giovedì 17 novembre 2011

OK A MONTI: Ombre e luci

L'Italia benedice l'esecutivo dei professori (11 su 18). Il Pdl però pensa al voto, BERLUSCONI progetta già un governo ombra, Alfano: "da oggi inizia la campagna elettorale".  Stiamo lustri...
Del resto se  qualche anno fa ci fossimo trovati di fronte a un governo come questo, le critiche di un pezzo importante di opinione pubblica si sarebbero sprecate sin dal primo istante. I legami con il Vaticano sono evidenti, quelli con le banche e la grande industria addirittura dichiarati. L’età media dei ministri poi è così alta (63 anni) che la maggior parte di loro sarebbe costretta ad andare in pensione non dalle leggi presenti, ma persino da quelle future.
Il governo dei professori di Mario Monti però piace. E anche chi lo guarda con diffidenza in queste ore spesso si limita con ragionevolezza a dire: lo giudicheremo dai fatti.
Ovviamente nessuno sa quanto durerà la luna di miele. Finirà quando verranno imposti i primi sacrifici? O per conservare il consenso sarà sufficiente riuscire a far tirare la cinghia ai privilegiati, come promesso da Monti? E quanto conteranno le pensioni, la giustizia e il mercato del lavoro?
Inutile arrovellarsi intorno a queste domande. Ci penserà la cronaca, sopratutto quella economico-finanziaria, a rispondere. Quella politica, invece, ci ha già spiegato perché gli italiani appaiono oggi felici di ritrovarsi nelle braccia di quelli che una volta si sarebbero chiamati i poteri forti: a spingerli senza se, e pochi ma, in questa direzione non è stata tanto la quasi certa prospettiva di default per il nostro Paese. Il rischio Grecia c’è ancora. E, per come sono ormai messe le cose, è tutto da dimostrare che il nuovo esecutivo sia davvero in grado di allontanarlo. A convertire i cittadini sono stati invece i poteri marci. Ovvero quelli, sempre presenti in Italia, che negli ultimi anni hanno trovato nel Cavaliere e nella sua corte i loro migliori campioni.
Così la compostezza e il rigore di Monti e dei suoi ministri tecnici rasserenano gli animi. Le poche e misurate parole del neo-premier suonano sagge agli orecchi di chi fino a due giorni fa era costretto ad ascoltare ogni sera un vociare confuso, intercalato da insulti, barzellette più o meno spinte e pernacchie.
I volti anziani degli uomini e delle donne dell’esecutivo appaiono nuovi per il solo fatto di non essere conosciuti dai cittadini. Le loro storie professionali (generalmente eccellenti) sembrano giganteggiare se confrontate alle carriere politiche di chi li ha preceduti. E dopo tanto tempo si sente di nuovo parlare di “sostenibilità” ed “equità”. Speriamo. Intanto, Monti ci ha messo la faccia. E su questo, come su ogni altro punto, merita di essere preso in parola. Fino a prova contraria.

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