Scende in campo «la banda degli smemorati». Quelli che «spezzeremo le reni ai protettori di Battisti», quelli che, col Cavaliere silente, dichiarano la «guerra commerciale» al Brasile. La «banda degli smemorati »: quella di chi fa finta di non capire, o non sapere, che il Brasile non è, quanto a diritti e libertà garantite, assimilabile alla Libia del Colonnello Gheddafi o alla Russia di Vladimir Putin. La «banda degli smemorati» o degli «indignati a tempo scaduto», vanta ministri di primo piano, il titolare della Farnesina, Franco Frattini, e il suo collega alla Difesa, Ignazio La Russa; ministri di seconda fascia, Giorgia Meloni, capigruppo dalla mazzata (verbale) facile,comeMaurizio Gasparri, e altri ancora...Tutti indignati contro l'ex presidente brasiliano- Luiz Inacio Lula da Silva, lo stesso magnificato dal Cavaliere oggi silente: «Io e lui ci siamo capiti bene subito, fin dall'inizio...».
GARA DI GRIDA La «banda degli smemorati» calza ora l'elmetto e tuona: con il no all' estradizione di Cesare Battisti, tra Italia e Brasile si è creato un clima che mette a rischio «le relazioni commerciali», avverte dalle colonne de La Stampa Ignazio La Russa. Ed ora; sentenzia il ministro della Difesa, «il meno che possa capitare è rinviarli (gli accordi commerciali, ndr) a dopo la decisione della Corte brasiliana...». «Questo non è un clima favorevole per ratificare» Trattati, incalza il ministro degli Esteri, Franco Frattini, tanto presente sulle pagine dei giornali quanto assente nella diplomazia che conta per il presidente del Consiglio: quella degli affari. Stop ai Trattati, è il coro che si alza dalla «banda degli smemorati».
NUMERI DA RICORDARE Domanda: ma sanno di cosa stanno parlando? La gara a chi la spara più grossa copre una amara verità: quella di una Italietta berlusconiana che nel mondo non conta nulla, se non in una tenda libica o in una dacia russa. Una Italia senza credibilità. Ai (finti) smemorati vorremmoricordare che i trattati dadisdettare vanno dalla difesa ai trasporti, dall'energia all'agricoltura, alla costruzione di strutture sportive per i mondiali di calcio del 2014 e le Olimpiadi di Rio del 2016...Alla «banda degli smemorati» ricordiamo dei numeri. Significati. Quelli dell'interscambio. Nel 2009 l'Italia ha superato la Francia come partner commerciale di Brasilia, diventando l'ottavo Paese esportatore con una quota di quasi il 3%. E negli ultimi anni - quelli della presidenza Lula - il numero di imprese che hanno aperto filiali in Brasile è più che raddoppiato, da 120 a 300. Qualche nome: Fiat, Iveco, Pirelli, Telecom, Eni, Impregilo, Finmeccanica, Fincantieri, Techint...E grazie all'Accordo di partenariato strategico firmato a Washington in aprile, gli spazi per gli appalti si sono estesi ulteriormente. Fincantieri e Finmeccanica sono interessate aun contratto per il rinnovamento delal flotta marina e fluviale brasiliana che potrebbe ammontare a 6 miliardi di euro. Per Fiat, il Brasile è il secondo mercato più importantedopol'Italia, vava rimarcato l’ad Sergio Marchionne dopo la visita in Italia di Lula nel novembre 2008. Tesi che Marchionne ha rinverdito pochi giorni fa, il 28 dicembre, quando ha posato la prima pietra del nuovo centro Fiat di Ipojuca (200mila auto l'anno, 3500 addetti, 4,4 miliardi di euro in investimenti). Un'occasione nella quale erano state siglate altre importanti intese. Tra l'altro,unaccordo quadro di collaborazione nel campo della difesa tra il ministro LaRussa e l’omologo brasiliano Nelson Jobin; in ballo 5 miliardi di euro per quattro fregate e cinque pattugliatori Fincantieri conarmamento Finmeccanica. Non basta. In campo anche l’alta velocità (giro di affari calcolato attorno ai 15 miliardi di euro), con Ansaldo Breda e Ansaldo sps; la collaborazione tra Agenzia spaziale italiana e brasiliana; i sistemi aeronautici con Alenia. El’elenco potrebbe proseguire. A lungo.INIZIATIVA BIPARTISAN «Governo, maggioranza e opposizione siano unite e facciano una sola battaglia per l’estradizione del criminale Cesare Battisti. Sosterremo le iniziative del ministro Frattini, compreso il ricorso al tribunale dell'Aja, per riconsegnare Battisti al nostro Paese..», afferma il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi. A sostegno si schiera anche il capogruppo di Fli alla Camera, Italo Bocchino. Bene Frattini, dice, maaggiunge, con la penna intinta nel veleno: «Servirebbe adesso un passo ulteriore a tutela della nostra dignità nazionale da parte del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che farebbe bene a recarsi immediatamente a Brasilia per incontrare la Rousseff comunicandogli l'interruzione di tutti i rapporti commerciali tra i due Paesi, anche per dimostrare che il nostro esecutivo non privilegia gli affari ai principi. Nel caso Berlusconi accettasse il nostro consiglio questa volta farebbe bene a non farsi accompagnare dai giocatori brasiliani del Milan, madai parenti delle vittime di Battisti ». «Non lasceremo niente di intentato per riportare Battisti in una prigione italiana, non ci fermeremo di fronte a nessuna difficoltà», ribadisce in serata Frattini ai microfoni del Tg2. L’ultima parola spetta al Cavaliere silente. Che calzi l’elmetto è tutto da vedere.
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