Il minimo della mobilità e il massimo della precarietà. E’, in estrema sintesi, la fotografia del mercato del lavoro per i giovani, scattata dal governatore della Banca d’Italia Mario Draghi. Dal palco del Forex di Verona, evidenzia che in Italia “vige il minimo di mobilità a un estremo, il massimo di precarietà all’altro. E’ uno spreco di risorse che avvilisce i giovani e intacca gravemente l’efficienza del sistema produttivo”. I salari di ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, denuncia quindi il numero uno di Via Nazionale, “in termini reali, sono fermi da oltre un decennio su livelli al di sotto di quelli degli anni Ottanta. La recessione ha reso più difficile la situazione e il tasso di disoccupazione dei giovani sfiora il 30%. Si accentua la dipendenza, già elevata nel confronto internazionale, dalla ricchezza e dal reddito dei genitori”, ricorda inoltre il Governatore.
”In Italia la crescita stenta da 15 anni”, aggiunge Draghi. E i tassi di sviluppo del nostro paese “sono attorno all’1%” mentre la domanda interna rimane “debole”. E ora sull’economia potrebbe influire negativamente anche la crisi in Libia: ”Nella nostra economia un aumento del 20% del prezzo del petrolio determina una minor crescita del prodotto di mezzo punto percentuale nell’arco di tre anni”, ha detto il governatore mettendo in evidenza come “le drammatiche vicende” nell’Africa settentrionale, “a cui stiamo assistendo possano indebolire gli investimenti nell’industria petrolifera dell’area, far rincarare l’energia, con ripercussioni sulla crescita mondiale”.
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