SeNonOraQuando FIRENZE CONTRARIO ALLA CREAZIONE DEL CIMITERO DEI FETI
Comunicato stampa
La Giunta Comunale di Firenze ha varato in data 14/3/2012 un nuovo
regolamento di Polizia Mortuaria che prevede la realizzazione di un
spazio specifico all'interno degli ambiti cimiteriali per la sepoltura
di “feti che non siano stati dichiarati morti, per i prodotti abortivi e
quelli del concepimento”.
Pensiamo
che questo intervento, che di fatto personalizza il feto, abbia un
valore altamente simbolico e che indebolisca le donne, invece di
proteggerle, nel loro diritto all'autodeterminazione.
Riteniamo che
un’area dedicata all’interno del cimitero sarebbe sia uno strumento nel
processo di colpevolizzazione della donna che un velato attacco contro
la legge 194. Inoltre non ha nulla a che fare con il rispetto della
legge sulla sepoltura dei feti, DPR 285, tale legge infatti viene
regolarmente applicata nel Comune di Firenze e non fa assolutamente
riferimento alla necessità di creare aree di sepoltura distinte per i
feti.
Pensiamo, inoltre, che tale regolamento sia lesivo della
privacy di chi va a visitare questa parte del cimitero e che sia
costituzionalmente inaccettabile perché introduce un principio di
diseguaglianza: la creazione di “categorie” all'interno del cimitero
lede il principio fondamentale di uguaglianza cioè un diritto
inalienabile in vita come in morte.
Firenze, sì alla sepoltura dei feti donne del Pd contro la giunta Renzi
21-03-2012
Polemiche dopo l’approvazione del regolamento cimiteriale
di Marco Gasperetti da Corriere della Sera, 21 marzo 2012
FIRENZE — Un articolo di un regolamento comunale, uno dei tanti. Tre
righe appena, quasi invisibili. Eppure destinate a sconquassare la
relativa calma del Pd (e della sinistra) fiorentina. E suscitare
polemiche tra le donne del partito, soprattutto tra quelle approdate al
Pd dai Ds e da altre forze laiche e socialiste. Insomma, quelle iscritte
al partito che hanno combattuto per l’approvazione prima e la difesa
poi della legge 194 sull’aborto.
Il regolamento sulla graticola, appena approvato dalla giunta
comunale con il placet del sindaco Matteo Renzi, è quello cimiteriale.
Che individua nel camposanto di Trespiano, uno dei principali della
città sulla via Bolognese, un luogo ad hoc dove seppellire i feti, ma
anche «i prodotti abortirvi e i prodotti del concepimento», come si
legge testualmente.
I problemi non sono arrivati dalle assessore (sono 5 per 10 poltrone
complessive), ma da parlamentari, consigliere comunali, esponenti di
partito e delle associazioni vicine alla sinistra e ai democratici. Tra
le prime a far sentire la propria voce critica è stata la senatrice
fiorentina Vittoria Franco. Che ha definito il regolamento «una
provocazione verso il dramma dell’aborto e del rapporto delle singole
donne con la maternità» e ha chiesto un immediato ripensamento della
giunta guidata da Renzi. «Agghiacciante», lo ha invece definito un’altra
parlamentare democratica, la senatrice Magda Negri.
Ma è a Palazzo Vecchio, sugli scranni del Salone de’ Dugento, sede
del consiglio comunale, che si giocherà la partita decisiva del
provvedimento. «Molto ideologico e poco pratico — spiega la consigliera e
parlamentare del Pd, Tea Albini —. Anche perché già oggi la legge
consente la sepoltura di feti e aborti e non c’era nessuna necessità di
presentarlo. Si rischia una spaccatura forte all’interno del gruppo
consiliare e nella sinistra. Ne valeva la pena? Io sono per la politica
come arte della mediazione. Il sindaco, invece, cerca lo scontro. Spesso
mediatico». Ancora più dura Claudia Livi, vicecapogruppo pd: «Mi
dissocio da un atto che mi offende profondamente come donna».
Difficilmente però la spaccatura, se ci sarà, si registrerà
all’interno della giunta Renzi. Tutti gli amministratori, comprese le
cinque donne, sembrano favorevoli. E l’assessore Rosa Maria Di Giorgi
(Pd) ha anche diffuso un comunicato nel quale stigmatizza «le sortite di
alcune parlamentari e di consiglieri comunali», sottolineando che
l’area per seppellire i feti «esiste a Trespiano dal 1996 e che si
tratta di un luogo dove i genitori possono chiedere di seppellire i
bambini nati morti». Spiegando poi che in quel regolamento non c’è
niente di più. «Nessun attacco alla laicità, né alla legge sull’aborto —
sottolinea Di Giorgi —. Solo il riconoscimento di una sensibilità, nel
rispetto di quelle donne che avrebbero voluto un figlio e purtroppo lo
hanno perso. Nulla a che vedere con offese alle donne che hanno invece
liberamente scelto di interrompere la gravidanza».
Le donne della sinistra, però, non sembrano fidarsi troppo. E c’è chi
minaccia una battaglia in aula. Il regolamento, infatti, dopo il sì
della giunta deve arrivare in consiglio comunale. L’approvazione è
scontata, perché su questo punto il centrodestra si dichiara favorevole.
«Però la spaccatura sarebbe reale e per certi versi pure devastante»,
spiega Ornella De Zordo, docente universitaria e consigliera di
Perunaltracittà, una lista civica di sinistra. «Non è una novità e altre
città hanno approvato provvedimenti simili — spiega De Zordo — ma sono
stati sempre Comuni amministrati da giunte di centrodestra. Firenze è la
prima di centrosinistra. Un record preoccupante. Proporrò un
emendamento abrogativo dell’articolo».
Si muove anche il mondo dell’associazionismo. Liberetutte di Firenze,
un’associazione che nello statuto ha tra gli obiettivi la difesa della
libertà e l’autodeterminazione delle donne, ha chiesto a tutte le
consigliere comunali un incontro. «Vogliamo discutere quello che per noi
è un attacco alla 194 — spiega la portavoce Luisa Petrucci —. Il
regolamento vuole trasformare feto ed embrione in una persona e non è
questo lo spirito della legge. L’articolo del regolamento approvato ci
pare una macabra trovata che lede la sfera privata delle donne e la loro
dignità».
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