Interno giorno, ieri. Siamo nella sala di Palazzo Grazioli dedicata alle riunioni del "parlamentino" Pdl. Un emiciclo in miniatura che evoca la sostituzione delle vere aule parlamentari. Berlusconi incontra una delegazione di sindaci campani. Promette un decreto per fermare le ruspe, riporta l'agenzia di stampa. Nel comunicato però manca la parte migliore. Alla fine della riunione il Cavaliere non resiste alla tentazione, vuole chiudere in bellezza. È uno show di quasi quattro minuti. Seduto alla scrivania, piazzata quasi al centro della stanza, da mega capo di fantozziana memoria, circondato da colonne marmoree, la prende veramente alla lontana ma non si risparmia nulla. Il dialetto napoletano, omaggio ai natali degli ospiti, la voce in falsetto per distinguere i personaggi, il coup de theatre quando si alza in piedi e piazza la battuta finale. Alle spalle
ha la copia dell'Allegoria del buon governo di Ambrogio Lorenzetti, di fronte i sindaci schierati e composti.
La trama: un signore si reca all'ufficio brevetti. Qui Berlusconi imita un gruppo di sfaccendati uscieri napoletani che indicano all'inventore "'o cesso". Ma il protagonista ha davvero un prodotto inimitabile. Arriva allo sportello giusto dove trova altri annoiati dipendenti. Che lo sottovalutano, lo prendono in giro, perdono un po' di tempo. "Qual è la sua invenzione?". "Una mela", risponde con la vocina chioccia il Berlusconi-Archimede, suscitando le risate dei primi cittadini. Si può brevettare una mela? Altri secondi preziosi vengono usati per raccontare le beffe degli impiegati, il loro darsi di gomito. "Ma questa è una mela speciale", insiste il signore parlando in falsetto. Speciale perché? "Perché sa di fica". Pausa scenica, tempi comici da autodidatta. Siamo vicini al dunque. Un uomo dell'ufficio brevetti afferra la mela e la assaggia. Berlusconi mima il morso mentre con la destra tiene un frutto immaginario. Fa l'espressione schifata, poi la faccia di chi protesta: "Ma sa di culo".
Berlusconi cambia ruolo, torna l'inventore. Si alza finalmente in piedi perché narrare una barzelletta seduti è veramente strambo. Allunga il braccio, ruota la mano che impugna la mela, arriva al finale usando il voi come si fa a Napoli: "E giratela". I sindaci ridono, Berlusconi in piedi allaccia la giacca, vede che tra tanti maschi c'è anche una prima cittadina e l'avvicina. Si capisce che si scusa per la virata maschilista, s'intuisce che ottiene il perdono e le dà un carezza sulla guancia. Fuori luogo per quattro minuti, galante per un secondo.
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