E' una vergogna doversi occupare ancora una volta delle orge del presidente del Consiglio, delle sue bugie, dei ricatti, delle pressioni indebite, dello smodato uso degli strumenti di disinformazione di massa, di cui tiene in mano le chiavi. E' una vergogna ed un insulto al Paese, ai suoi problemi reali, alla gente che lavora, e a chi è senza lavoro, ai vecchi con la pensione minima e ai giovani che hanno diritto a un futuro senza l'obbligo di prostituirsi per ottenerlo... è una vergogna ma non possiamo, non dobbiamo esimerci dal farlo, perchè non si perda il senso della decenza, il disgusto per la barbarie, la capacità di indignarsi. Perchè le menzogne non scivolino come acqua.... perchè, forse, potrebbe essere la fine di questa bruttissima epoca.
PREPARATE I CONFETTI
di Concita De Gregorio
In attesa che si torni a discutere con dovizia di opinioni contrapposte se sia o meno legittimo, all’atto dell’assunzione di un lavoratore, reclamare lo ius primae noctis (nei riguardi della moglie, delle figlie o di lui medesimo: la modernità tra gli altri pregi porta con sé larghezza di vedute. Lo si dirà in inglese anziché in latino, inoltre, e con un acronimo. Sarà molto diverso, dunque: si potrà comunicare per sms e la sigla occuperà meno spazio nella scheda per il referendum) è di nuovo delle notti del Satrapo che l’Italia tutta è costretta ad occuparsi, messaggi tv a reti Mediaset unificate e talk show della sera con ministri fascisti che protestano per l’informazione incompleta: vergogna, non avete detto per il premier è fidanzato. Esatto, è fidanzato...
La notizia del giorno è che il quasi ottuagenario, oltre che purtroppo orfano, ha “un rapporto stabile di affetto”: sono fidanzato, ha comunicato lui stesso al Paese via tv. Ma prima di esaminare la difesa preventiva che Silvio B. - il quale evidentemente conosce a menadito il contenuto delle accuse, eserciti di suoi dipendenti parlamentari lavorano al caso da mesi - ha imbastito in fretta e furia per disinnescare l’accusa e ha esposto attraverso l’unico tribunale che conosce, la tv appunto, prima di parlare ancora del bordello inviolabile in quanto dependance della presidenza del Consiglio consideriamo ancora una volta l’enorme sproporzione di mezzi che corre in Italia tra chi comanda e chi è comandato. Tra quel che guadagna un dirigente Fiat e chi mantiene un mese la famiglia con la cifra che il suo datore di lavoro spende per le orchidee. Tra lo stile di vita di chi governa l’Italia e quello dei suoi sudditi: la somma che le ragazze ricevono in busta uscendo da casa sua la sera equivale a quattro mesi di stipendio di un insegnante, due ambulanze nuove, una fornitura di carta igienica per un anno per una scuola elementare, a dieci mesi di assegno di un giovane ricercatore e venti di pensione minima di un anziano.
La furia con cui l’indecente classe di governo che partecipa ai banchetti di Trimalcione rivendica, volando in elicottero di festa in festino, che si tratta di fatti privati, di abitudini personali - la privacy, perbacco. È solo gossip - ignora le condizioni in cui la stragrande maggioranza dei governati vive, con quanti soldi in tasca e quali prospettive per i figli. Dimentica anche come finiscono, quando si esasperano oltre il limite, le supreme ingiustizie determinate dal privilegio di pochi a danno di molti. Eppure la storia dovrebbe dire qualcosa.
Eppure l’amico Ben Ali è proprio adesso lì in fuga col suo yacht, le strade di Tunisi che fumano. L’Italia non è la Tunisia, certo, per quanto Craxi abbia favorito il gemellaggio. Tuttavia la voce impastata, la coreografia del videomessaggio di ieri ricorda dittatori di altre epoche e altri luoghi, sempre colti nella paura dell'attimo prima. In veste di nonno, le foto dei nipoti alle spalle, Silvio B. ha detto al paese che i soldi dati alle ragazze sono “aiuti a chi ha bisogno”: per le loro case, per le cure mediche, per i figli.
Dunque sì, ha pagato le ragazze: ma non per le loro prestazioni sessuali. Perchè ama conversare, a pagamento. Se poi nelle telefonate si dice qualcosa di diverso è per via del fatto che “al telefono si fanno battute e ci si vanta di cose mai accadute”. Quindi non credere a quello che sentirete: sono vanterie. Ecco, questa la linea difensiva. Completa del sostegno ad alcuni personaggi chiave della politica nazionale: Emilio Fede, “un caro amico” e Lele Mora, “a cui ho fatto favori che sono sicuro mi restituirà”. I due selezionatori di compagne di conversazione tra cui Nicole Minetti, igienista dentale ora consigliere in Lombardia e affidataria di prostitute minorenni. Infine, la notizia del fidanzamento. Una bomba mediatica, in effetti. Cetto La Qualunque non avrebbe fatto di meglio. «Prima voti e poi rifletti, non serve nient’altro se c’è più pilu»: ieri per le strade d’Italia si raccoglievano firme per la candidatura di Antonio Albanese, di professione comico. Ma è un film, il “Partito du pilu” è finzione. Nella realtà abbiamo il Partito dell’Amore. Per il fidanzamento si attendono confetti e feste danzanti fra gli eventuali operai leghisti di Mirafiori, Bossi sarà il benvenuto.
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