lunedì 7 febbraio 2011

La Corte Costituzionale ha bloccatoil Governo sul Nucleare

IL GOVERNO DOVRA' ASCOLTARE LE REGIONI 

C'era una volta il nucleare semplice, quello nel giardino sotto casa, pulito, immediato e senza alcuna contro indicazione. Questo era il nucleare proposto alla carlona da un governo forte dei numeri in Parlamento e convinto che i problemi di tenuta fossero solo un miraggio. Oggi quei numeri non ci sono più e non c'è più neanche un governo che affronti i problemi del Paese.

Il nucleare era stato progettato come in un cartone animato. Nessun progetto, tempi indefiniti, costi approssimativi. Decisioni che arrivavano dall'alto senza sentire nessun parere delle amministrazioni direttamente interessate. Nessuna regione era disposta ad accettare la costruzioni di centrali nel proprio territorio e, nonostante tutto, il governo si mostrava sordo alle decisioni locali e imperterrito nella propaganda.

Ma è arrivato lo stop alla scelleratezza. È stata la Corte Costituzionale a pronunciarsi in maniera insindacabile sulla legittimità della richiesta di un parere da parte delle Regioni sull'ubicazione delle centrali...SEGUE
“È stata bocciata l'arroganza del governo che come al solito, è federalista solo a parole” ha dichiarato Stella Bianchi, responsabile Ambiente del Pd . Per Sergio Gentili “Con questa sentenza s’impone di fatto un metodo democratico e trasparente che il governo Berlusconi ha sempre osteggiato e negato. La programmazione dei siti, quindi, dovrà fondarsi su scelte generali di un piano energetico nazionale che andrà fatto in un confronto serio con i piani energetici regionali". Per Roberto Della Seta e Francesco Ferrante "è arrivato oggi con la sentenza della Corte Costituzionale il colpo di grazia al ritorno del nucleare in Italia voluto dal Governo”.  "Nel dichiarare l'illegittimità costituzionale dell'art. 4 del decreto legislativo 15 febbraio 2010 sulla localizzazione delle centrali nucleari e dei depositi di stoccaggio, la Corte Costituzionale - spiegano i due senatori democratici - ha ribadito in maniera ineccepibile quella che è la precisa prescrizione dell’articolo 117 della Costituzione, secondo cui la produzione, il trasporto e la distribuzione dell'energia fanno parte delle materie che la Carta definisce di legislazione concorrente. 
La sentenza della Corte – aggiungono i parlamentari del Pd - stabilisce dunque in maniera inequivocabile che le Regioni dovranno fornire il loro parere preventivo sulla possibilità di costruire una centrale atomica sul loro territorio:a questo punto la scelta nuclearista del Governo Berlusconi appare sempre più velleitaria e destinata ad arenarsi, considerando che la gran parte delle Regioni, comprese anche quelle amministrate dal centrodestra, si sono già dichiarate contrarie all’installazione di un impianto nucleare.
E’ sempre più evidente che la scelta nuclearista del governo sia un flop clamoroso, che del resto non fornirebbe nessun risparmio sulle bollette elettriche delle imprese e delle famiglie, mentre anzi i costi ricadrebbero proprio sulle tasche degli italiani.
L’Italia – concludono Della Seta e Ferrante - ha bisogno di una politica energetica che disegni un sistema energetico sicuro, competitivo e sostenibile, in linea con quanto stanno facendo le grandi potenze economiche mondiali".                   

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