Pd, tensione sui diritti dei gay
38 voti contrari al documento Bindi
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Paola Concia |
Prima la proposta di Anna Paola Concia per le nozze gay.
Poi la reazione della Bindi la mediazione della sinistra del partito. E
al momento della votazione, trentotto voti contrari. La contestazione:
"Fini è più avanti di noi"
Passa, con 38 no, in Assemblea del Pd il
documento messo a punto dal Comitato per i diritti che affronta i temi
dei diritti delle coppie omosessuali e la bioetica. Al documento, ha
promesso Rosy Bindi prima di votare, verrà dedicata una Direzione 'ad
hoc' dopo l'estate. Ma, come era prevedibile, la questione ha suscitato
diverse polemiche. A sorpresa, prima del voto, è salito sul palco Enrico
Fusco, delegato della Puglia, e non ha risparmiato critiche: "E' un
documento arcaico, irrispettoso, offensivo per la dignità delle persone.
Non è un passo in avanti ma un passo indietro enorme. Anche Fini è più
avanti di noi". A difendere il documento è stato Ettore Martinelli,
componente della segreteria: "Nel testo c'è scritto che le coppie gay
hanno pari dignità delle coppie eterosessuali".
La discussione.
Il caso ha animato la prima parte dell'assemblea del Pd. Da un lato
Rosy Bindi, dall'altro Paola Concia e gli altri esponenti "laici" del
partito guidato da Pierluigi Bersani. Un copione che si ripete. Si parte
con Anna Paola Concia che annuncia la presentazione di un ordine del
giorno che prevede l'equiparazione del matrimonio gay al matrimonio
civile attualmente normato dalla legge. "Stiamo raccogliendo le firme,
presentiamo un ordine del giorno sul matrimonio gay", spiega la Concia.
L'obiettivo è integrare la carta dei diritti che la presidente del pd
Rosy Bindi sottopone oggi al voto dell'assemblea dopo il lavoro compiuto
da un'apposita commissione. Bindi vs Concia.
Un ordine del giorno che impegna il Partito Democratico "ad inserire
nel suo programma elettorale, sulla scia di quanto fatto in Francia da
Hollande, l'estensione dell'istituto del matrimonio civile alle coppie
omosessuali, al fine di garantire il pari riconoscimento dei diritti e
dei doveri e la piena equiparazione giuridica tra le coppie omosessuali e
le coppie eterosessuali". Le firme al documento della Concia arrivano
subito. Tra gli altri: Ignazio Marino, Rosa Calipari e Sandro Gozi. E il
caso, di cui già due giorni fa c'erano state le prime avvisaglie, arriva sul tavolo della commissione diritti del Pd. La mediazione.
E si arriva alla mediazione: cambia "Carta dei diritti del pd". Lo
strumento è un'integrazione al documento della commisione Bindi, in cui
si definiscono in maniera puntuale i diritti sociali e individuali delle
persone. Nell'assemblea, quindi, saranno votati due diversi documenti,
il secondo dei quali reca le firme tra gli altri di Gianni Cuperlo e
Barbara Pollastrini, della Concia e di Ignazio Marino. In questo modo
sarebbe ritirato l'ordine del giorno concia sui matrimoni gay. La mediazione è stata raggiunta integrando le parole di Bersani sui gay nel documento sui diritti. Si attesta cioè che nella visione del Pd ai gay
va data "dignità sociale e legale".La contestazione alla Bindi.
Poi la contestazione a Rosy Bindi. La presidente non mette ai voti del
parlamentino il documento dell'area laica sui diritti delle persone.
Bindi annuncia che sarà preso in considerazione in un secondo momento.
Ed Enrico Fusco, attivista gay, responsabile diritti della segreteria
pugliese, prende la parola e annuncia che darà indietro la tessera del
Pd. "Il documento della bindi è vergognoso", annuncia dal palco. Poi il
voto: la Carta del Pd viene adottata dall'Assemblea Nazionale. Ma i voti
contrari sono 38.
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