mercoledì 12 gennaio 2011

Bersani: referendum drammatico, ma va rispettato


Un referendum drammatico, ma che andrà rispettato. È questa l'opinione di Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, intervistato al Tg3, che però critica Marchionne per le sue parole e accusa il governo di aver lasciato soli lavoratori e sindacati. 

"Marchionne sa misurare le auto ma non le parole" ma il problema è anche che "il governo è scomparso nella nebbia" lasciando soli i lavoratori e i sindacati dice il segretario Pd. "C'è una discussione nel Pd ma la nostra posizione è molto chiara - assicura il segretario - quel referendum, impegnativo, difficile, anche drammatico, andrà rispettato. Il problema è che lavoratori e sindacati sono stati lasciati totalmente soli, il governo è andato nella nebbia. Servono nuove regole di partecipazione perché i contratti siano esigibili ma anche chi dissente ha diritto alla rappresentanza". 


GOVERNO NON VIVE
Poi Bersani passa alla politica e all'attività dell'esecutivo: "Il governo può solo sopravvivere, non può vivere. Per due anni hanno messo 38 voti fiducia con 70 voti di maggioranza. Al prossimo voto di fiducia cosa succederà? Non si può andare avanti con questa respirazione artificiale".


CASINI LA SMETTA CON I VETI

Deluso da Casini? "Non possiamo andare avanti misurando la pressione al governo tutti giorni. Il Pd lavora a un progetto per l'Italia su democrazia, crescita e lavoro, lo vogliamo presentare a tutte le forze di opposizione e poi ciascuno si prenderà le sue responsabilità, alla fine tireremo le somme. Si può anche pensare ad un altro decennio berlusconiano, magari con Berlusconi al Quirinale, noi pensiamo si debba andare oltre, non si può andare avanti con questi traccheggiamenti". 
Bersani risponde duramente al leader Udc, Pier Ferdinando Casini che al suo appello ad un patto repubblicano ha risposto aprendo uno spiraglio alla collaborazione 'responsabile' con il governo e ha imposto al Pd di scegliere tra il terzo polo oppure Vendola e Di Pietro. 


LE NOSTRE PROPOSTE

"Saranno loro che dovranno scegliere - ribatte Bersani - noi discuteremo di cose concerete, nei prossimi giorni si vedrà chiaramente cosa abbiamo in testa. Sceglieranno loro se continuare con i veti reciproci, con cui ci teniamo Berlusconi o se ci sono altre ipotesi, ma con questi traccheggiamenti non si governano i problemi del paese".



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