Con questa decisione il governo ottiene quattro risultati: da un lato evitare un referendum, quello sul nucleare, che lo avrebbe visto sconfitto dopo la vicenda di Fukushima perchè avrebbe raggiunto il quorum e la maggioranza degli italiani avrebbe votato no al nucleare.
La seconda è che il governo spera, scongiurando il confronto sul nucleare, di evitare che si raggiunga il quorum anche per gli altri referendum.
Il terzo motivo sono le amministrative: il governo avrebbe dovuto rendere note alcune decisioni relative alla localizzazione delle centrali e ai siti per le scorie radioattive e ciò avrebbe provocato la reazione delle popolazione locali con un effetto negativo sul centro-destra alle elezioni.
A tutto questo si aggiunge un elemento di politica ed economia internazionale. Soprassedendo al piano nucleare l’Italia manda un chiaro segnale alla Francia: continuiamo a dividerci per esempio sulla questione immigrati e io non compro le centrali nucleari francesi, la cui vendita costituisce il più grande business dell’industria nucleare francese in questo momento.
Quest’ultima è una ripicca verso la Francia. Ma la politica estera ed economica di un Paese può reggersi sulle ripicche?
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