Dal Fatto Quotidiano dell’8 febbraio 2011
Il comizio elettorale di Silvio Berlusconi al Tg1 di una settimana fa, spacciato per esclusiva, fa ancora discutere i giornalisti Rai. Il comitato di redazione del telegiornale di Rai Uno, trascorsi invano tre giorni, ieri ha scritto un comunicato per ricordare un appuntamento ad Augusto Minzolini: “Abbiamo chiesto al direttore di spiegare come è stata realizzata l’intervista al presidente del Consiglio trasmessa il 2 febbraio. Siamo ancora in attesa di risposta. Di fronte all’indisponibilità a riceverci, riproponiamo la domanda: è vero, come ci risulta, che il premier abbia usato il gobbo? Quello che solleviamo – sottolinea ancora il Cdr – è un problema professionale di grande rilevanza perché l’uso del gobbo implica che domande e risposte siano scritte preventivamente. Insomma si è trattato di un’intervista o di un videomessaggio?”...segue
La strategia dello sviare. Il Fatto è in grado di rispondere ai quesiti del Cdr e di spiegare i retroscena di un servizio pensato male e costruito tra mille difficoltà. Minzolini da settimane annunciava un colloquio con il presidente del Consiglio, un discorso su economia e finanza, a debita distanza da scandali sessuali e dall’inchiesta di Milano che l’ex notista politico, con vanto, più volte ha ignorato. Una strategia per ‘parlare d’altro’ e ‘sviare su Ruby e festini’, una strategia consigliata anche da Giuliano Ferrara al Cavaliere. Il giorno dell’incontro a Palazzo Chigi, martedì 2 febbraio, a Saxa Rubra c’era ressa per aggiudicarsi l’esclusiva: in corsa il caporedattore Francesco Giorgino e il responsabile economico Michele Renzulli. Il direttorissimo sceglie Renzulli. I collaboratori di Berlusconi preparano le luci e il gobbo. Quando Renzulli in completo grigio arriva a Palazzo Chigi scopre il primo intoppo: il gobbo sistemato sotto una telecamera di viale Mazzini, un video di piccole dimensioni su cui scorre il testo che Berlusconi legge come se fosse un messaggio preconfezionato per i Promotori della Libertà del ministro Michela Vittoria Brambilla. Il presidente del Consiglio ha ‘fronteggiato’ domande molto facili, stile tema a piacere, dell’inviato Renzulli: “Presidente, negli ultimi due anni l’Italia ha tenuto alto l’argine della stabilità dei conti, come hanno riconosciuto l’Europa e il Fondo monetario: è il momento di tornare a crescere, in che modo?”. Ma il premier ha evitato persino l’effetto sorpresa, prima ha letto il suo ‘messaggio’ che, grazie al montaggio del Tg1, sembrava un’intervista seppur morbidissima, poi Renzulli ha cercato di infilarci le risposte.
Due prove: la telecamera non inquadra mai Renzulli e Berlusconi insieme, non poteva perché sarebbe spuntato il gobbo; Renzulli durante le domande aveva il fiatone perché doveva rispettare i tempi dettati dall’illustre interlocutore che, in quel momento, aveva già abbandonato il set di Palazzo Chigi.
Anche Pardi va all’attacco. Ora Minzolini dovrà rispondere alle domande (vere) del Cdr per capire se il Tg1 s’è prestato davvero a un comizio elettorale davanti a oltre 6 milioni di telespettatori. Dice il senatore Pancho Pardi, capogruppo dell’Idv in Commissione di Vigilanza: “Minzolini risponda al cdr del Tg1 e spieghi come è stata realizzata l’imbarazzante ‘non intervista’ a Berlusconi trasmessa il 2 febbraio. Lo deve ai giornalisti del Tg1 ma soprattutto agli abbonati Rai, già abbondantemente mortificati in questi anni dalla sua inqualificabile direzione”.
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