venerdì 4 novembre 2011

LA CLASSE OPERAIA VA ALL'INFERNO

E non solo lei...

In questi giorni di difficoltà davvero estrema dal punto di vista economico per l'Italia, si sente parlare in maniera quasi estenuante di spread, di borsa e di lettere colme di buoni intenti inviate, neanche fossimo già a Natale. Come al solito quindi in Italia si parla di tutto tranne di chi lavora veramente, ovvero di chi ha il merito di non aver mandato già da tempo la nazione a rotoli. 
Eppure in molte realtà industriali la situazione è davvero disperata, ad esempio:
- Fiat, Termini Imerese chiude nel 2011, mentre a Pomigliano i lavoratori sono in Cassa integrazione da oltre due anni; 
 - Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), 400 ricercatori rischiano di non vedersi rinnovare i contratti; 
- Alcoa rischia la chiusura, 2000 lavoratori andrebbero a casa; 
- Agile – Omega rischia la chiusura, 2000 lavoratori rimarrebbero senza lavoro; 
- Nortel azienda smembrata e venduta a pezzi, 28 lavoratori licenziati; - Yamaha, 66 lavoratori a rischio; 
- Ansaldo Breda, un piano di ristrutturazione prevede 600 esuberi; 
- Nokia Siemens, 600 lavoratori a rischio. 
- Merloni, 1600 lavoratori in cassa integrazione su 2000; 
 - Iris, accordo per 24 mesi di cassa integrazione, la Fiat chiude lo stabilimento, e il governo rischia di dover pagare multe all'Europa per la circolazione di autobus vecchi e inquinanti.
Solo alcuni esempi...
E la ricetta del Berlusca era quella di liberalizzare i licenziamenti... 

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