giovedì 31 marzo 2011

Processo breve, blitz di Pdl. Bagarre in Aula, il VAFFA di La Russa




La maggioranza chiede e ottiene di invertire l'ordine del giorno per dare un via libera immediato alla legge che sta a cuore al premier. Insorge l'opposizione. Franceschini: "Approfittano della tragedia di Lampedusa per coprire questo fatto gravissimo. Liberano i criminali". Berlusconi: "Ce lo chiede l'Europa". Polemica Bindi-D'Alema

ROMA (da La Repubblica.it)  - Il blitz della maggioranza sul processo breve finisce in una bagarre assoluta con i manifestanti che assediano Montecitorio, il ministro La Russa protagonista di un durissimo scontro con il presidente della Camera Fini e infine la seduta sospesa e aggiornata a domani. Tutto inizia di mattina, quando Pdl e Lega hanno chiesto e ottenuto l'inversione dell'ordine del giorno dell'Assemblea scavalcando quindi la discussione sulla legge comunitaria e accelerando sulla legge che sta a cuore al premier Berlusconi. Grida di "vergogna, vergogna" dai banchi dell'opposizione che valuta ogni forma possibile di ostruzionismo. Non a caso dai banchi del Pd è partita la richiesta a Fini di evitare il contingentamento dei tempi. Richiesta che Fini accoglie raddoppiando i tempi di intervento. "Speriamo di chiudere entro venerdì" commenta Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl...
Malgrado le durissime prosteste dell'opposizione, la scelta di accelerare è stata rivendicata dal premier. "Non si tratta di processo breve, ma di processo europeo perché è l'Europa che ci ha chiesto di dare tempi più veloci ai nostri processi", così come "ce lo chiedono
i cittadini" ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in una conferenza stampa a Lampedusa. 

In precedenza il capogruppo del Pd Dario Franceschini aveva denunciato: "Questa è l'ultima delle vergogne, se non avete la forza morale di fermarvi, almeno provate vergogna per un'altra pagina nera della Repubblica". "Vogliono - dice Franceschini - approfittare della tragedia di Lampedusa per coprire questo fatto gravissimo". Poi si rivolge a Umberto Bossi e alla Lega. "Cosa andate a dire ai popoli padani - chiede ironico il capogruppo Pd -  a cui avete promesso la sicurezza? Andrete a dire che volete liberare i criminali? Il processo breve ha come unico scopo di fermare il processo Mills del presidente del Consiglio, ma le conseguenze immediate saranno che migliaia di processi rischiano la prescrizione e saranno liberati anche imputati di rapina o violenza sessuale. Ma di fronte al presidente del Consiglio le rapine e le violenze non contano e vi comportate da servitori fedeli". E di vergogna parla in Aula anche Pierferdinando Casini: "E' un provvedimento per placare le ossessioni giudiziarie del presidente del Consiglio. E' una vergogna".

Ma la tensione della mattina è stata però solo un antipasto del pomeriggio, quando si è svolto il sit in davanti alla Camera, teatro di attimi di fortissima tensione che hanno finito per ripercuotersi anche all'interno di Montecitorio, inducendo il presidente Gianfranco Fini a sospendere la seduta facendo slittare l'esame del testo a domani. Una scelta, salutata da un boato delle opposizioni, arrivata dopo uno scambio di battute al vetriolo con il ministro La Russa, accusato dall'opposizione di essere appositamente uscito dall'aula in concomitanza con la manifestazione per cercare l'incidente ed esasperare gli animi. Che cosa è successo? Il ministro si è rivolto alla terza carica dello Stato - hanno riferito i presenti in aula - levando il braccio ed esclamando "ma vaffa...". E Fini, prima di sospendere la seduta: "Non le consento di insultare la presidenza della Camera". Più tardi, riferiscono ancora fonti parlamentari, La Russa ha spiegato che non aveva inteso insultare il presidente della Camera ma che il suo gesto era rivolto a Dario Franceschini. "Curatelo", ha poi sibilato Fini ai giornalisti mentre lasciava Montecitorio.

Il Pd in particolare attribuisce un'estrema gravità alla situazione. "Questo è il governo della menzogna - attacca il segretario Bersani - Abbiamo capito stamattina a cosa serve il viaggio di Berlusconi a lampedusa: serve a togliere i riflettori da qua, dove per salvare una sola persona si buttano a mare centinaia di processi".

Al di là dei duri giudizi, i democratici sembrano però divisi sulla migliore strategia per cercare di contrastare i disegni della maggioranza. In particolare è da registrare un acceso diverbio nell'emiciclo di Montecitorio tra il presidente del Pd Rosy Bindi e Massimo D'Alema. Motivo del contendere: l'abbandono o meno dell'Aula come gesto di protesta contro la decisione di Pdl e Lega di invertire l'ordine del giorno dei lavori per far votare subito il testo sulla 'prescrizione breve'. Bindi sosteneva la tesi dell'Aventino, mentre D'Alema era contrario. Alla fine, quest'ultimo ironizzando, forse per smorzare un po' i toni del dibattito, avrebbe detto: "Che vuoi? Che gli vado a menare? Mi levo gli occhiali e vado....". Ma la battuta ha mandato su tutte le furie Rosy Bindi. Che più tardi ha aggiunto: " ''Non possiamo continuare a partecipare alla vita del Parlamento come se fosse una situazione normale, che invece finisce per coprire la straordinarietà di quello che viviamo, e cioè l'uso strumentale del Parlamento, il disprezzo della legge pur di garantire l'impunità al presidente del Consiglio, che oggi, qui come a Lampedusa prende in giro tutti''.

Altra replica a nome del governo è arrivata poi dal Guardasigilli Angelino Alfano: "Quella dell'opposizione sull'inversione dell'odg è un'indignazione programmata perché se non lo avessimo fatto ci sarebbe stata la legge comunitaria con la responsabilità civile dei magistrati e avrebbero protestato comunque".

In serata è arrivata quindi la replica dell'Associazione nazionale magistrati. "La legge sulla prescrizione breve - denuncia una nota dell'Anm - è un colpo mortale inferto al funzionamento della giustizia penale in Italia. Con la riforma oggi in discussione aumenterà a dismisura il numero di casi di denegata giustizia e di impunità per gli autori di gravi reati".  Analisi condivisa dal presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, secondo il quale con il bliz sul processo breve "andranno in fumo tutti i principali processi per crimini ambientali in Italia".
(30 marzo 2011)

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