PUR DI NON CADERE BERLUSCONI METTE A FERRO E FUOCO LE ISTITUZIONI E SCENDE IN PIAZZA. E’ LA SCONFITTA DEI DIALOGANTI E LA CONFERMA CHE PER USCIRE DA QUESTA CRISI CI VORRANNO FERMEZZA E TENACIA.
RACCOGLIAMO MILIONI DI FIRME PER MANDARLO A CASA PRIMA CHE BRUCI LA COSTITUZIONE Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha chiesto ai suoi di schierarsi senza tentennamenti a sua difesa, a tutti i costi. L’esito si è cominciato a vederlo ieri con una impressionante escalation dello scontro, anzi degli scontri, a tutti i livelli istituzionali. Perché Berlusconi vuole restare al suo posto ed ha paura del voto politico.
- Nella riunione della Giunta parlamentare per le autorizzazioni a procedere i rappresentanti del Pdl hanno cambiato versione. Invece di proporre di respingere le argomentazioni della Procura della Repubblica di Milano perché sospette di essere persecutorie (cosa affermata fino al giorno prima), i parlamentari del Pdl, incuranti del ridicolo e anche della figura barbina di un capo di governo che si fa intortare da una diciottenne, hanno detto che il presidente del Consiglio ha telefonato alla Questura di Milano per far uscire di prigione la giovane Ruby perché credeva davvero che fosse la nipote di Mubarak. Non importa che sia spuntata dalle intercettazioni un’altra minorenne coinvolta nelle feste.... segue
Non importa che a casa di una delle ragazze di Arcore siano stati trovati questa estate 15 chili di cocaina (il fidanzato della giovane è stato condannato). Voto, maggioranza schierata, decisione presa: rinvio del materiale alla Procura di Milano. Le conseguenze? Claudio Sardo, Il Messaggero: “La più immediata è che in aula si voterà a scrutinio palese, e non più segreto. La seconda è che la maggioranza si adegua pienamente alla linea degli avvocati della difesa. Ulteriore conseguenza è che si apre così la strada per elevare alla Corte costituzionale il conflitto di attribuzioni”…” L`obiettivo, ormai esplicito, è contestare la legittimità dell`inchiesta della Procura, e di conseguenza annullare l`intera attività istruttoria e tutte le carte finora prodotte. E’ probabile che gli avvocati sollevino, per parte loro, un conflitto di giurisdizione già al momento nel momento in cui la Procura formalizzerà al giudice per le indagini preliminari la richiesta di processo immediato”. - Al Senato il ministro del Esteri Frattini, chiamato dal presidente Schifani alla velocità della luce a rispondere ad una sollecitazione parlamentare (in altri casi si aspettano mesi), ha presentato alcune carte richieste a Santa Lucia e relative alla nota questione della casa di Montecarlo. Secondo Frattini da quei documenti si evince che Tulliani (cognato di Fini) sarebbe il vero proprietario della casa di Montecarlo. Pdl e Lega hanno chiesto le dimissioni di Fini. Fli ha chiesto le dimissioni del presidente del Senato ed ha denunciato Frattini per abuso di ufficio (smentendo comunque che Tulliani sia il vero proprietario di quell’appartamento).
- Al Copasir, la commissione che vigila sull’attività dei servizi segreti, è saltata l’audizione del sottosegretario Gianni Letta, che avrebbe dovuto rispondere anche della vigilanza sulla sicurezza del premier da parte degli uomini dei servizi (questione dubbia e delicata, considerato quanto si è appreso dalle intercettazioni sulle feste ad Arcore). La ragione? I deputati della maggioranza non si sono presentati perché la composizione della commissione non sarebbe più paritaria.
- Ieri Berlusconi ha annunciato che il 13 febbraio organizzerà una manifestazione in piazza a Milano. Secondo molti quotidiani il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è molto e comprensibilmente preoccupato per questo scontro e per le sorti del paese. Ma è chiaro che a Berlusconi delle sorti dell’Italia non importa nulla: gli unici obiettivi che persegue sono la fidelizzazione dei propri fan attraverso i messaggi televisivi suoi e dei principali collaboratori (l’on. Santanché ogni volta che interviene, qualsiasi sia l’argomento, cita ad arte tutti i temi più sensibili delle campagne elettorali), la salvezza dai giudici senza dover mai rispondere, la punizione degli avversari come monito per il futuro. Come ha più volte detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, il secondo tempo del berlusconismo sarà caratterizzato da strappi drammatici alle regole e perfino da elementi di rischio. Perché è chiaro che è cominciato il declino di Berlusconi. Ma il presidente è ancora lì, ha un grande potere e farà di tutto. Anche da questa consapevolezza è nata la proposta del di una piattaforma programmatica del Partito democratico che preveda una ricostruzione repubblicana e sulla quale chiamare tutte le forze politiche dell’opposizione e tutte le forze sociali al confronto. Anche da qui la proposta di un confronto aperto tra tutte le forze dell’opposizione. Il Pd è il pilastro attorno al quale si può costruire una alleanza che resiste e poi avvia a superamento questa fase buia della storia italiana. Raccogliamo milioni di firme per mandarlo a casa. E facciamolo presto.
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