venerdì 29 aprile 2011

Lettera-appello di Adriano Celentano sui REFERENDUM

Lettera-appello di Adriano Celentano: “Il 12 e 13 giugno dobbiamo assolutamente andare tutti a votare. Non si tratta di destra o sinistra ma di un governo che ci avvelena. Tocca a noi fermarli”.


“Cari amici studenti, fascisti, leghisti, comunisti e operai insicuri. Mi sembra chiaro che a questo punto non ci resta che l’unico mezzo di sopravvivenza. Il voto. Non possiamo assolutamente mancare. Il 12 giugno dobbiamo andare tutti a votare anche se, come è prevedibile, il governo tenterà l’impossibile per togliere dalle schede referendarie pure il legittimo impedimento. E, se lo dovesse togliere dobbiamo essere ancora più numerosi davanti ai seggi”. Il “Molleggiato” scrive una lunga lettera-appello al Fatto Quotidiano. Contro il nucleare. Contro la privatizzazione dell'acqua, contro il legittimo impedimento. Contro le bugie del presidente del Consiglio che tratta gli italiani “da imbecilli” non restano che le urne, quel voto popolare che Berlusconi sempre osanna e ora cerca di sfuggire. Il 12 e 13 giugno gli italiani hanno l'occasione per rispondere alla “demoniaca voglia avvelenarci” di questo governo. "E, se per caso le sedi elettorali fossero chiuse, il vostro voto lasciatelo pure per terra scritto su un piccolo foglietto già preparato a casa, in modo che l’indomani tutti i marciapiedi d’Italia siano invasi da quaranta milioni di bigliettini" di Adriano Celentano.

Marco Travaglio ieri ad Annozero

I REFERENDUM RAPITI. SILENZIO SU TUTTO. TV E QUOTIDIANI TENTANO DI FAR DIMENTICARE CHE A GIUGNO SI VOTA.

Una cortina di silenzio è scesa sui referendum. Nucleare, acqua, legittimo impedimento. E cioè affari che interessano i più importanti editori italiani (i finanziamenti per le centrali nucleari per  banche e finanziarie, il cemento per le centrali, la gestione dell’acqua con la privatizzazione delle utilities locali: decine di miliardi di euro in gioco). E norme sulle quali si basa la possibilità di scappare dai processi per Silvio Berlusconi. Da qui, la coltre di silenzio scesa per non far lievitare il desiderio di andare a votare e la consapevolezza che si voterà. Su Il Fatto oggi lettera di Andriano Celentano su questo “rapimento” dei referendum.
Il tema del diritto al voto va anche oltre, però, gli stessi contenuti in gioco a giugno (nucleare,  acqua, legittimo impedimento). E pone in primo piano il problema della democrazia e del rispetto della volontà popolare. Molte associazioni stanno raccogliendo firme e preparando manifestazioni. “Noi metteremo i temi dei referendum dentro la nostra campagna elettorale per le amministrative. Trovo scandaloso” ha detto Bersani nell’intervista su Youdem, “ che si stia tentando in tutti i modi di scansare il giudizio popolare”.

Negozi aperti il 1° maggio Sciopero a Firenze e Milano

Contro la deroga per gli esercizi commerciali i sindacati hanno proclamato la protesta. Serrande alzate anche a Torino, Roma, Bologna e in altre città

E' polemica intorno alla opportunità di tenere o meno aperti i negozi il 1° maggio. A Milano e a Firenze i sindacati hanno dichiarato una giornata di sciopero proprio nel giorno della festa dei lavoratori. Filcams-Cgil, Uiltucs-Uil e Fisascat-Cisl  del capoluogo lombardo hanno appena indetto la protesta contro la deroga che consente l'apertura di tutte le attività di vendita, concessa, fra le polemiche, dal Comune. Il sindaco Letizia Moratti si era detta "meravigliata" per la reazione dei sindacati, affermando che la scelta di consentire l'apertura dei negozi è un modo per tutelare il lavoro.
Una motivazione contestata dal leader della Cgil, Susanna Camuso: "Ciò che è assolutamente stravagante, in tutta questa polemica, è che si vorrebbe sostenere che il calo dei consumi nel nostro paese sia determinato dal fatto che non si aprano i negozi nei 5 giorni festivi dell'anno. Il calo dei consumi è determinato invece dal fatto che i lavoratori e i pensionati hanno sempre meno risorse e quindi riducono la loro attività".
Firenze. A Firenze, come a Milano,  la decisione del Comune di dare il via libera all'apertura delle saracinesche ha spinto sindacati a proclamare uno sciopero del commercio il 1° Maggio: manifestazione da piazza Santa Croce a piazza della Repubblica alle 10. Si protesterà anche nelle altre città della Toscana.
In futuro la festa dei lavoratori sarà invece "blindata".  Natale e il 1° Maggio saranno festività certe, con tutti i negozi chiusi. La giunta regionale sta infatti finendo di lavorare a una proposta di legge per farle diventare intoccabili, immuni anche da concertazioni...

giovedì 28 aprile 2011

Quel lago di luce: il primato europeo di una piccola valle

La centrale della Val Sabbia
La Centrale della Val di Sabbia

C'è un lago di luce, tra le valli padane. Nei giorni in cui l'Italia si spacca sul nucleare, emerge dal profondo Nord una comunità montana virtuosa che si è dotata della più grande centrale pubblica fotovoltaica d'Europa. La quale distribuisce elettricità gratis a tutti gli uffici municipali, le strade, i semafori, i pensionati, le scuole... Senza un centesimo di soldi statali.
Siamo in Valle Sabbia, a nord-est di Brescia, lungo il fiume Chiese. Zona per secoli poverissima. Di emigrazione. Di parenti sparsi per l'Australia, la Merica, il Belgio, il Brasile... Di profumi forti come quello del Bagoss, il celeberrimo formaggio di Bagolino. Di infanzie passate nelle stalle o intorno al fuoco a cantare «baghècc». Di montanari cresciuti nel mito della Ferriera Italiana di Vobarno e delle acciaierie Falck, finite una quindicina di anni fa alla famiglia Chan di Hong Kong. Di fabbrichette nate dal contagio del virus dell'«imprenditorite».
Valle di gente seria. Che aveva fatto della Comunità montana una cosa seria. Al punto che, quando esplose lo scandalo delle comunità montane a livello del mare e si pose il problema di cancellare le comunità pataccare proprio per salvare quelle vere e virtuose, uno degli esempi citati a modello era sempre questo: la Val Sabbia.
Qui l'organismo altrove ridotto a un carrozzone ha messo insieme 25 comuni della valle più altri 16 che si sono aggregati. Qui la Secoval (società per i servizi comunali) frutto dell'alleanza è riuscita a strappare contratti altrimenti impensabili per la fornitura del gas e la rimozione dei rifiuti urbani pretendendo che i vincitori delle gare si accollassero il disturbo di servire anche le contrade che mai avrebbero servito perché poco remunerative. Qui sono stati raggruppati per risparmiare tutti i servizi Ici, Tarsu (smaltimento spazzatura), Tia (Tariffa di igiene ambientale). Qui c'è una banca dati che gestisce tutti gli strumenti di pianificazione e programmazione territoriale così precisa e aggiornata da contenere le foto di ogni edificio e ogni cancello d'accesso, consentendo insieme la massima vigilanza contro l'abusivismo e la massima disponibilità nei confronti dei cittadini che via Internet possono fare gran parte delle pratiche senza doversi mettere in coda agli sportelli. Qui 15 dipendenti coprono il lavoro di una ragioneria unica, un ufficio tecnico unico, una segreteria unica. Totale dei dipendenti comunali: 297 per 41 comuni con 160.000 abitanti complessivi. Uno ogni 538 abitanti. Un settimo, dicono le carte, di quelli milanesi: uno ogni 74....

mercoledì 27 aprile 2011

Geotermico, la rivoluzione energetica passa per le Isole Eolie

Si chiama Marsili Project l'iniziativa che punta a ricavare energia dall'omonimo vulcano sottomarino al largo della Sicilia. Un potenziale di produzione annua di circa 4.0 TWh, che da solo raddoppierebbe la quota del geotermico in Italia e basterebbe a coprire il fabbisogno di 700 mila persone


Un’energia nuova, pulita e praticamente inesauribile. Che arriva dal mare e che potrebbe diventare la scommessa del futuro per un paese povero di fonti energetiche come l’Italia. Il vulcano Marsili, gigante di 3000 metri al largo delle Isole Eolie, il più grande cratere sottomarino d’Europa, oggi è al centro di un progetto per la costruzione della prima centrale geotermica offshore del mondo. Un’idea rivoluzionaria che punta a sfruttare il calore dell’acqua marina che si infiltra lungo le pendici del vulcano, dove raggiunge temperature fino a 300 gradi centigradi, convogliandola in quattro piattaforme galleggianti dove produrre energia elettrica attraverso un sistema di turbine a vapore. Un potenziale di produzione annua di circa 4.0 TWh, che da solo raddoppierebbe la quota del geotermico in Italia e basterebbe a coprire il fabbisogno energetico di 700 mila persone, l’intera popolazione di Palermo.
 L’idea di produrre energia dal vulcano è venuta a Patrizio Signanini dell’Università di Chieti ed è stata finanziata da Eurobuilding, impresa specializzata in ingegneria naturalistica. L’azienda ha finanziato un gruppo di ricerca composto da tecnici dell’INGV, del CNR, del Politecnico di Bari e dell’Università di Chieti. Assente dal progetto, almeno a livello economico, lo Stato, che nonostante abbia concesso il permesso esclusivo di ricerca nell’area da parte del ministero dello Sviluppo Economico e una valutazione di impatto ambientale positiva del ministero dell’Ambiente, non ha al momento erogato finanziamenti per la ricerca....

L'ITALIA E' GIA' A RISCHIO NUCLEARE

Forse non tutti ce l'hanno in mente, specie dopo che i giapponesi hanno ammesso che Fukushima è stata un'altra Chernobyl, livello 7 di pericolosità. Ma il fatto è che l'Italia è ancora un paese nucleare. E' vero che le quattro centrali non producono più un chilowattora dal referendum del 1987. Ma ciò non significa che siano libere da scorie e radiazioni. Non solo: accanto alle ex centrali, ci sono i laboratori e poi gli impianti di fabbricazione e riprocessamento di combustibile nucleare, ormai dismessi e trasformati in depositi di scorie.
L'inventario radioattivo nazionale conta, infine, alcune "piscine", dove stanno a mollo le barre di combustibile irraggiato (e ancora fortemente radioattivo) estratte dai vecchi reattori, in attesa di prendere la via del riprocessamento a La Hague (Francia) o a Sellafield (Regno Unito). Essenzialmente, insomma, stazionano sulla penisola 100 mila metri cubi di spazzatura radioattiva, con tempi di decadimento che vanno da qualche mese o anno (i rifiuti della medicina nucleare) a centinaia di migliaia di anni (il plutonio).

Mettere in sicurezza il nucleare del passato ci costerà almeno 4,5 miliardi di euro, in parte prelevati dalle bollette (alla voce A2), che la società incaricata Sogin sta spendendo per smantellare le centrali e neutralizzare i rifiuti. Il tutto dovrebbe essere terminato entro il 2020, anno in cui gli impianti francesi e britannici cominceranno a restituirci ben impacchettate le scorie derivanti dal riprocessamento del combustibile esaurito. Leggiamo allora questa mappa del "nucleare reale" italiano, lungo l'itinerario suggerito il 25 giugno 2003 dall'allora capo del Sismi Niccolò Pollari alla commissione Ciclo dei rifiuti della Camera. La paura di al Qaeda aveva acceso i riflettori sui potenziali bersagli di un attacco terroristico in Italia, e il generale stilava una "classifica di pericolosità" dei siti nucleari italiani. Eccola.La piscina di Avogadro. In cima alla classifica c'è Saluggia, un piccolo centro in provincia di Vercelli che ospita l'impianto Eurex e il deposito Avogadro. Il primo, realizzato nel 1965, serviva per il riprocessamento dei combustibili dei reattori di ricerca, poi trasformato in deposito di rifiuti radioattivi. Avogadro, invece, è uno dei primi reattori di ricerca italiani, costruito dalla Fiat negli anni Cinquanta e successivamente trasformato in deposito. "Se misuriamo i rifiuti del nucleare non in volume ma in quantità di radiazioni, a Saluggia si trova l'85 per cento del totale", spiega Gian Piero Godio, di Legambiente. Nella vecchia piscina di Avogadro stanno immersi gli elementi di combustibile irraggiato provenienti dalle centrali di Trino Vercellese, Latina e Garigliano. Ma a preoccupare è il deposito Eurex, dove stazionano i fusti di rifiuti liquidi ad altissima radioattività (230 metri cubi)...

LA TRUFFA DEL NUCLEARE

PER BERLUSCONI SI VOTA SOLO SE VINCE LUI

Davanti al presidente francese Sarkozy, per confermare accordi e contratti, Silvio Berlusconi ha svelato il bluff sul nucleare, ha confessato quello che l’opposizione ha subito identificato come «imbroglio» per evitare il raggiungimento del quorum sull’atomo e, soprattutto, sul legittimo impedimento: «Se fossimo andati al referendum oggi il nucleare non si sarebbe potuto fare per molti anni a venire» ha ammesso il presidente del Consiglio ieri a Villa Madama.

Questa la spiegazione dello stop al piano italiano sull’atomo. «Gli accadimenti giapponesi hanno spaventato i cittadini, è emerso nei sondaggi che facciamo normalmente» e il referendum avrebbe cancellato il nucleare, ha spiegato il premier, convinto che «fra uno o due anni l’opinione pubblica sarà consapevole della necessità di tornare all’energia nucleare, un destino ineluttabile», fermata negli anni ‘70 «dall’ecologismo di sinistra».

Il Presidente Zelig

SILVIO Berlusconi non delude mai i suoi interlocutori. Tanto meno l'amico Nicolas Sarkozy. Contrasti sulla guerra di Libia? Rimpallo dei migranti alla frontiera di Ventimiglia? Insofferenza per l'istinto predatorio dei gruppi francesi in settori più o meno strategici della nostra economia? Avevamo scherzato. Ieri, al termine di un vertice "molto molto positivo" (Berlusconi) fra "paesi fratelli" (Sarkozy), ogni ostacolo pareva superato. E quasi sembrava prefigurarsi un'intesa privilegiata fra Roma e Parigi. Tanto che verso sera il ruvido ma non sprovveduto Bossi ha sintetizzato la giornata con queste parole che devono essere sembrate ben poco affettuose alle orecchie del suo alleato Silvio: "Ormai siamo diventati una colonia francese"....

martedì 26 aprile 2011

LA MEMORIA PRESENTE

(da L'Unità - Concita de Gregorio)
Nella guerra di slogan e di manifesti, di fischi e di applausi che ha segnato, purtroppo, anche il 25 aprile due figure assumono ancora una volta il rilievo di simbolo per la nazione: per quelle parti dell’Italia e per quegli italiani scelgono di identificarsi nell’una o nell’altra. Silvio Berlusconi ha brillato per la consueta assenza (il discorso di Onna, due anni fa, era evidentemente un evento estemporaneo) dalle celebrazioni per la Festa della Liberazione. Si è fatto gli affari suoi, in privato, salvo poi letteralmente esplodere a sera con una nota di palazzo Chigi che annuncia la partecipazione italiana ai raid della Nato in Libia. Bisogna riconoscergli una capacità di adattamento non comune: dal “non disturbiamolo” al “bombardiamolo” in meno di due mesi. La Lega, a quanto pare, l’ha presa malissimo. Staremo a vedere.

Giorgio Napolitano, invece, era al lavoro dalla mattina. In pubblico. Nel giorno della Liberazione, il presidente ha chiamato alla responsabilità nazionale, ha chiesto di «non far prevalere il cieco e acceso scontro», poi ha declinato nell’attualità il significato della Resistenza: «Nonostante la distanza e la diversità dei periodi e degli eventi storici ritroviamo le forze migliori della nazione impegnate a perseguire gli stessi grandi obiettivi ideali: libertà, indipendenza, unità», ha detto.

La Resistenza è adesso, non solo memoria del passato ma disciplina nel presente. È quello di cui si diceva domenica a proposito dei giovani e dell’Associazione nazionale partigiani, della straordinaria prova che danno i ragazzi: una lezione a tutti noi.
Mi trovavo a Casole d’Elsa, ieri, un piccolo paese toscano. Il nuovo sindaco, della cui giunta fa parte un esponente di Casa Pound, ha annunciato alla popolazione che il 25 aprile si sarebbe festeggiato il 29. Ma come, hanno detto gli abitanti di Casole: il 25 è il 25, non si festeggia mica il Natale a Capodanno, ma che bischerata è? In ventiquattr’ore hanno deciso di fare lo stesso un piccolo corteo....

Libia, Pd: «Siamo senza politica estera...»

(da L'Unità)

Le forze dell’opposizione chiedono un immediato dibattito parlamentare sull’intervento in Libia e si preparano a dar battaglia a un governo che di fatto non può contare su una maggioranza in politica estera. Il fatto che Berlusconi nella telefonata con Obama abbia garantito la disponibilità italiana ai raid aerei «mirati» (per dirla con La Russa) senza passare per un preventivo coinvolgimento delle Camere viene unanimemente criticato da Pd, Idv e Udc, anche se poi tra i tre partiti e anche all’interno di ognuno di essi non mancano sfaccettature.

Il Pd, per bocca del suo responsabile Sicurezza Emanuele Fiano, dice di condividere che Gheddafi sia «un nemico del popolo libico che l’Occidente deve combattere», ma sottolinea che la partecipazione degli aerei italiani ai bombardamenti costituisce «una svolta improvvisa e inaspettata, di cui è fondamentale capire meglio le motivazioni».

Per questo il partito di Bersani chiede un dibattito in Parlamento, necessario anche per capire se le nuove regole d’ingaggio della nostra aereonautica rientrino nel dettato costituzionale. L’«improvviso cambiamento» potrebbe essere dovuto, dice Fiano, all’incontro di oggi tra Berlusconi e Sarkozy, in cui si dovrà discutere della libera circolazione dei migranti. Mentre quel che è certo fin d’ora è che la maggioranza è spaccata (la Lega è contraria all’intervento diretto) e che, dice il responsabile Sicurezza del Pd, «non si può chiedere ai nostri piloti di partecipare ai bombardamenti con un governo diviso e con un Parlamento che ancora non ne ha discusso»...

"Berlusconi, ipotesi Quirinale" Il Pdl lo lancia. Bersani: "Da brividi"

Per carità, "non è all'ordine del giorno del Pdl", ma a Daniela Santanché, "piacerebbe vedere Berlusconi capo dello Stato". Il solo pensiero fa invece venire "un brivido" a Pier Luigi Bersani. Pensate un po', dice a Milano il segretario del Pd, se al posto di Napolitano ci fosse il Cavaliere. Chi sta "apprezzando l'opera del presidente della Repubblica, potrà ben immaginare, credo con un brivido, come potrebbe essere una diversa situazione", ammonisce il leader dei democratici. Rivolto a chi, spiega, "ha puzza sotto il naso quando dico "alleanze larghe per la ricostruzione del Paese"".
Il dibattito si accende anche perché Lucia Annunziata, per la trasmissione "Potere", ha chiesto ai politici cosa pensano di un'ascesa al Colle del Cavaliere. Ipotesi possibile per il leghista Marco Reguzzoni. "È normale che al Quirinale vada un ex presidente del Consiglio o un personaggio che è stato al vertice delle istituzioni. Berlusconi può essere tranquillamente eletto capo dello Stato", dice il capogruppo della Lega alla Camera...  Ma questo progetto non esiste, dice Fabrizio Cicchitto. Il presidente dei deputati del Pdl spiega che "al momento la partita ruota attorno al rafforzamento della maggioranza e alla realizzazione del programma del governo, il Quirinale non è obiettivo di Berlusconi". Ma quando mai, replica subito Italo Bocchino. Il numero due di Fli è convinto che "Berlusconi continua a dire che il Quirinale non gli interessa perché è quello il suo vero obiettivo". Speriamo che fallisca, conclude, perché "altrimenti distruggerebbe la democrazia italiana".

lunedì 25 aprile 2011

OGGI 25 APRILE, FESTA DELLA LIBERAZIONE!

"...tutto quel giorno ruppe nella vita
con la piena del sangue, nell'azzurro
il rosso palpitò come una gola.
E fummo vivi, insorti con il taglio
ridente della bocca, pieni gli occhi..."

Quelli che il 25 aprile non festeggiano "Basta con la mitologia della Liberazione"

Cirielli (Pdl): "Limiti e ombre tra i partigiani". Dozzan (ex An): "Dobbiamo capire che a quel tempo non c'era una parte giusta e una sbagliata per la quale combattere". La Destra: "E' una pseudofesta nazionale". Manifesti fascisti a Roma e corone bruciate in Lombardia

ROMA - Chi invoca "la pacificazione". Chi chiede che si faccia luce "sui massacri dei partigiani". Chi tira in ballo le foibe e Togliatti. Chi attacca manifesti con fascio littorio e chi, più sbrigativamente, brucia gli addobbi sistemati sul monumento alla Resistenza. Eccolo il 25 Aprile di chi non festeggia. Di chi puntualizza. Di chi proprio non riesce a vedere nel 25 aprile una festa di tutti. Di chi, nel giorno della liberazione dell'Italia dalla dittatura nazifascista, preferisce invocare una "pacificazione" tra vincitori e vinti che suona tanto come una parificazione tra chi ha lottato per la liberazione del Paese e chi, di quella oppressione, era autore e complice. Il tutto mentre tre parlamentari del Pdl presentano un disegno di legge costituzionale che abolisce la norma della Costituzione che vieta "la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista". ..

sabato 23 aprile 2011

IL SECONDO LIVELLO

(da L'Unità, fondo di Concita de Gregorio)

Cinque minuti di gloria per ciascuno. Dopo l’eroico harakiri di Roberto Lassini, il pdl milanese costretto a ritirarsi per aver “citato le parole di Berlusconi” nei manifesti “via le Br dalle Procure” definiti “ignobili” da Napolitano il martire del partito dell’Amore di oggi è Remigio Ceroni, ardimentoso sindaco di Rapagnano, provincia di Fermo, ex Dc e fondatore di Forza Italia nelle Marche. È del tutto evidente che si tratta di una gara a chi la spara più grossa, a chi si mette in miglior luce col capo, una gara del tutto simile a quella fra le ragazze di Arcore che però usano all’uopo divise da infermiera e da poliziotta e agiscono di notte. I maschi, di giorno, si combattono il posto da favorito a colpi di manifesti emendamenti e proposte di legge ritagliate sulla silhouette del capo come una muta da sub. Remigio Ceroni, di formazione sociologo, ha nientepopodimeno che riscritto l’articolo 1 della Costituzione. Lo ha fatto per chiarire che la sovranità «non appartiene al popolo» ma al Parlamento, «titolare supremo della rappresentanza politica della volontà popolare». L’obiettivo è quello di sancire in modo solenne il refrain con cui Silvio B. si difende da ogni tipo di accusa: mi hanno votato, perciò faccio come voglio.

Silenzio video sul voto. La Rai imbavaglia i questiti

Silenzio sui referendum, una nebbia sul voto popolare che il governo tenta di disinnescare con un secondo «golpe» per la paura che si raggiunga il quorum e sia abolito il legittimo impedimento. I telespettatori Rai sono tenuti all’oscuro non solo dei quesiti delle consultazioni del 12 e 13 giugno, ma la maggior parte non sa nemmeno che si andrà alle urne e perché. Dalla Rai nessuna informazione, né si vedono tribune elettorali: la commissione di Vigilanza è paralizzata dai ricatti del centrodestra che impediscono il varo del regolamento di applicazione della par condicio sul voto di giugno, atto che ha approvato l’Agcom per le televisioni private, mentre Sky reclama i faccia faccia

In fuga dal referendum, spunta il decreto acqua

Dopo la leggina spuntata all’improvviso per togliere di mezzo il referendum sul nucleare, ecco uscire dal cilindro del governo il decreto per boicottare anche i due quesiti contro la privatizzazione dell’acqua per cui sono convocate le urne il 12-13 giugno. Italia dei valori e comitati referendari, che nel silenzio più totale hanno fortissimamente voluto dare ai cittadini la parola su questi temi, gridano al «colpo di stato» e al «sabotaggio», alla «negazione di un diritto dei cittadini». Anche i più politicamente corretti ormai non possono più avere dubbi: il governa ne inventa una al giorno pur di evitare il confronto con gli elettori e con i cittadini. E’ un premier impaurito e infastidito da qualunque cosa che non sia nella sua esclusiva disponibilità quello che impiega energie e risorse, ministri e parlamentari, per fare piazza pulita dei processi in corso e anche dei quesiti referendari. La qual cosa ha una portata forse ancora più eversiva rispetto alle leggi ad personam su reati e processi perchè il referendum è un essenziale strumento di controllo dei cittadini elettori sull’attività del legislativo e dell’esecutivo. Strumento che viene aggirato e preso in giro....

mercoledì 20 aprile 2011

Dietro il no al nucleare il sabotaggio al referendum e la ripicca contro la Francia

Con questa decisione il governo ottiene quattro risultati: da un lato evitare un referendum, quello sul nucleare, che lo avrebbe visto sconfitto dopo la vicenda di Fukushima perchè avrebbe raggiunto il quorum e la maggioranza degli italiani avrebbe votato no al nucleare. 
 La seconda è che il governo spera, scongiurando il confronto sul nucleare, di evitare che si raggiunga il quorum anche per gli altri referendum. 
 Il terzo motivo sono le amministrative: il governo avrebbe dovuto rendere note alcune decisioni relative alla localizzazione delle centrali e ai siti per le scorie radioattive e ciò avrebbe provocato la reazione delle popolazione locali con un effetto negativo sul centro-destra alle elezioni. 
 A tutto questo si aggiunge un elemento di politica ed economia internazionale. Soprassedendo al piano nucleare l’Italia manda un chiaro segnale alla Francia: continuiamo a dividerci per esempio sulla questione immigrati e io non compro le centrali nucleari francesi, la cui vendita costituisce il più grande business dell’industria nucleare francese in questo momento. 
 Quest’ultima è una ripicca verso la Francia. Ma la politica estera ed economica di un Paese può reggersi sulle ripicche?              

Disastro Bp un anno dopo, spiagge e paludi ancora ricoperte di petrolio

Oltre 100 km di terreni danneggiati. Questa la denuncia di un gruppo di scienziati indipendenti per i quali il sistema immunitario di alcune specie ittiche è seriamente compromesso. Mentre una crosta di petrolio ricopre il fondo marino attorno all'area del pozzo.
Più di 100 km di terreni paludosi il cui ecosistema appare danneggiato. Il sistema immunitario di alcune specie ittiche seriamente compromesso. La produzione di alghe marine alterata. Una crosta di petrolio a coprire il fondo marino nell’area attorno al pozzo. E morte, morte ovunque: di comunità coralline, crostacei, tartarughe di mare, delfini. Appare così, nella denuncia di diversi scienziati indipendenti, l’area del Golfo del Messico dove un anno fa si inabissò Deepwater Horizon, il pozzo petrolifero di BP.

“C’è ancora una quantità terribile di petrolio disperso nell’ambiente”, ha detto al Washington Post Ian R. McDonald, un oceanografo della Florida State University che da tempo lavora nel Golfo. Le prospettive, a un anno dal disastro, appaiono del resto molto più incerte rispetto a molte delle analisi, e delle assicurazioni, offerte dalle autorità in questi mesi. Lo scorso novembre la NOAA, l’agenzia del governo federale che si occupa di clima e oceani, aveva assicurato che almeno un quarto del greggio rilasciato era evaporato, o si era dissolto nell’acqua. Un altro 29% circa sarebbe stato vaporizzato in particelle finissime, naturalmente o attraverso il disperdente chimico Corexit 9500, e poi riassorbito attraverso l’azione dei batteri marini. Il 5% del greggio era invece stato bruciato sulla superficie dell’Oceano....

Lassini lascia, Pdl nel caos a Milano

E I "RESPONSABILI" RICATTANO BERLUSCONI

Manifesti "VIA LE BR DALLE PROCURE", soltanto dopo l'intervento di Napolitano i vertici del PDL hanno chiesto al candidato di rinunciare. In serata il passo indietro e una lettera di scuse al Capo dello Stato. 

(Pentito? Lo stesso Lassini che diceva in video interviste di avere scritto semplicemente ciò che il suo Capo, Silvio, va dicendo da mesi -  Inoltre Berlusconi si è "rammaricato" di questa rinuncia. Preferivo la linea dura, ha detto.)
Intanto l'esecutivo di B. è appeso a Moffa e Scilipoti, che pretendono posti entro Pasqua. Il gruppo di Moffa e Scilipoti lancia l'ultimatum: entro giovedì devono saltare fuori i posti promessi prima dell'approvazione del processo breve, altrimenti il sostegno alla maggioranza non sarà più garantito

Ruby: "Mi sento parte lesa, ma dai magistrati"

Così la diciottenne marocchina, motiva la sua decisione di non costituirsi parte civile nel processo di Milano in un'intervista a 'Oggi'. Intanto è prevista per il 3 maggio la richiesta di rinvio a giudizio per Fede, Mora e Minetti. Gli inquirenti milanesi avrebbero intenzione di depositare alle difese dei tre anche le trascrizioni delle 4 intercettazioni indirette del premier Silvio Berlusconi

martedì 19 aprile 2011

Passo indietro del governo via le norme, salta il referendum

Dietro la scelta i timori per il raggiungimento del quorum anche sul quesito per abrogare il legittimo impedimento. 


Il governo - dice - cerca in tutti i modi di far fallire i referendum di giugno. Prima ha impedito l'election day con uno sperpero di 300 milioni di euro. Adesso cancella una norma per abolire il referendum sul nucleare, magari per poi ritirare fuori il piano nucleare tra qualche mese. Sono dei banditi che utilizzano il potere per impedire la partecipazione popolare di cui hanno paura. Si tratta dell'ennesima truffa a cui i cittadini hanno il potere di rispondere andando a votare in massa per i referendum su acqua e legittimo impedimento"

La Sora Cesira: "NEW LAW, NEW LAW"

La partita decisiva

(da L'Unità, Concita de Gregorio)


Attenzione alla campagna elettorale per Milano. Il crollo di popolarità di Berlusconi, la freddezza della Lega rispetto alla gestione della vicenda lombarda, da ultimo la sciagurata trovata del candidato pdl Roberto Lassini (c'è sempre un servitore più realista del re) che ha tappezzato la città di manifesti che equiparano i magistrati ai brigatisti, da cui la reazione di Napolitano di cui parliamo più avanti. 

Allarme rosso, per Silvio B. Perdere Milano sarebbe un colpo formidabile, il colpo di grazia, altro che processi. La Lega lo ha avvertito. Lui ha garantito che “si spenderà in prima persona” dove il verbo spendere deve essere preso alla lettera: si prevedono fiumi di milioni, denari senza risparmio investiti in pirotecniche manifestazioni pubbliche e private azioni di persuasione, impiego di patrimoni personali che, con le dovute differenze, sia nel caso di Berlusconi che in quello di Letizia Moratti non sono poca cosa...

La menzogna come bandiera

(di Barbara Spinelli, La Repubblica)


Due mesi prima della marcia su Roma, l'8 agosto 1922, Luigi Einaudi prese la penna e disse quel che andava detto nelle ultime ore della democrazia. Disse alcune cose semplici, profetiche: che "è più facile sperare di risolvere con mezzi rapidi ed energici un problema complesso, che risolverlo in effetto". Che l'idea di sostituire il politico con uomini provenienti dalle industrie, dalla "vita vissuta", è favola perniciosa.

Nella favola i non-politici "trasporteranno al governo i metodi di azione che sono loro familiari; faranno marciare le ferrovie; licenzieranno gli inetti; incuteranno un sano terrore agli altri". Ma è una chimera, e la macchina s'incepperà: "Il problema da risolvere non è già di trovare dei grandi industriali disposti a governare la cosa pubblica con la mentalità industriale. Essi non potranno fare che del male. Saranno degli straordinari improvvisatori". Saranno audaci, ma il primo impulso di simili audaci è di semplificare quel che è complesso: "di tagliare i nodi gordiani, di mandare a spasso il giudice che non decide un processo in ventiquattro ore, di ordinare ai direttori delle banche di emissione di far scendere il cambio del dollaro a 10 lire e così via"....

lunedì 18 aprile 2011

Germania: accesso vietato al ristorante agli elettori Pdl

BERLINO - E' solo una foto, quella che vedete a fianco, ma è significativa. Si tratta di un cartello esposto da coloro che gestiscono un ristorante a Berlino e fotografata da un turista. E significative sono le scritte: "Berlusconi-elettori non benvenuti" e "Niente cervello-niente servizio". A giudicare da come sono scritte, sembrano opera di qualcuno di madrelingua tedesca.
Il punto non è tanto il cartello in sè, che può essere valutato anche come goliardico o una boutade. E' ciò che rappresenta: la sfiducia e il disprezzo verso gli italiani che eleggono come capo del governo una persona del genere. Infatti non è un caso isolato: di recente, durante la sfilata dei carri allegorici del carnevale di Dussldorf è stato mostrato un carro dove un mafioso sodomizzava un Berlusconi felice; a Berlino un altro carro mostrava sempre Berlusconi che nuotava in un mare di tette. Il nostro è l'unico capo di governo che non viene mai associato ad alcuna attività legislativa, positiva o negativa che sia.

sabato 16 aprile 2011

Veltroni-Pisanu: Alleanza bipartisan per ribaltare Berlusconi

(articolo de Il Fatto Quotidiano)

Dalle colonne del 'Corriere della Sera', la proposta di un nuovo governo "per rasserenare il Paese". E intanto preparare un'alternativa all'attuale maggioranza. Consensi da Fli e Pd, Casini non commenta. Gelida la risposta del Pdl

Un governo di decantazione”, che porti a termine una riforma elettorale. Tutti insieme, da destra a sinistra, non ‘contro’ Berlusconi. Ma ‘per’ far fuori Berlusconi. Con stile. Il senatore Pdl Beppe Pisanu si stacca dal gruppo e tenta la volata. Sperando che lo seguano. Il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta antimafia è un esponente, seppur con un passato forzista, un po’ fuori dalla linea aziendalista. Forse anche per la sua attesa, ma mai arrivata, nomina a presidente dei senatori Pdl, presso i quali ha però un modesto seguito. Oggi, per una proposta lanciata dalle colonne del ‘Corriere della Sera‘, ha rispolverato il suo passato democristiano e scelto come partner l’ex segretario del Pd, Walter Veltroni. Una proposta neanche troppo inaspettata, se Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia della Camera e deputato di Fli, risponde dalle pagine dello stesso giornale: “So che l’ipotesi di un accordo con il Pd getta nel panico parecchi. Personalmente, reputo superate le categorie destra e sinistra e quindi per me i no pregiudiziali sono incomprensibili”. Forse la Bongiorno guarda all’esperimento di Latina dove la lista Fli di Antonio Pennacchi potrebbe appoggiare il Pd, pur di silurare il Pdl. I ‘fasciocomunisti‘, li hanno chiamati. E i democratici non disdegnano. L’idea comune è quella di sfruttare il momento, in cui la maggioranza è più divisa che mai. Un Pdl in cui Claudio Scajola – vicino a Pisanu – ha già radunato attorno a sé una cinquantina di parlamentari e Altero Matteoli è pronto a dare battaglia nel caso in cui il premier dovesse confermare il guardasigilli Angelino Alfano come suo pupillo. Ma intanto la maggioranza fa finta di non cogliere la provocazione, tutta interna, di Pisanu. E non reagisce . Il governo ha i voti e tiene, ricordano. “Ci si espone, ancora una volta, a favore di quel governo tecnico, che sta nel cuore ad un certo mandarinato e che nella realtà non può esistere”, è il commento della deputata Pdl Margherita Boniver. Più lapidario il ministro della Lega, Roberto Calderoli: “E’ una proposta da zombie”...

L'offensiva del Pdl sui giudici di Milano

Ispettori alla Procura di Milano. E' la nuova mossa del Pdl nella battaglia per proteggere Berlusconi imputato in quattro processi. Un'interrogazione presentata al Senato sollecita il ministro della Giustizia a mettere sotto indagine i magistrati del caso Ruby.
Questo dopo che ieri il Quirinale aveva ricordato che prima di promulgare la legge sulla prescrizione breve verranno svolte valutazioni sull'impatto e le ripercussioni sui processi in corso. Senza insomma che venga ponderata la reale consistenza del rischio che vittime di disastri e stragi restino senza giustizia. I numeri e le rassicurazioni del ministro Alfano non fugano tutti i dubbi. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano annuncia l'intenzione di "valutare i termini di questa questione quando saremo vicini al momento dell'approvazione definitiva in Parlamento". E' un "avviso" che allarma Berlusconi, prefigurando la possibilità di una bocciatura della legge messa in cantiere per "fulminare" il processo Mills prima che venga pronunciata la sentenza...

venerdì 15 aprile 2011

ASILI NIDO: LA RISPOSTA DELL’ASSESSORE BUCCIONI


“Ho letto con attenzione le critiche sollevate dall’unione di SEL, IDV, FDS e delle varie liste civiche negli ultimi giorni riguardo alla riorganizzazione complessiva degli asili nido del Comune di Impruneta. Tengo a precisare che alcune informazioni sono state travisate e strumentalizzate.
Credevo che la politica si facesse nelle sedi opportune e quindi sono rimasta sorpresa quando ho trovato articoli e titoli sulle diverse testate sull’argomento quando quelle stesse forze politiche che denunciano non si sono presentate alla Commissione Consiliare dove il punto è stato sviscerato e affrontato e non hanno sollevato nessun dibattito nella seduta del Consiglio Comunale dove è stato votato l’atto sulla prima infanzia: ma anzi hanno abbandonato l’aula prima della votazione.
Io invece delle chiacchiere preferisco riconfermare le scelte importanti che sono state fatte in questo settore per andare incontro alle esigenze delle famiglie, soprattutto le più giovani, di questo territorio....

PERFIDA EUROPA! Travaglio ad Annozero.

Ucciso il pacifista italiano rapito nella striscia di Gaza

Bandiera nera in segno di lutto per Arrigoni
Il corpo del pacifista è stato trovato in una casa dopo un blitz delle forze di sicurezza: "E' stato soffocato". 


PER VITTORIO ARRIGONI, UMANO GIUSTO*

Non c’è neppure stato il tempo di iniziare a mettere in fila le firme
sul primo appello per la sua liberazione, che arrivavano a valanga nella
notte da ogni angolo di Italia.

Vittorio Arrigoni è stato ucciso a Gaza, a trentasei anni, poche ore
dopo il suo sequestro.

Ogni giorno per anni ci ha raccontato la lotta per la sopravvivenza di
due milioni di persone rinchiuse nell’assedio, bombardate, affamate,
umiliate.

Aveva scelto di stare all’inferno per aiutare a rompere il silenzio.

Aiutava con immagini e parole, indipendenti e imparziali come la vita
vera, chi volesse raccontare la verità.

A parte pochissimi, nessuno guarda a Gaza. E’ diventata ormai un buco
nero nella cronaca e nella politica.

Una gigantesca macchia oscura nell’etica e nella morale collettiva,
impastata di indifferenza e di enormi complicità con l’orrore.

Vittorio è morto ammazzato. La sua morte oggi strappa il velo sulla
Striscia e parla.

Che possa parlare davvero a tutti, Vittorio, anche ora che non c’è più.

Che semini ancora l’insopportabilità dell’ingiustizia, delle doppie
misure, dell’ipocrisia in cui viviamo immersi.

Abbracciamo i familiari, l’International Solidarity Movement, gli amici.

Ringraziamo le autorità palestinesi che si sono adoperate per la sua
liberazione

Siamo a fianco della popolazione di Gaza e dei giovani che si sono
mobilitati per salvagli la vita.

Rinnoviamo l’impegno contro l’assedio, contro l’occupazione israeliana,
per una pace fondata sulla giustizia.

Continuiamo l’azione politica, culturale e umanitaria per rompere
l’isolamento di Gaza.

L’omicidio di Vittorio non sia utilizzato come ulteriore pretesto per
impedire la presenza nell’area di volontari, cooperanti e testimoni.

Restiamo umani, ci ha sempre ripetuto Vittorio. A qualunque latitudine,
facciamo parte della stessa comunità.

Ogni uomo, ogni donna, ogni piccolo di questo pianeta, ovunque nasca e
viva, ha diritto alla vita e alla dignità.

Gli stessi diritti che rivendichiamo per noi appartengono anche a tutti
gli altri e le altre, senza eccezione alcuna.

Restiamo umani, anche quando intorno a noi l’umanità pare si perda.

 ( Comunicato de L’ARCI )

giovedì 14 aprile 2011

Fahrenheit 451 - L'indice della destra

(di Concita De Gregorio, da L'Unità)

Dice il ministro Gelmini che «il problema esiste». Ci sono libri di storia che mancano di «oggettività». Che «indottrinano e plagiano» gli studenti, come scrivono 19 parlamentari del centrodestra capitanati niente meno che da Gabriella Carlucci, il cui passato accademico ha avuto a torto meno risalto di quello televisivo. Da storica mancata, la maggiore delle sorelle Carlucci si pone il problema che già il suo leader di riferimento ebbe modo di esporre settimane fa, contestando la scuola pubblica che “inculca” valori contrari a quelli auspicabili. All’indice il libri di testo, dunque. 
Al progetto di legge è allegato l’elenco dei libri da cassare. Gelmini dice che la questione sarà discussa e considerata adeguatamente.

Ma vediamo alcuni dei passaggi incriminati, tratti dai testi segnalati come colpevoli di indottrinare e plagiare le nuove generazioni....

SALVA SILVIO: E' FATTA.

Ce l’hanno fatta anche stavolta. Incuranti dei reati, tanti, 7mila subito, altri 7mila a regime, che saranno cancellati. 15mila procedimenti verso la prescrizione. Dal crac Parmalat allo scandalo Santa Rita. Indifferenti rispetto a quegli imputati incensurati che, senza lo sconto della prescrizione breve, si sarebbero potuti avviare a diventare recidivi. Invece potranno restare incensurati anche più di una volta anche se si sono macchiati di crimini gravi. Tutto pur di evitare che proprio Berlusconi diventi, anche lui,  un recidivo. La nuova norma “salva Silvio” passa alla Camera, in un tripudio della maggioranza che già pensa di aver raggiunto quota 345. Si avvia verso il Senato. Dove già si preannuncia una discussione “breve” che si incrocerà con la discussione sul processo “lungo”. Un’altra trappola, anche questa, per aiutare Berlusconi.

martedì 12 aprile 2011

L'iItalia non è un paese povero, è un povero paese (Charles De Gaulle)

A CARO PREZZO

Di Concita De Gregorio, L'Unità


Un salvacondotto. Un corridoio umanitario per far uscire Silvio B. al riparo dalla selva di fischi che regolarmente, ormai, lo accolgono quando esce per strada senza aver fatto in tempo ad assoldare i figuranti. Un “patteggiamento” di quelli che non si negano a nessuno, come una sigaretta al mendicante. Sono settimane che nei corridoi dei palazzi si mormora che l’unica possibilità di convincere Silvio B. che la sua stagione è finita, che è giunto il momento che lasci la ribalta del suo show da avanspettacolo senza trascinare ulteriormente il Paese nella rovina e nel ridicolo passa da qui, dalle garanzie che il “sistema” saprà e vorrà dargli per uscirne illeso...

Il Pd faccia come Obama…

Riportiamo questo articolo, tratto da IL FATTO QUOTIDIANO, come provocazione e insieme stimolo a una discussione su argomenti - finanziamento della politica e autoreferenzialità dei gruppi dirigenti - nient'affatto scontati.


“Senza i soldi pubblici ai partiti vincerà sempre Berlusconi”, così il tesoriere storico delle finanze rosse del Pds, Ugo Sposetti, ha giustificato la sua proposta di raddoppiare i contributi alla politica. La risposta che è arrivata da Gian Antonio Stella e da altri commentatori è stato un no motivato con ragionamenti etico-economici. I partiti costano già troppo e spendono male, ergo non possono raddoppiarsi i contributi, con il giochino delle fondazioni, proprio in questo momento in cui tutti tirano la cinghia.

La proposta Sposetti però merita una risposta più articolata perché le sue motivazioni tradiscono un errore di fondo sul rapporto tra soldi, consenso e democrazia moderna. La prospettiva culturale di Sposetti a mio parere andrebbe ribaltata o quanto meno completata. Non è vero che il Pd perde contro Berlusconi perché ha pochi soldi pubblici. Il possesso dei media e del denaro sonante aiuta il Cavaliere a vincere ma i finanziamenti al Pd aiutano il Pd a perdere.

Silvio: davo soldi a Ruby perchè si costruisse un'avvenire...

Lo schiaffo dell'UE al Governo Berlusconi-Scilipoti

"Mi chiedo se davvero abbia un senso continuare a far parte dell'Unione europea", dopo che questa ha lasciato da sola l'Italia a gestire l'emergenza immigrati. Sono le parole choc di Roberto Maroni dopo lo schiaffo ricevuto dall'Italia a livello europeo. Parole che lasciano il segno, alle quali l'opposizione risponde con durezza. "Vuole che finiamo nell'Unione africana?", si chiede Pier Luigi Bersani. Non dev'essere una boutade, quella del ministro dell'Interno. Maroni rivela che Berlusconi la pensa come lui. Ma le reazioni, anche dalle cancellerie del Vecchio continente, sono allarmate. 
La minaccia della Lega fa quasi passare in secondo piano la giornata sul fronte giudiziario. Allo show di Berlusconi davanti al Palazzo di Giustizia di Milano, dove ha fatto un vero e proprio comizio davanti alla sua rumorosa claque, replica senza mezzi termini Gianfranco Fini: "Il premier non è Superman".  Poi attacca la maggioranza: "Questo è il governo Berlusconi-Scilipoti". E sul processo breve aggiunge: "La legge dev'essere veramente uguale per tutti. Qui invece si sta trascurando l'interesse generale perchè Berlusconi si occupa di una cosa sola". Per Di Pietro il comizio di Berlusconi a Milano "è eversivo" ed Enrico Letta (Pd) per una volta la pensa come l'ex pm.  "Siamo al limite dell'eversione. Berlusconi è andato oltre. Il centrodestra ha vinto le elezioni e ha diritto di governare fino al 2013, ma per favore cambi il presidente del Consiglio perchè sarebbe utile per l'Italia e per loro". E domani la Camera torna ad occuparsi della prescrizione breve che "ucciderà" il processo Mills-Berlusconi: l'approvazione è prevista per mercoledi sera.

"Fukushima è come Chernobyl" Allarme ufficiale dal Giappone

La comunicazione dalla Tepco e dal governo: è stato innalzato al "livello 7" l'incidente nucleare, il massimo raggiungibile. Ma le emissioni sono solo il 10% di quelle registrate nel 1986. "Effetti considerevoli su salute e ambiente". Nuova forte scossa: evacuata la centrale

domenica 10 aprile 2011

Manifestazioni in tutto il Paese contro il lavoro precario



Da Milano a Roma, passando per Napoli. E ancora Torino, Palermo, Bologna, Firenze, Perugia. In Italia, ma non solo. Si manifesta a Bruxelles, si replica a Washington. In ogni piazza la stessa protesta. Contro il precariato, a favore dei diritti, di un welfare civile, di maternità e pensioni.

Bollito?

Il premier, a picco nei sondaggi, inaugura la campagna elettorale per le amministrative con nuove invettive ai giudici. Poi vola a Lampedusa e minaccia: "Se in Europa non c'è accordo ciascuno
per la sua strada". Il tutto mentre Napolitano tenta di riannodare i fili del trattato di Schengen
E s
ull'emergenza immigrati la base della Lega nord attacca Maroni: fa solo ciò che dice il Cavaliere
Adesso cominciano a chiederselo anche nel Pdl, anche a casa sua, anche nei suoi giornali; sarà mica che il Cavaliere, ormai, è bollito? Ecco, guardando la situazione con freddezza, non si può che convenire che ormai parrebbe arrivato alla frutta: crisi mediterranea, sfacelo immigrazione, maggioranza in ordine sparso, partito ormai evaporato da qualche mese, processi senza sosta. Quirinale gelido, poteri forti diventati avversari, Geronzi abbattuto senza neppure mandargli un sms di avviso, sondaggi a picco.

IL GRANDE IMBROGLIONE

(Repubblica, G. D'Avanzo) 

BERLUSCONI mente con costante insolenza. È una consuetudine che da sempre sollecita molte attenzioni per afferrarne le ragioni, per così dire, costitutive. Per dirne una. C'è chi vede, in quella coazione a mentire, l'archetipo del Bambino come se alloggiasse nell'inconscio del Cavaliere una personalità che "ragiona" in base al principio di piacere e non al principio di realtà. Lungo questa via è suggestiva l'interpretazione di chi avvista Berlusconi afflitto da "pseudologia phantastica".

«Una forma di isteria caratterizzata dalla particolare capacità di prestar fede alle proprie bugie. Di solito succede - scrive Carl G. Jung - che simili individui abbiano per qualche tempo uno strepitoso successo e che siano perciò socialmente pericolosi». Sono accostamenti utili e intriganti, ma rischiano di annebbiare quel che è semplice e chiaro da tempo: se l'imbroglione è, come si legge nei dizionari, «una persona che ricorre al raggiro come espediente abituale», Berlusconi è innanzitutto un imbroglione.

sabato 9 aprile 2011

MANIFESTAZIONE CONTRO IL PRECARIATO

Oggi alle 15 in piazza Santo Spirito, il comitato “Il nostro tempo è adesso” organizzerà un flash mob per trasformare la P di precario in P di Protesta per ottenere la P di  Posto di lavoro.
P come Precario. Un’etichetta, un’offesa o una condizione di vita? Ormai nessuno sa come deve prenderla e molti seppur arrabbiati ci ridono su.  Precari, disoccupati, lavoratori autonomi, studenti, giornalisti e tutti coloro che chiedono delle garanzie su cui basare il proprio futuro.

“Vogliamo un altro paese - scrivono gli organizzatori - un paese che investa sulla ricerca e sulle giovani generazioni invece di relegarle ai margini del sistema produttivo, mortificandone le competenze e cancellando ogni possibilità di realizzazione personale. Per fare questo dovremo essere in tanti e dovremo essere ovunque”. La manifestazione principale si tiene a Roma, ma ve ne sono altre in diverse città, tra cui, appunto, Firenze.

DAVANTI ALLA STORIA

(L'Unità, Concita De Gregorio)


Montecitorio, esterno giorno. L’Italia dentro, l’Italia fuori. 
Dentro al Palazzo una maggioranza di governo servile e comprata da un anziano miliardario ricattato da frotte di prostitute e di deputati - assoldati entrambi per tacere o mentire sul suo conto - vota per la seconda volta quel che nessuno al mondo può credere a meno di non certificare che l’Italia sia guidata da un ingenuo allocco incapace di accertare e di distinguere, nella selezione dei suoi ospiti in villa, la discendente di un capo di stato da una prostituta minorenne. Per la seconda volta in poche settimane, cioè, il Parlamento italiano offre al mondo l’indecente spettacolo della sua convinzione che effettivamente la giovane Karima fosse «la nipote di Mubarak». E dunque, afferma il voto del Parlamento, la telefonata di quella notte in questura non è stata abuso di potere (piegare la funzione pubblica a scopi privati) ma un legittimo esercizio di azione diplomatica sullo scacchiere internazionale...
Ieri  a Palazzo Chigi, alla premiazione di giovani nel progetto "Campus Mentis" promosso dal ministro della gioventù con la Sapienza di Roma, il presidente del Consiglio si lancia in uno dei suoi proclami per il bene della democrazia. Parlando di se stesso in teerza persona dice: «Se Berlusconi non è riuscito a fare» tutte le riforme promesse nel programma di governo, «non è perché è poco capace, ma perché non è stato capace di avere il 51% dei voti degli italiani» e allora si è dovuto accontentare di un governo «di coalizione» che lo ha frenato in questa prima metà della legislatura.

"Riformare la Costituzione"
Il lamento del premier prosegue: «I padri costituenti negarono i poteri al presidente del Consiglio: questo ha portato al fatto che il governo può al massimo suggerire. Dal Cdm esce un provvedimento che è un purosangue, poi dopo i dibattiti in Aula, in commissione, nelle due Camere, al massimo esce un ippopotamo. E il tutto deve piacere al capo dello Stato.... Se la legge non piace ai giudici della sinistra la portano alla Corte costituzionale, dove 11 giudici sono di sinistra, che la boccia». Insomma, attacca Berlusconi, «il popolo vota, il Parlamento lavora, ma non succede nulla. Per arrivare a un Paese che sia una vera democrazia, dobbiamo cambiare l'architettura istituzionale, dobbiamo fare una riforma della Costituzione».

A due ragazze e un ragazzo: "Vorrei invitarvi al bunga bunga"
In mezzo a un discorso che parla di Costituzione e politica, dopo aver narrato una raccapricciante e volgarissima barzelletta, di fronte alle giovani laureate non rinuncia a una delle sue presunte battute di spirito (che lui considererà molto divertenti, c'è da supporre): «Siete così brave che mi verrebbe voglia di invitarvi al bunga-bunga», dice a due ragazze premiate nel cortile di Palazzo Chigi. poi, sorridendo a un ragazzo: «Anche tu sei abbastanza carino, potresti venire...». Se a voi sembra che ci sia da ridere...

venerdì 8 aprile 2011

W l'Italia...

Immigrazione. Governo senza scuse, il suo piano è stato un fallimento totale

Con estremo ritardo il ministro Maroni si arrende alla ragione e concede i permessi temporanei per la Ue. Fiano (PD): "A febbraio il ministro aveva annunciato l'arrivo di migliaia di profughi ma alle parole non sono seguiti i fatti. Da Maroni abbiamo ascoltato molti richiami all’Europa, ma avremmo voluto che si fossero comportati da europeisti sempre".
 il ministro non è stato in grado di spiegare durante l'interrogazione urgente in Parlamento è come mai ci sono stati tutti questi ritardi e disorganizzazione ad affrontare l'emergenza di Lampedusa. Non è stato in grado di spiegare del perché il piano immigrazione del governo italiano ha fallito miseramente sommerso da inefficacia, superficialità e propaganda mediatica. Non ha spiegato se la soluzione ai problemi si possa riassumere nella volontà di Berlusconi di comprare una villa a Lampedusa e di costruire un casinò. Solo così si potrà arginare e gestire i continui flussi migratori nel Mediterraneo?

Liquidazioni milionarie ai manager. E i giovani laureati? ai Call Center

QUESTA E' L'ITALIA OGGI: I MANAGER BANCHETTANO CON LE STOCK OPTION E SE NE VANNO CON LIQUIDAZIONI SCANDALOSE, MENTRE I GIOVANI SONO COSTRETTI A LAVORI PRECARI CON SALARI DA FAME.

Cesare Geronzi lascia Generali. Per poco meno di un anno al vertice del gruppo di Trieste l’anziano banchiere si vedrà riconoscere un’indennità di fine rapporto di circa 16,6 milioni. Al lordo delle tasse fanno quasi 48 mila al euro al giorno! Ma sono molti i casi di mega dirigenti "invogliati" a lasciare con un lauto incentivo: da Romiti a Geronzi, da Arpe a Buora
Calcolata su base giornaliera, la liquidazione dell’ex presidente di Trieste risulta superiore perfino alla buonuscita ricevuta da Cesare Romiti nel 1998, quando lasciò la Fiat dopo 24 anni con 101 milioni di euro, la somma più elevata mai ricevuta da un manager in Italia come liquidazione. Ai primi posti in questa speciale graduatoria troviamo anche Alessandro Profumo, che l’anno scorso si è visto riconoscere una buonuscita complessiva di 40 milioni, (di cui 2 milioni versati in beneficenza, se non altro).
E gli stipendi...?
Prendiamo Segio Marchionne, il Top dei Top: uno stipendio da tre milioni di euro, più bonus variabili e stock option per un valore totale di quasi quindici milioni di euro, che, in momenti particolarmente positivi per le azioni Fiat, possono lievitare fino a cento milioni. Detto altrimenti, guadagnerebbe in un anno più di 6400 operai del Lingotto. Al giorno, domeniche comprese, fanno 276.600 euro (fonte: il Giornale!).
Colui che Il Sole 24 Ore ha incoronato “uomo dell’anno”, l’artefice del nuovo contratto capestro per gli operai metalmeccanici, è ben lontano dalla regola d’oro del banchiere fondatore di JP Morgan, che sosteneva che “Il compenso del capo di una grande società non deve mai superare quello della media dei suoi dipendenti, moltiplicato per 20″.
E i giovani? In Italia ogni anno 32 mila neolaureati nella migliore delle ipotesi entro i cinque anni dal conseguimento del titolo troveranno un lavoro sottopagato e che nulla ha a che fare con quanto studiato....

Sora Cesira, Carla Bruni: ''L'important, les barcons in Italie''

giovedì 7 aprile 2011

SENZA ALCUN PUDORE

Il Pataccaro colpisce ancora. Berlusconi non compra più la villa a Lampedusa. Forse ne troverà un'altra, ma non sarà la "Due Palme" il cui acquisto aveva annunciato durante la sua visita a sull'isola il 30 marzo. Accolto da un'ovazione, aveva detto: ''Sono lampedusano anche io: ho trovato una casa bellissima su internet e l'ho comprata''
Poi la smentita: "Non posso più, è su terreno demaniale. Ne comprerò forse un'altra". Smentendo così il suo avvocato Ghedini. Paolo Mieli a Ballarò aveva infatti affermato: ''Quella villa non è stata comprata, conosco il proprietario. Berlusconi ha detto una bugia". A seguire il duro comunicato di Ghedini: "La dichiarazione del dottor Paolo Mieli è destituita di ogni fondamento e palesemente erronea. Già la settimana scorsa - aggiunge Ghedini - si è raggiunto un accordo con la proprietà". E il proprietario della casa dichiara: "La villa non è su terreno demaniale e non è stata acquistata da Berlusconi". Insomma, quante bugie in questa storia
...e non dimenticate quando Berlusca annunciò di aver comprato casa a L'Aquila!!!

Perla di saggezza

I GIORNALISTI INCORRUTTIBILI ESISTONO.
MA COSTANO DI PIU'

Processo breve, PD: ostruzionismo ad oltranza


Dopo il voto sul conflitto di attribuzione, la maggioranza vuol far passare il processo breve e la prescrizione breve per gli incensurati. Franceschini attacca: “Non esiteremo a utilizzare ogni virgola del regolamento per impedire l'approvazione di questa legge”. Bersani: “La Lega non prenda a pretesto l'approvazione del federalismo per giustificare il fatto che tiene in piedi Berlusconi. La prescrizione breve lascerà senza processo un sacco di delinquenti anche se incensurati”

Il Partito democratico non rinuncia alla sua battaglia per fermare, alla Camera, l'esame del ddl sul processo breve. Al termine della riunione capigruppo alla Camera, il presidente dei deputati PD, Dario Franceschini ha spiegato che il PD serrerà i ranghi e terrà il fiato sul collo alla maggioranza garantendo il massimo impegno in vista delle prossime ore di lavoro parlamentare.

"Fino a che ci sarà il tentativo di calpestare le regole e il buon senso – ha dichiarato Franceschini - cercando di far approvare ciò che non è una priorità per il Paese, non esiteremo a utilizzare ogni virgola del regolamento per impedire l'approvazione di questa legge. Pdl e Lega, aggiunge il capogruppo Pd, "stanno devastando il calendario dei lavori per far passare le leggi care a Berlusconi. Chiederemo la seduta notturna e staremo qui a fare la nostra parte fino in fondo". Non è possibile, conclude Franceschini, "vedere ministri e sottosegretari che stanno qui in aula, a dimostrazione di come sono tutti ubbidienti ai desiderata del capo".