Torniamo seri: Renzi c'é e dobbiamo discutere di lui in termini politici. Cominciamo con la pubblicazione di una lunga lettera di Cristiana, renziana fin dalla Leopolda. Ognuno può trarne considerazioni e dirci cosa pensa. Potete inviare i vostri POST per mail a circolopdtavarnuzze@gmail.com e li pubblicheremo.
Chi prende posizione si prende la
responsabilità dei propri atti, delle proprie scelte. Ho deciso di
farlo, in modo netto ed anche lacerante.
Voterò per Matteo Renzi alle primarie per
un motivo molto semplice: non voglio solo vincere le prossime
elezioni. Vorrei un governo che duri almeno dieci anni e che sappia
incidere sul Paese, trasformandolo radicalmente. Ad oggi Matteo Renzi è
l’unico che ha le carte in regola per vincere ed è l’unico che consenta
attorno a se spazi per poter partecipare a quel progetto anche se non si
proviene dalla tradizione di partito o da una qualche corrente
benedetta. Bersani fa parte della classe dirigente degli ultimi venti
anni. E’ una brava persona, forse un po’ ingenuo considerato che ha
nominato Penati suo responsabile della campagna elettorale da
segretario.
Bersani, come Veltroni, non ha saputo smarcarsi dal giogo correntizio della fusione fredda di due partiti.
Renzi oggi pur provenendo da una storia e
da una tradizione diversa dalla mia, è un democratico a tutti gli
effetti. Ha persino un senso molto meno reverenziale nei confronti del
partito, non perché i partiti debbano essere spazzati via come professa
Grillo. Ma perché devono tornare ad essere strumento di democrazia e non
fine ultimo di interessi di parte. E questa la terza via tra Grillo e
D’Alema, Dei partiti utili. Trasparenti. Non di proprietà. Non ostaggio.
Contendibili. Lo abbiamo visto nel Lazio con la candidatura di
Bachelet. Avevamo contro tutti. Tutti i consiglieri regionali che hanno
tappezzato il Lazio di manifesti abusivi per Gasbarra e cammellato
truppe per impedire che Bachelet potesse occupare anche solo un po’ di
spazio nel partito con la sua gente. Tutto chiuso. Sbarrato. Di
proprietà.
Matteo Renzi oggi viene dipinto come il
male assoluto. E’ il sindaco del PD di Firenze. A Piazza Pulita hanno
elencato i personaggi che lo elogiano: Berlusconi, Iva Zanicchi, Lele
Mora, Flavio Briatore, Marcello dell’Utri. Tutti personaggi del
ventennio che hanno in comune una cosa agli occhi di un osservatore con
un minimo di cultura politica. Sono soggetti alla fascinazione del
carisma. Se chiedete loro se gli piaceva Berlinguer vi risponderanno di
sì. Il fatto che Matteo Renzi abbia carisma non può essere
un’affermazione ontologica che lo collochi a destra. E’ una follia
propagandistica. Il carisma non è l’arte di imbonire. Lo è nella
declinazione berlusconiana. Esiste anche il carisma che proviene dal
“sentire” il proprio tempo. Dal sapere cosa dire.
Voterò Matteo Renzi perché parla agli elettori e non alle sigle.
Voterò Matteo Renzi perché non voglio
lasciarlo nelle mani dei post democristiani che saltano sul suo carro
perché odorano il buon risultato. Fa bene Matteo a non volere comitati
centralizzati. In questo modo (lo dico chiaro con nomi e cognomi così
non lascio dubbi) se a Viterbo ci sono 10 comitati, Fioroni non potrà
intestarsi il risultato. Così Moscardelli a Latina. O i lettiani eretici
in giro per il mondo.
Voterò Matteo Renzi perché vive da
contemporaneo il problema del precariato, sa cosa è. Sa cosa passa una
donna a 34 anni sul lavoro. Sa cosa significa fare il creativo e non
pagare l’affitto. O l’operaio nella fabbrichetta dove ti schiavizzano
davvero, dove la sicurezza non esiste, mentre tutti parliamo
dell’operaio della grande industria, quello che sul contratto ha persino
descritti i pesi che può caricare. Una cosa che nessun cameriere,
nessun falegname, nessun saldatore sa cosa sia. E nemmeno i lettori dei
giornali da salotto, tutti occupati a sparare altrove, dove fa più
audience. Consiglio il bel libro di Santarossa “Viaggio nella notte” per
sapere cosa significa lavorare in una fabbrichetta di provincia.
Preparate il Maalox.
Voterò Matteo Renzi perché non credo
all’Europa dei mercati, ma all’Europa “abitata” dai suoi cittadini (vedi
la proposta di servizio civile europeo). Non ho paura di vederlo
parlare con la Merkel. La cosa importante è cosa si fa in Italia, non il
capello brizzolato che fa autorevolezza. Che se sei autorevole di
aspetto, ma poi sei ostaggio delle correnti del tuo partito, non decidi
nulla davvero.
Voterò Matteo Renzi perché ha il coraggio di dire che in Italia spendiamo poco per i dipendenti pubblici. E’ che spendiamo male.
Voterò Matteo Renzi perché è un cattolico
che dice che se i gay si sposano a lui non frega nulla. Il sacramento è
una cosa privata. Lo voterò anche per essere la sua goccia cinese sulla
questione dei figli. Ha una cosa, Matteo. Non fa finta che i problemi
non esistano. Li affronta. Prende posizione. Vi dice come la pensa. Per
questo in molti lo odiano – lo odiate – perché siamo assuefatti ad una
classe politica che quando ha paura di dire la sua e di perdere consenso
non parla. Tace. Tanto il tema è vincere le elezioni, non governare.
Voterò Matteo Renzi perché incarna meglio
di chiunque altro il motivo per cui abbiamo fondato il PD, la casa
comune dei progressisti che superava l’accrocco delle alleanze, dei
giochetti, della spartizione.
Lo voterò perché ha capito che tra la
gente che ha votato a destra c’è qualcuno da recuperare, altrimenti –
banalmente – si perde.
Lo voterò perché abita il futuro, come
me, e mi sono stufata degli interventi per i giovani come se fossero
degli interventi straordinari per chissà quale categoria protetta. Da
oggi gli interventi per il Paese SONO gli interventi per i giovani
perché in tutti i luoghi del mondo è così, perché esiste identità tra
progresso e futuro e quindi tra i giovani e la loro esistenza.
Lo voterò sapendo che molta gente non
prenderà posizione o alla fine voterà Bersani, per sicurezza. Per
comodità. So che queste primarie saranno laceranti. Chi promette di
lasciare il PD se Matteo Renzi vince. E’ una battaglia strana, che
coinvolge tante cose. Generazioni piantate ancora nel secolo scorso, con
i loro giovani sodali e fedeli che governano i meccanismi decisionali.
Non è una questione di generazioni, infatti. E’ una questione epocale
che riguarda il Paese, le sue dinamiche corporative, il modo con cui si
va al potere e quello con cui si governa. Ed io so da che parte stare.
Non sto dalla parte di chi è parte del ventennio appena passato, anche
se ha solo 20 anni. Sto dalla parte di chi ha una visione complessiva,
anche avesse 90 anni.
Non lascio a Matteo Renzi quello spazio.
Lo occupo con lui nella speranza di ridare futuro a chi non lo ha, alla
mia generazione e a quella dopo la mia. Quelli che i figli no, il mutuo
no, il contratto no. Per trasformare quei no, in sì.
Il suo programma è qui, per chi volesse leggerlo. Così parliamo di contenuti e non di ceroni televisivi.
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