giovedì 3 febbraio 2011

Esproprio proletario

(di Concita De Gregorio - L'Unità 2 febbraio)

Ci sono i fatti, poi c’è la propaganda. I fatti. Il reddito delle famiglie italiane, dice l’Istat, è diminuito in un anno del 2,7 per cento. Le medie come si sa non rendono giustizia della realtà: alcune famiglie (pochissime) si sono arricchite, altre (poche) hanno mantenuto il livello, altre ancora (la maggioranza) si sono impoverite di molto più del 2,7 per cento. Il 10 per cento delle famiglie detiene in Italia il 50 per cento della ricchezza. Si calcola che gli evasori fiscali sottraggano allo Stato (dunque anche a quelle famiglie che perdono reddito) 50 miliardi di euro. 75 milioni e mezzo, per esempio, li ha evasi di tasse la Cricca che ruota attorno a Guido Bertolaso e a Balducci, ci dice oggi l’inchiesta di Perugia. Le stock options, le rendite finanziarie sono tassate al 12,5 per cento. Chi non dirige le aziende ma ci lavora vede il suo reddito tassato del triplo. Fatti inconfutabili. La propaganda, adesso. In una memorabile “intervista” al Tg1 (esempio di domanda neutra: crede che il partito della patrimoniale proponga la vecchia ricetta che punta sulla scorciatoia della pressione fiscale?) Silvio B. ha annunciato ieri all’Italia che il prodotto interno lordo crescerà in 5 anni del 3/4 per cento. Farà così: cambierà la Costituzione che ci “inchioda a una mentalità statalista” e no, mille volte no, non consentirà “l’esproprio”. Quale esproprio? “La gigantesca imposta sugli immobili” che tassa la casa, il bene di tutti gli italiani. Quale tassa sulla casa? Susanna Camusso propone di tassare i redditi superiori a 800 mila euro. Il dibattito è su una tassa che gravi su chi ha moltissimo, una patrimoniale di solidarietà che riequilibri la posizione di chi evade e chi non lo fa (perché non può, i dipendenti, o non vuole, gli onesti) fra chi campa di profitti azionari e chi di lavoro. Sarebbe questo l’esproprio? Il giornalista del Tg1, strano, non l’ha chiesto... segue
Altri fatti, altra propaganda. “Prete legge l’Unità in chiesa”, titola un quotidiano del Nord Est, vedrete oggi gli altri. Si tratta del parroco di Mogliano, Don Giorgio. Ci ho parlato. “Ho iniziato la liturgia domenicale leggendo ‘O Dio fa che la Chiesa non si lasci sedurre dalle potenze del mondo’, ho detto che sedurre è un verbo oggi quanto mai appropriato, ho citato alcuni passaggi del suo editoriale sulle donne che ho letto in rete, molto bello davvero, così simile alle parole che Don Sciortino scrive su Famiglia Cristiana. Trovo che sia uno scritto che ogni vescovo potrebbe firmare”. Lo hanno firmato ottantamila persone, finora, in effetti: fra queste suore, poliziotti, dirigenti d’impresa, politici di centrodestra. Una raccolta di firme che ha dato il via al grande movimento che scenderà il piazza il 13. Da Pinerolo un altro parroco, don Franco, lo sottoscrive. “Bisogna ascoltare le parole. La parola, in sé, non è di destra né di sinistra: se è una buona parola, è buona per la Chiesa e per la piazza”. Ma sono rossi, naturalmente. Preti e suore rossi, dirà la propaganda che parla, anzi strilla, e non ascolta.

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