sabato 29 settembre 2012

PERCHE' VOTERO' RENZI


Torniamo seri: Renzi c'é e dobbiamo discutere di lui in termini politici. Cominciamo con la pubblicazione di una lunga lettera di Cristiana, renziana fin dalla Leopolda. Ognuno può trarne considerazioni e dirci cosa pensa. Potete inviare i vostri POST per mail a circolopdtavarnuzze@gmail.com e li pubblicheremo.  

Chi prende posizione si prende la responsabilità dei propri atti, delle proprie scelte. Ho deciso di farlo, in modo netto ed anche lacerante.
Voterò per Matteo Renzi alle primarie per un motivo molto semplice:  non voglio solo vincere le prossime elezioni. Vorrei un governo che duri almeno dieci anni e che sappia incidere sul Paese, trasformandolo radicalmente. Ad oggi Matteo Renzi è l’unico che ha le carte in regola per vincere ed è l’unico che consenta attorno a se spazi per poter partecipare a quel progetto anche se non si proviene dalla tradizione di partito o da una qualche corrente benedetta. Bersani fa parte della classe dirigente degli ultimi venti anni. E’ una brava persona, forse un po’ ingenuo considerato che ha nominato Penati suo responsabile della campagna elettorale da segretario.
Bersani, come Veltroni, non ha saputo smarcarsi dal giogo correntizio della fusione fredda di due partiti.

Renzi oggi pur provenendo da una storia e da una tradizione diversa dalla mia, è un democratico a tutti gli effetti. Ha persino un senso molto meno reverenziale nei confronti del partito, non perché i partiti debbano essere spazzati via come professa Grillo. Ma perché devono tornare ad essere strumento di democrazia e non fine ultimo di interessi di parte. E questa la terza via tra Grillo e D’Alema, Dei partiti utili. Trasparenti. Non di proprietà. Non ostaggio. Contendibili. Lo abbiamo visto nel Lazio con la candidatura di Bachelet. Avevamo contro tutti. Tutti i consiglieri regionali che hanno tappezzato il Lazio di manifesti abusivi per Gasbarra e cammellato truppe per impedire che Bachelet potesse occupare anche solo un po’ di spazio nel partito con la sua gente. Tutto chiuso. Sbarrato. Di proprietà.
Matteo Renzi oggi viene dipinto come il male assoluto. E’ il sindaco del PD di Firenze. A Piazza Pulita hanno elencato i personaggi che lo elogiano: Berlusconi, Iva Zanicchi, Lele Mora, Flavio Briatore, Marcello dell’Utri.  Tutti personaggi del ventennio che hanno in comune una cosa agli occhi di un osservatore con un minimo di cultura politica. Sono soggetti alla fascinazione del carisma. Se chiedete loro se gli piaceva Berlinguer vi risponderanno di sì. Il fatto che Matteo Renzi abbia carisma non può essere un’affermazione ontologica che lo collochi a destra. E’ una follia propagandistica. Il carisma non è l’arte di imbonire. Lo è nella declinazione berlusconiana.  Esiste anche il carisma che proviene dal “sentire” il proprio tempo. Dal sapere cosa dire.
Voterò Matteo Renzi perché parla agli elettori e non alle sigle.
Voterò Matteo Renzi perché non voglio lasciarlo nelle mani dei post democristiani che saltano sul suo carro perché odorano il buon risultato. Fa bene Matteo a non volere comitati centralizzati. In questo modo (lo dico chiaro con nomi e cognomi così non lascio dubbi) se a Viterbo ci sono 10 comitati, Fioroni non potrà intestarsi il risultato. Così Moscardelli a Latina. O i lettiani eretici in giro per il mondo.
Voterò Matteo Renzi perché vive da contemporaneo il problema del precariato, sa cosa è. Sa cosa passa una donna a 34 anni sul lavoro. Sa cosa significa fare il creativo e non pagare l’affitto. O l’operaio nella fabbrichetta dove ti schiavizzano davvero, dove la sicurezza non esiste, mentre tutti parliamo dell’operaio della grande industria, quello che sul contratto ha persino descritti i pesi che può caricare. Una cosa che nessun cameriere, nessun falegname, nessun saldatore sa cosa sia. E nemmeno i lettori dei giornali da salotto, tutti occupati a sparare altrove, dove fa più audience. Consiglio il bel libro di Santarossa “Viaggio nella notte” per sapere cosa significa lavorare in una fabbrichetta di provincia. Preparate il Maalox.
Voterò Matteo Renzi perché non credo all’Europa dei mercati, ma all’Europa “abitata” dai suoi cittadini (vedi la proposta di servizio civile europeo). Non ho paura di vederlo parlare con la Merkel. La cosa importante è cosa si fa in Italia, non il capello brizzolato che fa autorevolezza. Che se sei autorevole di aspetto, ma poi sei ostaggio delle correnti del tuo partito, non decidi nulla davvero.
Voterò Matteo Renzi perché ha il coraggio di dire che in Italia spendiamo poco per i dipendenti pubblici. E’ che spendiamo male.
Voterò Matteo Renzi perché è un cattolico che dice che se i gay si sposano a lui non frega nulla. Il sacramento è una cosa privata. Lo voterò anche per essere la sua goccia cinese sulla questione dei figli. Ha una cosa, Matteo. Non fa finta che i problemi non esistano. Li affronta. Prende posizione. Vi dice come la pensa. Per questo in molti lo odiano – lo odiate – perché siamo assuefatti ad una classe politica che quando ha paura di dire la sua e di perdere consenso non parla. Tace. Tanto il tema è vincere le elezioni, non governare.
Voterò Matteo Renzi perché incarna meglio di chiunque altro il motivo per cui abbiamo fondato il PD, la casa comune dei progressisti che superava l’accrocco delle alleanze, dei giochetti, della spartizione.
Lo voterò perché ha capito che tra la gente che ha votato a destra c’è qualcuno da recuperare, altrimenti – banalmente – si perde.
Lo voterò perché abita il futuro, come me, e mi sono stufata degli interventi per i giovani come se fossero degli interventi straordinari per chissà quale categoria protetta. Da oggi gli interventi per il Paese SONO gli interventi per i giovani perché in tutti i luoghi del mondo è così, perché esiste identità tra progresso e futuro e quindi tra i giovani e la loro esistenza.
Lo voterò sapendo che molta gente non prenderà posizione o alla fine voterà Bersani, per sicurezza. Per comodità. So che queste primarie saranno laceranti. Chi promette di lasciare il PD se Matteo Renzi vince. E’ una battaglia strana, che coinvolge tante cose. Generazioni piantate ancora nel secolo scorso, con i loro giovani sodali e fedeli che governano i meccanismi decisionali. Non è una questione di generazioni, infatti. E’ una questione epocale che riguarda il Paese, le sue dinamiche corporative, il modo con cui si va al potere e quello con cui si governa. Ed io so da che parte stare. Non sto dalla parte di chi è parte del ventennio appena passato, anche se ha solo 20 anni. Sto dalla parte di chi ha una visione complessiva, anche avesse 90 anni.
Non lascio a Matteo Renzi quello spazio. Lo occupo con lui nella speranza di ridare futuro a chi non lo ha, alla mia generazione e a quella dopo la mia. Quelli che i figli no, il mutuo no, il contratto no. Per trasformare quei no, in sì.
Il suo programma è qui, per chi volesse leggerlo. Così parliamo di contenuti e non di ceroni televisivi.

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