venerdì 25 febbraio 2011

Il mondo torna a interrogarsi sulla sicurezza del nucleare e sui suoi costi


Un articolo di Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia


Mentre il governo persegue il suo ‘centralismo nucleare’, la situazione del cosiddetto ‘rinascimento nucleare’ ha segnato alcune importanti battute d’arresto, di cui in Italia si è saputo poco o nulla
Lo scorso ottobre l’azienda americana Constellation – partner dei francesi dell’EDF negli Stati Uniti - ha interrotto unilateralmente le negoziazioni con il Dipartimento dell’energia per l’assegnazione di un fondo di garanzia bancaria di 7,5 miliardi di dollari per la costruzione del primo EPR (nuovo reattore francese di cui ne sono previsti quattro in Italia). La notizia, pubblicata a ottobre dal Washington Post, è stata pressoché ignorata in Italia...

L’azienda statunitense ha rifiutato il fondo di garanzia per le banche che, secondo il pacchetto di sostegno introdotto da Bush, può coprire fino all’80% del costo totale dell’impianto, di 9,6 miliardi di dollari. Da questa notizia abbiamo appreso qual è il costo del primo reattore EPR, non da stime accademiche, ma da un piano finanziario approvato da un governo. Tradotto in euro si tratta di 7,5 miliardi e non dei 4,5 della propaganda governativa (nel 2008 erano 3,5 secondo Enel). Questo significa che il costo industriale dell’elettricità da nucleare sarà più alto dell’eolico e molto più alto rispetto al gas. E Confindustria continua a proporre il nucleare come strategia per ridurre le bollette? Oltre ai costi, i dubbi riguardano anche la sicurezza. Già alla fine del 2009 tre agenzie di sicurezza nucleare - della Finlandia, del Regno Unito e della Francia – avevano emesso un comunicato congiunto per ribadire che, se il costruttore francese Areva non avesse modificato i sistemi d’automazione d’emergenza, le agenzie non avrebbero approvato il progetto del reattore. Alla fine del 2010 anche l’agenzia di sicurezza USA, la NRC, ha ribadito che - se il progetto resta com’è - non si potrà procedere ad approvarlo e comunque non ci sarà una risposta prima del 2013
Il motivo? Una parte del software che gestisce i sistemi d’automazione e controllo del reattore per le emergenze è lo stesso dei sistemi operanti per il normale funzionamento
Un principio basilare della sicurezza nucleare è invece che i due sistemi siano completamente indipendenti. Oltre a questi aspetti, va sottolineato che anche la tenuta dei nuovi reattori a una collisione con un aereo di linea è in discussione
In queste settimane si è aperta una consultazione sugli scenari europei basati al cento per cento sulle rinnovabili (e l’efficienza)
Questa strada è tecnicamente percorribile
Oltre a presentare meno rischi avrebbe il grande vantaggio di essere più adatta a un sistema basato sulle piccole e medie imprese e potrebbe generare un’occupazione pari a circa dieci volte quella del nucleare
E, non meno importante, eviterebbe di lasciare una coda velenosa di scorie alle generazioni future

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