lunedì 24 gennaio 2011

L'ULTIMA BEFFA DEL G8 DI GENOVA


(da FAMIGLIACRISTIANA.IT)

L'ultima beffa del G8

Nessuno degli oltre 70 condannati per i fatti di Genova 2001 ha fatto né farà un solo giorno di prigione per ciò che ha commesso. Gran parte dei reati finirà in prescrizione. Nessuno è stato sospeso dal servizio e molti sono stati promossi.


«È veramente triste apprendere che saranno i cittadini italiani a pagare per gli abusi e le violenze commesse dai dirigenti e dagli agenti di Polizia al G8 di Genova. È l’ultima beffa: nessuno degli oltre 70 condannati ha fatto né farà un solo giorno di prigione per ciò che hanno commesso, dato che la gran parte dei reati finirà in prescrizione. Non solo. Nessuno è stato sospeso da servizio e molti sono stati promossi».

È il commento amaro di Enrica Bartesaghi, del Comitato Giustizia e Verità per Genova, alla notizia pubblicata ieri sul sito Famigliacristiana.it (e che riportiamo integralmente nella seconda parte di questo dossier), secondo la quale all’interno di una legge del novembre scorso è stata inserita – ben camuffata – una norma che istituisce un fondo attraverso il quale il ministero degli Interni risarcirà le vittime di violenze subite nel corso di manifestazioni, compresi i risarcimenti sanciti dai giudici e le eventuali transazioni in sede civile...

La portavoce del comitato ha aggiunto che si tratta già ora, con i soli risarcimenti imposti dai giudici nelle sentenze penali e le spese processuali, di oltre 10 milioni di euro complessivi, che i condannati (47 per i fatti di Bolzaneto e 25 per l’irruzione alla scuola Diaz, oltre De Gennaro e Mortola condannati per falsa testimonianza) devono liquidare alle 350 parti civili che si sono costituite nei processi.

Le reazioni alla notiza si moltiplicano. Vittorio Agnoletto (all’epoca portavoce del Genoa social forum) e Antonio Bruno (di Rifondazione Comunista di Genova) hanno pubblicato una dichiarazione congiunta nella quale definiscono «vergognosa (e nascosta) decisione del Governo (e del parlamento). I risarcimenti alle vittime delle violenze poliziesche verificatesi durante il G8 di Genova saranno pagati con soldi di tutti noi».

Con questa norma, aggiungono Agnoletto e Bruno, «il messaggio che il Governo invia alle forze dell’ordine è molto semplice: continuate pure che tanto i cittadini pagheranno al vostro posto». Michele Tambuscio, avvocato di una decina delle parti civili, sottolinea invece un altro punto della legge “salva-poliziotti”: «È quanto mai curioso il passaggio della legge nel quale si dice che il ministero degli Interni può rinunciare alla rivalsa, cioè a rivalersi – in quanto datore di lavoro – sugli agenti che gli hanno causato un danno con comportamenti dolosi.

È la prima volta che sento una cosa del genere, non ho ricordi di un precedente in materia». «Del resto, riguardo a questa legge», conclude Tambuscio, «non sono stupito più di tanto. I governi di questi dieci anni hanno sempre protetto gli agenti colpevoli e si sono sempre rifiutati di assumersi la responsabilità politica di quei fatti. Sono tutti in servizio attivo, persino i poliziotti rei confessi.

L’unico agente che si è dimesso è uno che al processo è stato assolto. Non dimentichiamo che, nel corso di questi procedimenti, sono addirittura sparite prove dalla Procura, e proprio le intercettazioni telefoniche effettuate in seguito a questo incredibile episodio ha portato alla condanna del capo della Polizia e del capo della Digos di Genova di allora per falsa testimonianza».

 

Per il G8 di Genova paghiamo tutti


Sono state introdotte all’ultimo momento, alla chetichella. Piccole varianti al testo, nella migliore delle tradizioni italiane delle leggine camuffate e inserite all’ultimo istante per farle passare inosservate
Le aggiunte sono state inserite giusto alla vigilia del voto in aula, all’interno del Decreto legge 187 del 12 novembre 2010, dal titolo “Misure urgenti in materia di sicurezza”, al Capo 1: “Misure per gli impianti sportivi”.
Ben camuffata, l’aggiuntina. Occorre andare all’articolo “2 bis”, dall’innocuo titolo “Fondo di solidarietà civile”. Che dice: «A favore delle vittime di reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive ovvero di manifestazioni di diversa natura, è istituito, presso il Ministero dell’interno, il Fondo di solidarietà civile». L’aggiuntina è nelle parole: «ovvero di manifestazioni di diversa natura».
Non sportive, quindi? E allora di quale natura? Il testo non lo dice. Né lo specifica in seguito. Il Decreto legge, dopo aver chiarito che tale Fondo di solidarietà serve a risarcire – nella misura del 30 per cento – «a) le vittime di reati commessi con l’uso della violenza su persone o cose in occasione o a causa di manifestazioni sportive e dei soggetti danneggiati dagli stessi reati», inserisce la seconda magistrale chiosa: «Il Fondo, nell’ambito delle risorse annualmente disponibili, provvede nella misura del 70 per cento, a interventi di solidarietà civile nei confronti delle vittime di azioni delittuose avvenute in occasione o a causa di manifestazioni diverse da quelle di cui alla lettera a), per le quali la vigente normativa non prevede altre provvidenze, comunque denominate, a carico del bilancio dello Stato» e «finalizzato anche alla definizione transattiva di liti concernenti il risarcimento dei danni alla persona e l’eventuale pagamento delle somme disposte dal giudice». Infine, terza e ultima variazione del testo, il Decreto specifica che «All’elargizione delle somme e agli interventi di cui al comma 2 (cioè i risarcimenti per le manifestazioni non sportive, ndr), nonché all’individuazione delle modalità relative all’esercizio del diritto di rivalsa o all’eventuale rinuncia ad esso, provvede il Ministero dell’interno».
Ecco fatto. Risolto il problema. Con queste poche frasi è stato ritagliato un abito su misura. Per cosa? Per i risarcimenti legati alle violenze di Genova 2001, in occasione del Forum sociale mondiale. I processi per i fatti avvenuti all’interno della caserma Bolzaneto e per l’irruzione notturna alla scuola Diaz hanno portato alla condanna, nel corso del 2009 e 2010, di oltre settanta agenti e dirigenti della Polizia di Stato, nonché alla condanna per falsa testimonianza dell’ex responsabile della Digos ligure Spartaco Mortola e dell’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro (oggi al vertice dei Servizi segreti).
Sentenze che sono giunte al secondo grado di giudizio (si attende l’esame della Cassazione) e che complessivamente comportano risarcimenti alle vittime delle violenze e spese processuali per diversi milioni di euro. Lo Stato aveva già provveduto a ricollocarli tutti (diversi dei quali all’interno dei Servizi di sicurezza). Con la manciata di righe dedicate alle “misure per gli impianti sportivi” ha risolto anche il problema rimasto aperto: il denaro che avrebbero dovuto risarcire, le spese legali, gli oneri collegati alle condanne.
Somme che avrebbero dovuto pagare i colpevoli. E che invece pagheranno in gran parte tutti i cittadini italiani. Insomma, sembra tutto sistemato. Giusto in vista del decennale che fra pochi mesi ricorderà i drammatici giorni di Genova. E – non dimentichiamolo – la morte di un giovane: Carlo Giuliani.

Luciano Scalettari

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