domenica 23 gennaio 2011

Veltroni: «Via il governo Berlusconi» E il Pd al Lingotto torna a compattarsi

AreaDem

L'ex segretario: vogliamo essere il primo partito. Bersani: «Non vedo lontananze con Walter,  sintesi possibile»


ROMA - Tutto esaurito oggi al Lingotto di Torino per il discorso di Walter Veltroni, che ha organizzato la convention di Movimento Democratico "Fuori dal '900. Viva l'Italia giusta, aperta, forte" con cui l'ex segretario del Partito democratico torna nello stesso luogo dove lanciò il suo programma per l'Italia nel 2007. Un'occasione nella quale il Pd ha ritrovato l'unità intorno all'obiettivo enunciato tanto da Veltroni quanto da Bersani: via il governo Berlusconi.

Veltroni: «Obiettivo Pd: diventare il primo partito». «Per il Pd l'obiettivo realistico è diventare il primo partito italiano - ha detto Veltroni - in grado di guidare il Paese verso il cambiamento, ma questo è possibile a tre condizioni. In primo luogo non opporre al populismo di Berlusconi un populismo uguale e contrario; in secondo luogo affrancarci dall'opzione frontista, e cioè quella in cui si è uniti solo dall'essere contro qualcuno, senza avere una propria proposta di governo; in terzo luogo deve avere coraggio dell'innovazione. Il compito del Pd, non è quello di difendere, bensì di cambiare. Questo non è nuovismo, è realismo. In un mondo nel quale tutto cambia velocemente, se i democratici si chiudono in difesa non potranno impedire il cambiamento. Semplicemente dovranno rassegnarsi a subirlo, a vederlo procedere sulla base di valori e interessi altrui, anziché essere loro, almeno in parte, a produrlo, guidarlo e orientarlo»....segue...
«Nuovo governo con tutte le forze, ma no elezioni subito». «Se in Berlusconi - ha detto Veltroni - per una volta prevalesse l'interesse del Paese e si dimettesse, si aprirebbe una fase nuova. In questo caso si aprirebbero diversi scenari e per il Pd le opzioni sono due. La prima è un nuovo governo, non un ribaltone, che comprenda tutte le forze parlamentari, con un premier che sappia garantire un clima istituzionale nuovo. Questo esecutivo dovrebbe fronteggiare le emergenze sociali e finanziarie, riformare l'orrenda legge elettorale e portare a compimento l'iter del federalismo. C'è poi l'opzione delle elezioni anticipate che però, con questa legge elettorale, sarebbe la peggiore delle soluzioni. Ma questo scenario sarebbe preferibile alla livida prosecuzione di un governo al tempo stesso inesistente e pericoloso. In questo caso credo che le opposizioni, unite, dovrebbero chiedere le elezioni. Ma sarebbero elezioni che non si possono perdere, pena rischi gravi per l'Italia. Per questo solo un appello voglio rivolgere a tutti noi. Non si ripeta mai più il tragico errore del 1994, quando le divisioni nel campo democratico spianarono la strada all'avventura berlusconiana».

«Una tantum per i più ricchi per un debito all'80%». «Istituire per il dieci per cento della popolazione italiana, la più ricca, un contributo straordinario per tre anni per far scendere il debito pubblico all'80%» propone Veltroni, ricordando la tassa per l'Europa messa da Prodi nel 1996 per far entrare l'Italia nell'Euro. «Tutti compresero che era necessaria, doverosa, utile. Un governo autorevole, credibile, potrebbe ripetere, in altri termini, il miracolo compiuto dal governo dell'Ulivo».

«Stop finanziamenti pubblici a partiti che candidano condannati». «Interrompere il finanziamento pubblico ai partiti che candidano un condannato per reati collegati alla mafia - dice Veltroni - La politica e le istituzioni devono essere le prime ad assicurare pulizia e trasparenza al loro interno. Va spezzato ogni legame. Va cancellata ogni minima contiguità. Nella scelta dei gruppi dirigenti, al momento delle candidature, non deve succedere che la mafia possa minimamente influire o condizionare. E per essere chiari, se una forza politica candida un condannato per reati collegati alla mafia, deve decadere immediatamente il finanziamento pubblico del partito».

«Detassare donne, famiglie e partite Iva». Detassare i redditi delle donne, delle partite Iva e istituire una "no tax area familiare". Sul fisco c'è poco da difendere e molto da cambiare. A fianco dei lavoratori dipendenti e degli autonomi, è ora che irrompa, per ragioni di giustizia ed equità, il nuovo soggetto dei lavoratori delle partite Iva, che sono tanta parte del tessuto produttivo italiano. In secondo luogo, per favorire l'impiego femminile, c'è bisogno di uno shock. A parità di tutto il resto il reddito da lavoro di una donna deve essere tassato con una aliquota significativamente più bassa».

«Contro la precarietà serve diritto unico».
«Superare il contrasto tra contratti a tempo determinato e contratti a tempo indeterminato adottando un diritto unico del lavoro - propone Veltroni - In quasi tutti i settori produttivi oggi possono esistere aziende importanti con pochissimi lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato e una enorme massa di lavoratori di serie B, C e D. Oggi non bastano proposte di ordinaria manutenzione del nostro diritto del lavoro, magari accompagnate da un immediato, forte aumento dei contributi previdenziali. Bisogna puntare risolutamente al bersaglio grosso, ora, subito. Questo è il tempo di una battaglia per l'adozione di un "diritto unico al lavoro", che possa applicarsi a tutti senza compromettere la competitività delle nostre imprese».

«Legare il contratto di Marchionne ai risultati». Chiediamo che alla Fiat anche il contratto di Marchionne sia legato, come quello dei lavoratori, al successo di lungo periodo del piano fabbrica-Italia - ha detto veltroni - Se il piano ha successo, deve risultarne direttamente influenzato l'aspetto retributivo, sia dei lavoratori sia del management, a partire dal leader dell'azienda. Basta con esagerate stock-option e premi milionari per i manager, esercitabili senza vincolo temporale e centrati sui risultati finanziari di breve periodo, anziché sui risultati industriali, con l'inevitabile conseguente conflitto di interessi, fonte di sospetti e sfiducia. A questo proposito Obama ci fornisce un riferimento prezioso,infatti ha agito sugli emolumenti scandalosi dei top manager delle banche salvate con i soldi dei contribuenti. Qui in Italia possiamo limitarci a chiedere che la Fiat leghi il contratto di Marchionne al successo di fabbrica Italia».

«Gratitudine ai sì, ma comprendere i no». «A quei lavoratori, al loro sì contrattato e sofferto, penso debba andare il rispetto, l'ammirazione, la gratitudine di tutti gli italiani. Ma occorre anche comprendere le ragioni del no e con esse dialogare» ha detto Veltroni parlando del referendum sull'accordo alla Fiat - Senza gli accordi non ci sarebbe stato l'investimento, Napoli, Torino, l'Italia avrebbero visto ridimensionata una presenza industriale che deve invece essere confermata e rilanciata. Con gli accordi Fiat è ora chiamata a confermare ed estendere il suo radicamento in Italia. Con gli accordi, per i sindacati, la cui unità non dobbiamo mai smettere di cercare e promuovere, per le imprese e per la politica, si è aperta una fase nuova paragonabile a quella in cui decine di anni fa si affermò una nuova legislazione del lavoro».

Bersani: non vedo lontananze con Veltroni. «L'intervento di Walter è stato molto bello, non vedo lontananze, sul piano programmatico è possibile una sintesi» ha commentato il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani

«Garantisco la dignità politica di ogni posizione». «Il mio compito è garantire la dignità politica di ogni posizione - ha poi detto Bersani alla platea nel suo intervento - Il mio impegno è quello di ribadire le ragioni fondamentali del Pd, vale a dire quelle di una formazione in grado di dar voce a diverse culture politiche, e non solo a quelle di sinistra. Non ho mai avuto un dubbio sulle esigenza di un autonomo profilo del Pd. Nella mia testa non c'è mai stata l'idea di una divisione dei compiti con altri partiti di rappresentare le diverse fasce di elettorato. Ho sempre avuto l'idea di un meccanismo gravitazione, di un partito che deve avere il suo progetto per la società. Semmai in questo ragionamento ci metto una mia sfumatura, per vedere l'effetto sistemico che abbiamo. Dobbiamo avere una visione nazionale, aperta, responsabile verso tutti quelli che nella loro autonomia possono dare un contributo al cambiamento. È quindi ho dentro la volontà di far percepire il Pd come un partito ineludibile. Come si fa senza il Pd. Tutti quelli che ogni giorni ci punzecchiano, dove pensano di andare. Il Pd è ineludibile, indispensabile, ma non voglio che questo appaia come esclusivo. Questo significa che noi dobbiamo essere capaci di ragionare e di fare una proposta per noi, ma non solo per noi. Io so qual è il mio compito: è quello di garantire la dignità politica di ogni posizione, e di cercare di costruire una direzione di massa univoca. Voi e io ribadiamo le fondamentali ragioni di questo grande partito».

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