E non solo lei...
In questi giorni di difficoltà davvero
estrema dal punto di vista economico per l'Italia, si sente parlare in
maniera quasi estenuante di spread, di borsa e di lettere colme di
buoni intenti inviate, neanche fossimo già a Natale. Come al solito
quindi in Italia si parla di tutto tranne di chi lavora veramente,
ovvero di chi ha il merito di non aver mandato già da tempo
la nazione a rotoli.
Eppure in molte realtà industriali la situazione è
davvero disperata, ad esempio:
- Fiat, Termini Imerese chiude nel 2011, mentre a Pomigliano i lavoratori sono in Cassa integrazione da oltre due anni; - Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), 400 ricercatori rischiano di non vedersi rinnovare i contratti;
- Alcoa rischia la chiusura, 2000 lavoratori andrebbero a casa;
- Agile – Omega rischia la chiusura, 2000 lavoratori rimarrebbero senza lavoro;
- Nortel azienda smembrata e venduta a pezzi, 28 lavoratori licenziati; - Yamaha, 66 lavoratori a rischio;
- Ansaldo Breda, un piano di ristrutturazione prevede 600 esuberi;
- Nokia Siemens, 600 lavoratori a rischio.
- Merloni, 1600 lavoratori in cassa integrazione su 2000;
- Iris, accordo per 24 mesi di cassa integrazione, la Fiat chiude lo stabilimento, e il governo rischia di dover pagare multe all'Europa per la circolazione di autobus vecchi e inquinanti.
Solo alcuni esempi...
E la ricetta del Berlusca era quella di liberalizzare i licenziamenti...
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