Le forze dell’opposizione chiedono un immediato dibattito parlamentare sull’intervento in Libia e si preparano a dar battaglia a un governo che di fatto non può contare su una maggioranza in politica estera. Il fatto che Berlusconi nella telefonata con Obama abbia garantito la disponibilità italiana ai raid aerei «mirati» (per dirla con La Russa) senza passare per un preventivo coinvolgimento delle Camere viene unanimemente criticato da Pd, Idv e Udc, anche se poi tra i tre partiti e anche all’interno di ognuno di essi non mancano sfaccettature.
Il Pd, per bocca del suo responsabile Sicurezza Emanuele Fiano, dice di condividere che Gheddafi sia «un nemico del popolo libico che l’Occidente deve combattere», ma sottolinea che la partecipazione degli aerei italiani ai bombardamenti costituisce «una svolta improvvisa e inaspettata, di cui è fondamentale capire meglio le motivazioni».
Per questo il partito di Bersani chiede un dibattito in Parlamento, necessario anche per capire se le nuove regole d’ingaggio della nostra aereonautica rientrino nel dettato costituzionale. L’«improvviso cambiamento» potrebbe essere dovuto, dice Fiano, all’incontro di oggi tra Berlusconi e Sarkozy, in cui si dovrà discutere della libera circolazione dei migranti. Mentre quel che è certo fin d’ora è che la maggioranza è spaccata (la Lega è contraria all’intervento diretto) e che, dice il responsabile Sicurezza del Pd, «non si può chiedere ai nostri piloti di partecipare ai bombardamenti con un governo diviso e con un Parlamento che ancora non ne ha discusso»...
I Democratici aspettano insomma di ascoltare il governo, ma in vista di un pronunciamento delle Camere mettono fin d’ora in chiaro quali saranno i vincoli del loro voto. Dice Anna Finocchiaro: «Il nostro riferimento continua ad essere la risoluzione 1973 dell’Onu. Se verranno confermati i confini di quella risoluzione il Pd non farà mancare il suo assenso». Per la capogruppo del Pd al Senato «sono gravi le divisioni irresponsabili che continuano a manifestarsi dentro il governo, con la Lega che continua a prendere le distanze dalle decisioni di Berlusconi. Questo è un fatto per noi inaccettabile che testimonia della crisi continua e irreversibile di questo esecutivo».
Nel partito di Bersani c’è comunque chi già annuncia un voto contrario all’intervento diretto dei nostri aerei, come l’ex- ppi Enrico Gasbarra («decisione grave e in palese contrasto con l'articolo 11 della Costituzione»), e anche Beppe Fioroni dice auspicando «un ritorno a una seria politica estera» che «le bombe per quanto umanitarie possono essere sufficienti a risolvere il problema per altri paesi, non per noi». L’Udc per ora non interviene nella discussione mentre Fli, con Italo Bocchino, insiste sul fatto che dopo l’uscita della Lega siamo alla «crisi di governo».
Va a testa bassa contro l’annuncio dei raid aerei l’Idv, che con il capogruppo alla Camera Massimo Donadi sottolinea che «ancora una volta il governo ha mentito agli italiani, visto che avevano detto che non avrebbero mai bombardato e invece hanno cambiato idea», e con il capogruppo al Senato Felice Belisario che accusa: «Tradendo ancora una volta la Costituzione e rimangiandosi quanto detto appena dieci giorni fa, il governo Berlusconi porta l’Italia in un’altra guerra senza un preventivo confronto in Parlamento».
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