI TESTI!
Non c'è una lira, la gente mangia (come Pinocchio nella favola) anche il torsolo e la buccia delle pere, quindi i rifiuti sono meno del previsto e il Piano dei Rifiuti interprovinciale cancella il Termovalorizzatore di Testi. Scherzi a parte, se riusciamo a differenziare e riciclare, ottima cosa e ottima notizia.
giovedì 11 luglio 2013
Il PD e i processi del Cavaliere
Care democratiche, cari democratici,
molte bugie e falsità si stanno diffondendo su ciò che è stato deciso ed è accaduto ieri. E' bene dunque chiarirlo. Dopo l'annuncio della Cassazione che ha fissato il giudizio sul processo Mediaset al 30 luglio, ieri Il Pdl ha chiesto tre giorni di sospensione dei lavori parlamentari. Il Pd si è opposto, perchè questa richiesta era inaccettabile. Cosi come si è opposto alle richieste di sospensioni di due giorni o un giorno dei lavori. A questo punto il Pdl ha richiesto di poter riunire i gruppi parlamentari della Camera e del Senato, nel tardo pomeriggio, dopo il question time del presidente Enrico Letta alla Camera. Analoghe richieste, fatte anche dal Pd e dagli altri gruppi parlamentari, sono sempre state accolte. Se ne è discusso nelle presidenze dei gruppi parlamentari del Pd al Senato e alla Camera. E in entrambi i casi, considerati anche i precedenti e la consuetudine, si è acconsentito.
Far passare questa decisione come un piegarsi del Pd alla volontà del Pdl di protestare contro le decisioni della Cassazione è contro la verità. E' una speculazione politica e una provocazione che si lancia in un momento particolarmente difficile della vita del Paese. Lo dimostra anche il fatto incontrovertibile di un Parlamento regolarmente al lavoro.
Il Pd ha una posizione chiara: non si possono mischiare le vicende giudiziarie personali con la vita del governo. Le sentenze, come ha chiarito il segretario Epifani, si rispettano e si applicano. Su queste posizioni non vi possono essere dubbi, cosi come non ve ne devono essere sulla fermezza del partito: noi abbiamo deciso di sostenere il governo di servizio, l'unico possibile dopo che Grillo e il Movimento 5 Stelle hanno deciso di non utilizzare il consenso popolare ottenuto per un governo diverso. Con lealtà sosteniamo il governo di servizio per realizzare il programma indicato dal presidente Letta: affrontare l'emergenza economica e fare le riforme. Ma non abbiamo paura e siamo pronti ad ogni evenienza. Non consentiremo al Pdl di giocare con la vita del paese.
Luigi Zanda e Roberto Speranza
molte bugie e falsità si stanno diffondendo su ciò che è stato deciso ed è accaduto ieri. E' bene dunque chiarirlo. Dopo l'annuncio della Cassazione che ha fissato il giudizio sul processo Mediaset al 30 luglio, ieri Il Pdl ha chiesto tre giorni di sospensione dei lavori parlamentari. Il Pd si è opposto, perchè questa richiesta era inaccettabile. Cosi come si è opposto alle richieste di sospensioni di due giorni o un giorno dei lavori. A questo punto il Pdl ha richiesto di poter riunire i gruppi parlamentari della Camera e del Senato, nel tardo pomeriggio, dopo il question time del presidente Enrico Letta alla Camera. Analoghe richieste, fatte anche dal Pd e dagli altri gruppi parlamentari, sono sempre state accolte. Se ne è discusso nelle presidenze dei gruppi parlamentari del Pd al Senato e alla Camera. E in entrambi i casi, considerati anche i precedenti e la consuetudine, si è acconsentito.
Far passare questa decisione come un piegarsi del Pd alla volontà del Pdl di protestare contro le decisioni della Cassazione è contro la verità. E' una speculazione politica e una provocazione che si lancia in un momento particolarmente difficile della vita del Paese. Lo dimostra anche il fatto incontrovertibile di un Parlamento regolarmente al lavoro.
Il Pd ha una posizione chiara: non si possono mischiare le vicende giudiziarie personali con la vita del governo. Le sentenze, come ha chiarito il segretario Epifani, si rispettano e si applicano. Su queste posizioni non vi possono essere dubbi, cosi come non ve ne devono essere sulla fermezza del partito: noi abbiamo deciso di sostenere il governo di servizio, l'unico possibile dopo che Grillo e il Movimento 5 Stelle hanno deciso di non utilizzare il consenso popolare ottenuto per un governo diverso. Con lealtà sosteniamo il governo di servizio per realizzare il programma indicato dal presidente Letta: affrontare l'emergenza economica e fare le riforme. Ma non abbiamo paura e siamo pronti ad ogni evenienza. Non consentiremo al Pdl di giocare con la vita del paese.
Luigi Zanda e Roberto Speranza
martedì 2 luglio 2013
Iscriviti a:
Post (Atom)