CHIUDE LA
SOCIETA’ DELLA SALUTE ZONA FIORENTINA SUD EST.
LO HA DECISO
L’ASSEMBLEA DEI SOCI.
OGGI IL
CONSIGLIO COMUNALE DI IMPRUNETA SI E’ ESPRESSO ALL’UNANIMITA’ SULLA DELIBERA
DELL’AUTOSCIOGLIMENTO: LO STOP DATO DAI 15 COMUNI DEL CHIANTI, VALDARNO E
VALDISIEVE E’ UN ATTO DI RESPONSABILITA’ E DI SCELTA
Il Consiglio
Comunale di Impruneta in data 12 dicembre si è espresso sullo scioglimento
della Società della Salute Fiorentina Sud Est con una votazione all’unanimità
di tutte le Forze Politiche presenti.
“Il nostro contributo – spiegano il Sindaco di Impruneta Alessio
Calamandrei e l’Assessore alle Politiche della Formazione e al Welfare
Francesca Buccioni - in questa fase, ci porta ad inserirci purtroppo nel capitolo
finale dell’esperienza SDS.
Questa delibera in Consiglio è un
atto di responsabilità del nostro Ente e del nostro territorio.
E’ un atto di scelta. E’ un
allarme che viene lanciato in ambito socio - sanitario senza precedenti in
Toscana. Ma nel socio sanitario non possiamo “tirare a campare”.
L’esperienza
positiva della SDS ha rafforzato l’integrazione tra il sociale e il sanitario
per arrivare finalmente ad una programmazione unitaria di zona ed a una
riorganizzazione e ad una razionalizzazione significativa delle risorse.
“Tra l’altro la nostra SDS, la
Fiorentina Sud Est è una di quelle che più funzionava bene, tra le migliori
della Regione, dati alla mano in termini di servizi erogati e progetti
attivati.
E proprio per questa importanza
non possiamo ammettere e accettare più questo temporeggiamento da parte della
Regione Toscana; siamo alla resa dei conti in un’assenza normativa da parte di
un Ente superiore, dove possiamo solo prendere atto della criticità esistente.
In questa esperienza ci sono
necessariamente dei punti di forza da salvaguardare e da non disperdere nella
nuova fase che si apre dopo questo autoscioglimento: un evidente rafforzamento
raggiunto dell’integrazione tra il sociale e il sanitario, una programmazione
unitaria di zona, la razionalizzazione delle risorse attraverso una gestione
unitaria e coordinata del fondo nazionale della non autosufficienza e di tutti
i progetti zonali, l’unificazione delle procedure di gara che ha portato poi ad
una unica gara per i servizi di assistenza domiciliare.”
L’Assemblea
dei soci dei 15 Comuni e della Asl, a fronte della mancata emanazione di una
normativa regionale che ne presidiasse il consolidamento ha ritenuto una
criticità questo non intervento, che ha contribuito in modo determinante a
mantenere una situazione di incertezza che rischia di paralizzare i servizi,
rendendo improcrastinabile una decisione di superamento dello status quo.
“Ma come Enti Locali non ci siamo
fermati a trovare una scusa, o ad addossare solo una colpa.
L’Assemblea dei Soci, con la volontà
comune e unanime di continuare ad operare favorendo e potenziando il suo
impegno per la prevenzione e la divulgazione di stili di vita corretti,
all’insegna della massima integrazione socio sanitaria, affiderà tale
programmazione alla CONFERENZA DEI SINDACI che subentrerà alla SDS subito dopo
il suo scioglimento.
Questa in tempi rapidi
predisporrà gli atti necessari per la stipula di un accordo di programma con la
ASL fiorentina al fine di mantenere e migliorare il livello di integrazione
socio sanitaria.
L’Assemblea dei soci sta
lavorando anche affinché nella costituenda CONFERENZA DEI SINDACI (i 15 Comuni)
possano costituirsi e realizzarsi due SUB AREE Chianti e
Valdarno/Valdisieve a cui affidare
la gestione dei servizi sociali.
La continuità e la qualità dei
servizi, attualmente gestiti dalla SDS, verranno garantite dall’assegnazione
dei progetti zonali ai Comuni, con un coordinamento unitario in sede Conferenza
dei Sindaci.
Non si chiude questa esperienza
perché si ritiene la SDS un “carrozzone”, questa etichetta è solo qualunquismo
e lascia il tempo che trova.
I politici in questi anni non
hanno preso 1 Euro pur facendo parte del Consiglio della SDS.
Non si chiude per i costi
(personale e progetti): entrambi rimangono, per il personale i costi ritornano
ai Comuni e alla Asl ( ri-aumentando nei singoli bilanci le voci del costo del
personale) e per i progetti ci sarà una ripartizione della gestione degli
stessi fra Comune e Asl.
La sfida più grande sarà
mantenere e ribadire la necessità di una unità di intenti territoriale, una
condivisione e una programmazione concertata e condivisa tra i comuni.
Ora “faremo da soli” anche senza
lo strumento che la Regione ci aveva messo a disposizione senza renderlo mai
veramente operativo.
Non è una responsabilità nostra,
del nostro Comune, anzi, per chi come noi è giovane e abituato sempre più a guardare ad orizzonti più
ampi del proprio paesello, per offrire al proprio territorio standard
qualitativi e quantitativi migliori in settori delicati che riguardano la salute
e il benessere, questo atto porta con sé amarezza e delusione.
L’integrazione del Sociale con il
Sanitario ha rappresentato una rivoluzione nella filosofia e
nell’organizzazione del Welfare zonale in questi anni; per rimettere al centro
la persona con i suoi bisogni…. Su questo non possiamo ammettere ritardi e
incertezze. Per questo dobbiamo iniziare a colmare il vuoto legislativo
lasciato e guardare al futuro!”
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