martedì 23 novembre 2010

PER IL GOVERNO NON SI PUO' NEPPURE MORIRE IN PACE

Dichiarati "illegittimi" i registri comunali con le volontà dei cittadini creati in 72 città. La legge nazionale sul testamento biologico è bloccata alla Camera

La settimana scorsa si era aperta con la critica di Avvenire a Roberto Saviano per aver ricordato i percorsi tormentati ma sempre nel solco della legalità di Beppino Englaro e di Piergiorgio Welby, allo scopo di affermare il diritto all’autodeterminazione del malato. La settimana si è chiusa con una circolare dei ministri Maroni, Fazio e Sacconi che definisce “illegittimi” i registri comunali, istituiti dallo scorso anno in settantadue città, per raccogliere le volontà dei cittadini sul fine vita, in assenza di una legge nazionale che lo regoli...
Il disegno di legge sulle disposizioni anticipate o testamento biologico però è ultimato ma è fermo da mesi e non sembra sul punto di sbloccarsi. Mancano ancora alcuni pareri e sembrerebbe che lo stesso presidente della Camera Gianfranco Fini avesse sollecitato il parere della presidente della Commissione Giustizia, Giulia Bongiorno.
Il nodo insolubile rimane l’obbligatorietà o meno dell’alimentazione e idratazione artificiale. In realtà è un disegno di legge che, per i suoi contenuti sensibili, conviene tener insabbiato. Pronto per venire ripreso e usato strumentalmente ogni qual volta gli schieramenti hanno necessità di marcare il territorio.

“La legge sulle disposizioni anticipate in materia di fine vita è pronta dal luglio scorso – scandisce il senatore Pd Ignazio Marino – il fatto è che questa legge il governo del ‘fare’ non la vuole fare. Non gli conviene, è un argomento troppo spinoso in questo momento. Ma noi a questo punto chiederemo che venga subito calendarizzata la votazione alla Camera. Del resto così non è più possibile andare avanti: la legge non si fa, i registri comunali che dovrebbero in parte arginare questo vuoto legislativo e dare la possibilità ai cittadini di esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione, neanche. Il fatto è che questo governo oggi non è in grado di decidere nulla”, conclude Marino. Insomma non decide ma si oppone ai registri comunali, nati sulla base di iniziative popolari.

Il documento firmato dai ministri dell’Interno, della Salute e del Welfare minaccia azioni legali contro chi promuova i registri, per “uso distorto di risorse umane e finanziarie”. Ma in uno stato liberale è proibito ciò che è vietato dalla legge. É dunque legittimo per un comune aiutare i propri cittadini a vedere rispettata la libertà di autodeterminarsi, anche se ciò implica le spese di cancelleria e il lavoro di un impiegato comunale”.

Purtroppo c’è chi ha dovuto scegliere davvero di mettere una pietra tombale sulla propria esistenza perchè diventata insopportabile. Era Luca Coscioni che spese pubblicamente gli ultimi anni della sua breve vita combattendo per il diritto all’autodeterminazione del malato, il premio Nobel José Saramago quando morì gli dedicò queste parole: “Purché la luce della ragione e del rispetto umano possa illuminare i tetri spiriti di coloro che si credono ancora, e per sempre, padroni del nostro destino. Attendevamo da tempo che si facesse giorno, eravamo sfiancati dall’attesa, ma ad un tratto il coraggio di un uomo reso muto da una malattia terribile ci ha restituito un nuova forza”. Dobbiamo augurarci un altro malato si faccia carico di ricordare alle istituzioni il diritto all’autodeterminazione della persona sancito dal diritto internazionale oltre che dall’articolo 32 della Costituzione?

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