sabato 14 dicembre 2013

CHIUDE LA SOCIETA’ DELLA SALUTE ZONA FIORENTINA SUD EST.

CHIUDE LA SOCIETA’ DELLA SALUTE ZONA FIORENTINA SUD EST.
LO HA DECISO L’ASSEMBLEA DEI SOCI.
OGGI IL CONSIGLIO COMUNALE DI IMPRUNETA SI E’ ESPRESSO ALL’UNANIMITA’ SULLA DELIBERA DELL’AUTOSCIOGLIMENTO: LO STOP DATO DAI 15 COMUNI DEL CHIANTI, VALDARNO E VALDISIEVE E’ UN ATTO DI RESPONSABILITA’ E DI SCELTA


Il Consiglio Comunale di Impruneta in data 12 dicembre si è espresso sullo scioglimento della Società della Salute Fiorentina Sud Est con una votazione all’unanimità di tutte le Forze Politiche presenti.

“Il nostro contributo – spiegano il Sindaco di Impruneta Alessio Calamandrei e l’Assessore alle Politiche della Formazione e al Welfare Francesca Buccioni  -  in questa fase, ci porta ad inserirci purtroppo nel capitolo finale dell’esperienza SDS.
Questa delibera in Consiglio è un atto di responsabilità del nostro Ente e del nostro territorio.
E’ un atto di scelta. E’ un allarme che viene lanciato in ambito socio - sanitario senza precedenti in Toscana. Ma nel socio sanitario non possiamo “tirare a campare”.

L’esperienza positiva della SDS ha rafforzato l’integrazione tra il sociale e il sanitario per arrivare finalmente ad una programmazione unitaria di zona ed a una riorganizzazione e ad una razionalizzazione significativa delle risorse.

“Tra l’altro la nostra SDS, la Fiorentina Sud Est è una di quelle che più funzionava bene, tra le migliori della Regione, dati alla mano in termini di servizi erogati e progetti attivati.
E proprio per questa importanza non possiamo ammettere e accettare più questo temporeggiamento da parte della Regione Toscana; siamo alla resa dei conti in un’assenza normativa da parte di un Ente superiore, dove possiamo solo prendere atto della criticità esistente.
In questa esperienza ci sono necessariamente dei punti di forza da salvaguardare e da non disperdere nella nuova fase che si apre dopo questo autoscioglimento: un evidente rafforzamento raggiunto dell’integrazione tra il sociale e il sanitario, una programmazione unitaria di zona, la razionalizzazione delle risorse attraverso una gestione unitaria e coordinata del fondo nazionale della non autosufficienza e di tutti i progetti zonali, l’unificazione delle procedure di gara che ha portato poi ad una unica gara per i servizi di assistenza domiciliare.”


L’Assemblea dei soci dei 15 Comuni e della Asl, a fronte della mancata emanazione di una normativa regionale che ne presidiasse il consolidamento ha ritenuto una criticità questo non intervento, che ha contribuito in modo determinante a mantenere una situazione di incertezza che rischia di paralizzare i servizi, rendendo improcrastinabile una decisione di superamento dello status quo.

“Ma come Enti Locali non ci siamo fermati a trovare una scusa, o ad addossare solo una colpa.
L’Assemblea dei Soci, con la volontà comune e unanime di continuare ad operare favorendo e potenziando il suo impegno per la prevenzione e la divulgazione di stili di vita corretti, all’insegna della massima integrazione socio sanitaria, affiderà tale programmazione alla CONFERENZA DEI SINDACI che subentrerà alla SDS subito dopo il suo scioglimento.
Questa in tempi rapidi predisporrà gli atti necessari per la stipula di un accordo di programma con la ASL fiorentina al fine di mantenere e migliorare il livello di integrazione socio sanitaria.
L’Assemblea dei soci sta lavorando anche affinché nella costituenda CONFERENZA DEI SINDACI (i 15 Comuni) possano costituirsi e realizzarsi due SUB AREE Chianti e Valdarno/Valdisieve  a cui affidare la gestione dei servizi sociali.
La continuità e la qualità dei servizi, attualmente gestiti dalla SDS, verranno garantite dall’assegnazione dei progetti zonali ai Comuni, con un coordinamento unitario in sede Conferenza dei Sindaci.

Non si chiude questa esperienza perché si ritiene la SDS un “carrozzone”, questa etichetta è solo qualunquismo e lascia il tempo che trova.
I politici in questi anni non hanno preso 1 Euro pur facendo parte del Consiglio della SDS.
Non si chiude per i costi (personale e progetti): entrambi rimangono, per il personale i costi ritornano ai Comuni e alla Asl ( ri-aumentando nei singoli bilanci le voci del costo del personale) e per i progetti ci sarà una ripartizione della gestione degli stessi fra Comune e Asl.
La sfida più grande sarà mantenere e ribadire la necessità di una unità di intenti territoriale, una condivisione e una programmazione concertata e condivisa tra i comuni.
Ora “faremo da soli” anche senza lo strumento che la Regione ci aveva messo a disposizione senza renderlo mai veramente operativo.
Non è una responsabilità nostra, del nostro Comune, anzi, per chi come noi  è giovane e abituato sempre più a guardare ad orizzonti più ampi del proprio paesello, per offrire al proprio territorio standard qualitativi e quantitativi migliori in settori delicati che riguardano la salute e il benessere, questo atto porta con sé amarezza e delusione.

L’integrazione del Sociale con il Sanitario ha rappresentato una rivoluzione nella filosofia e nell’organizzazione del Welfare zonale in questi anni; per rimettere al centro la persona con i suoi bisogni…. Su questo non possiamo ammettere ritardi e incertezze. Per questo dobbiamo iniziare a colmare il vuoto legislativo lasciato e guardare al futuro!”

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