Bandiera nera in segno di lutto per Arrigoni |
Il corpo del pacifista è stato trovato in una casa dopo un blitz delle forze di sicurezza: "E' stato soffocato".
PER VITTORIO ARRIGONI, UMANO GIUSTO*
Non c’è neppure stato il tempo di iniziare a mettere in fila le firme
sul primo appello per la sua liberazione, che arrivavano a valanga nella
notte da ogni angolo di Italia.
Vittorio Arrigoni è stato ucciso a Gaza, a trentasei anni, poche ore
dopo il suo sequestro.
Ogni giorno per anni ci ha raccontato la lotta per la sopravvivenza di
due milioni di persone rinchiuse nell’assedio, bombardate, affamate,
umiliate.
Aveva scelto di stare all’inferno per aiutare a rompere il silenzio.
Aiutava con immagini e parole, indipendenti e imparziali come la vita
vera, chi volesse raccontare la verità.
A parte pochissimi, nessuno guarda a Gaza. E’ diventata ormai un buco
nero nella cronaca e nella politica.
Una gigantesca macchia oscura nell’etica e nella morale collettiva,
impastata di indifferenza e di enormi complicità con l’orrore.
Vittorio è morto ammazzato. La sua morte oggi strappa il velo sulla
Striscia e parla.
Che possa parlare davvero a tutti, Vittorio, anche ora che non c’è più.
Che semini ancora l’insopportabilità dell’ingiustizia, delle doppie
misure, dell’ipocrisia in cui viviamo immersi.
Abbracciamo i familiari, l’International Solidarity Movement, gli amici.
Ringraziamo le autorità palestinesi che si sono adoperate per la sua
liberazione
Siamo a fianco della popolazione di Gaza e dei giovani che si sono
mobilitati per salvagli la vita.
Rinnoviamo l’impegno contro l’assedio, contro l’occupazione israeliana,
per una pace fondata sulla giustizia.
Continuiamo l’azione politica, culturale e umanitaria per rompere
l’isolamento di Gaza.
L’omicidio di Vittorio non sia utilizzato come ulteriore pretesto per
impedire la presenza nell’area di volontari, cooperanti e testimoni.
Restiamo umani, ci ha sempre ripetuto Vittorio. A qualunque latitudine,
facciamo parte della stessa comunità.
Ogni uomo, ogni donna, ogni piccolo di questo pianeta, ovunque nasca e
viva, ha diritto alla vita e alla dignità.
Gli stessi diritti che rivendichiamo per noi appartengono anche a tutti
gli altri e le altre, senza eccezione alcuna.
Restiamo umani, anche quando intorno a noi l’umanità pare si perda.
( Comunicato de L’ARCI )
Non c’è neppure stato il tempo di iniziare a mettere in fila le firme
sul primo appello per la sua liberazione, che arrivavano a valanga nella
notte da ogni angolo di Italia.
Vittorio Arrigoni è stato ucciso a Gaza, a trentasei anni, poche ore
dopo il suo sequestro.
Ogni giorno per anni ci ha raccontato la lotta per la sopravvivenza di
due milioni di persone rinchiuse nell’assedio, bombardate, affamate,
umiliate.
Aveva scelto di stare all’inferno per aiutare a rompere il silenzio.
Aiutava con immagini e parole, indipendenti e imparziali come la vita
vera, chi volesse raccontare la verità.
A parte pochissimi, nessuno guarda a Gaza. E’ diventata ormai un buco
nero nella cronaca e nella politica.
Una gigantesca macchia oscura nell’etica e nella morale collettiva,
impastata di indifferenza e di enormi complicità con l’orrore.
Vittorio è morto ammazzato. La sua morte oggi strappa il velo sulla
Striscia e parla.
Che possa parlare davvero a tutti, Vittorio, anche ora che non c’è più.
Che semini ancora l’insopportabilità dell’ingiustizia, delle doppie
misure, dell’ipocrisia in cui viviamo immersi.
Abbracciamo i familiari, l’International Solidarity Movement, gli amici.
Ringraziamo le autorità palestinesi che si sono adoperate per la sua
liberazione
Siamo a fianco della popolazione di Gaza e dei giovani che si sono
mobilitati per salvagli la vita.
Rinnoviamo l’impegno contro l’assedio, contro l’occupazione israeliana,
per una pace fondata sulla giustizia.
Continuiamo l’azione politica, culturale e umanitaria per rompere
l’isolamento di Gaza.
L’omicidio di Vittorio non sia utilizzato come ulteriore pretesto per
impedire la presenza nell’area di volontari, cooperanti e testimoni.
Restiamo umani, ci ha sempre ripetuto Vittorio. A qualunque latitudine,
facciamo parte della stessa comunità.
Ogni uomo, ogni donna, ogni piccolo di questo pianeta, ovunque nasca e
viva, ha diritto alla vita e alla dignità.
Gli stessi diritti che rivendichiamo per noi appartengono anche a tutti
gli altri e le altre, senza eccezione alcuna.
Restiamo umani, anche quando intorno a noi l’umanità pare si perda.
( Comunicato de L’ARCI )
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