martedì 15 marzo 2011

Un vecchio che non mi piace - Luis Sepulveda

Un pezzo su Berlusconi dal libro "Ritratto di gruppo con assenza" di Sepulveda

Mi piacciono i vecchi, ma non tutti, e non ho mai temuto la vecchiaia perché la vita mi ha offerto incontri con anziani formidabili. Con uomini e donne che hanno portato o portano le rughe, i capelli bianchi, l'apparente lentezza, con orgoglio e allegria, e ora che sto per compiere sessant'anni mi preparo a diventare come loro.
Quelle donne e quegli uomini che hanno sui volti la mappa gloriosa di vite gloriose sono il mio modello e per rispetto a loro e a me stesso voglio parlare in queste pagine di un vecchio patetico che rappresenta esattamente il contrario ed è l'immagine stessa della senilità, prigioniero di un destino simile a quello di Dorian Gray.

Il vecchio di questa cronaca è un italiano che ha rimpiazzato la serenità normalmente concessa dagli anni con un libertinaggio smisuraro. Suppongo che una volta gli sia capitato di assistere, al solo scopo di censurarla, a una messa in scena della Resistibile ascesa di Arturo Ui di Brecht e abbia deciso che gli specchi servivano da guida per rimediare per mezzo di protesi a ciò che la vita gli aveva negato.
Ha cominciato falsando la propria statura fisica, perché l'altra, quella morale, è per fortuna intoccabile. Un calzolaio gli disegna scarpe speciali provviste di zeppe nascoste che gli concedono più o meno quattro centimetri sopra il livello dei mare. Da qui, il lavoro di un sarto che deve confezionargli i pantaloni per due gambe che non sono le sue, e deve dotargli le giacche di spalline che mostrino un uomo alto, e anche robusto. Sussiste però il problema della testa, perché non ci sono protesi che ne aumentino le dimensioni, e per quanto provi davanti allo specchio le pose di Mussolini, la sua rimane quella di un vecchio bassetto, quasi privo di collo, infilata a forza in un corpo alieno. La caduta dei capelli è una questione decisa dagli anni, è una legge della natura, e tutti i trapianti a cui si è sottoposto sono falliti perché l'erba non cresce sul terreno sterile. Così, forse ispirandosi alla famosa macchia che orna la testa di Gorbacév, ha deciso di tatuarsi un'ombra scura sotto i suoi quattro peli stentati, e l'effetto finale è quello di un vecchietto che si copre la testa con un basco cencioso. Una volta, una truccatrice decise di coprire le rughe sul viso di Sir Lawrence Olivier, prima che il grande attore uscisse sul palcoscenico a recitare Amleto. Il grande attore con gentilezza glielo impedì e aggiunse: «Non sono rughe, sono cicatrici amate che mi hanno lasciato le migliori battaglie ».
L'italiano a cui mi riferisco, invece, ha deciso di diventare «il più bello d'Europa» e si è ricoverato in una clinica svizzera specializzata in chirurgia estetica. Il risultato finale è quello di un vecchio cinese che ha seri problemi ad aprire gli occhi. Così, dopo una serie di fallimenti , prevedibili in un apprendista Peter Pan, ha optato per gridare al mondo la sua virilità di latin lover della terza età.
Può esserci qualcosa di più grottesco di un anziano bassetto ma tutto impettito" mezzo calvo ma con la testa dipinta, dagli occhi a mandorla a forza di bisturi, e dalla dentatura impeccabile grazie a trattamenti che gli impediscono di chiudere la bocca? Se a questa visione da incubo aggiungiamo un'adolescente, ancora minorenne, generosamente presentata dai genitori, una bambina che candidamente chiama l'anziano «papi », abbiamo una trama da opera buffa che di sicuro fa rivoltare Rossini e Puccini nella tomba.
Un'infinità di veline, cioè di fanciulle dall'aria infantile ma discretamente puttane, hanno invaso la residenza ufficiale dell'anziano insieme a meretrici a tariffe business che si definiscono escort, e lungi dal proclamare ai quattro venti le virtù amatorie dell'anfitrione, queste signorine dichiarano che si tratta di un simpatico vecchietto, la cui maggior prodezza sessuale è farle sedere con lui a guardare vecchi video, dove canta noiose canzoni romantiche dell'Italia di Domenico Modugno. Il vecchietto ha una villa in Sardegna, stupefacente per quanto è kitsch, che è frequentata da gruppi di veline trasportate su aerei dell'Aeronautica italiana, per rallegrare altri vecchietti che vanno ad attestare il loro europeismo. In mezzo alle ragazze che fanno il bagno con poca roba addosso, grazie alla perizia di un paparazzo, abbiamo visto un uomo di governo profondamente euroscettico che sfoggiava un'erezione a carico dell'erario pubblico italiano, e al centro di tutto questo la figura inossidabile di «papi» che, a sentire le invitate, porta a spasso avanti e indietro la sua senile arroganza, la sua insolente senilità, la sua ignobile decadenza, convinto di essere il nuovo Nerone.
E, come dice la Bibbia, diamo a Dio quel che è di Dio, e a Cesare una residenza geriatrica.

Nessun commento:

Posta un commento