Sull'isola sono arrivati 4mila immigrati in fuga dalla Tunisia. Maroni lancia l'allarme: "Potrebbero arrivarne 80mila". Scontro con la Ue sugli aiuti
Fino a maggio 2009 Lampedusa è stata un autogrill in mare. Il sistema di accoglienza faceva in modo che le decine di migliaia di immigrati che ogni anno sbarcavano sulle sue coste fossero di fatto invisibili. Dal mare, al molo, al centro di accoglienza. E poi in nave o in aereo verso i centri di identificazione ed espulsione sparsi in continente. Due isole parallele che non si toccavano mai: quella dei turisti e quella dei clandestini. Ma il sistema oggi si è inceppato. Non ci sono strutture per accogliere le migliaia di immigrati arrivate negli ultimi giorni, in fuga dagli scontri in Tunisia. Il centro di accoglienza è rimasto inspiegabilmente chiuso per giorni. Ma anche da aperto, può ospitare non più di 800 persone. Sull'isola le difficoltà sono evidenti: i cinquemila abitanti convivono con una situazione che le forze dell'ordine possono solo cercare di arginare. Il ministro Maroni ha lanciato l'allarme, paragondando l'esodo alla caduta del Muro di Berlino. Il titolare del Viminale ha dichiarato di avere chiesto l'intervento della Ue. Ma la commissaria Malmstroem lo ha seccamente smentito: "Siamo stupidi dalle parole di Maroni, lui ha rifiutato l’aiuto della Commissione. Ho parlato sabato con le autorità italiane e hanno detto di non avere bisogno di aiuto in questa fase"
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